Carlo Mattioli – Opere sacre
Curata da Giovanni Gazzaneo e Anna Zaniboni Mattioli l’esposizione si concentra, attraverso ventisei opere (tempere, pastelli e olii), su due aspetti meno conosciuti dell’artista emiliano, il disegno e l’arte sacra.
Comunicato stampa
Dal 21 ottobre al 30 novembre 2011, la Fondazione Crocevia di Milano (via Appiani 1) ospita la mostra dedicata a Carlo Mattioli (1911-1994), uno degli artisti più poetici del Novecento italiano, in occasione del centenario della nascita.
Curata da Giovanni Gazzaneo e Anna Zaniboni Mattioli l’esposizione si concentra, attraverso ventisei opere (tempere, pastelli e olii), su due aspetti meno conosciuti dell’artista emiliano, il disegno e l’arte sacra.
Quello del sacro è un tema che percorre tutta la produzione di Mattioli, come rivela l’iniziativa attualmente in corso in Vaticano nel Braccio di Carlo Magno (“Carlo Mattioli. Una luce d’ombra”, curata da Maurizio Calvesi, Giovanni Morello e Anna Mattioli Zaniboni, fino al 13 novembre 2011), di cui questa, è una sorta di ideale prosecuzione.
La presenza del sacro è più evidente nella prima fase della sua carriera, soprattutto negli anni ’50 e ’60 in cui si apre per l’artista una stagione di committenze ufficiali per la decorazione di spazi ecclesiali. Successivamente, la pittura di Mattioli si caratterizzerà per un’intensa ricerca sul colore, con quei neri profondissimi che diverranno una delle sue cifre stilistiche più riconoscibili, e la presenza quasi ossessiva di alcuni soggetti, come gli alberi solitari, che rivelano il tormento del dubbio e il desiderio di un approdo.
Sarà negli anni ’80 che il sacro ritornerà prepotentemente alla luce, con una serie di personalissimi crocifissi, dipinti su nude tavole di legno.
Il percorso espositivo segue tutta l’evoluzione di questo percorso, a partire da una serie inedita di fogli realizzati nei primi anni ’40, quelli cioè della prima maturità di Mattioli. È un arco temporale costellato da una formidabile mole di disegni a soggetto sacro. Lavori di una eccezionale qualità grafica. Richiami michelangioleschi di “deposizioni” e di “pietà” ma anche “crocifissioni” che guardano a Manzù e un pregevole Uomo dei dolori o Cristo deriso, a tempera su carta del 1945, modellato sullo stile di Rouault, un riferimento che ritroveremo una ventina d’anni dopo nel Crocifisso per il Vescovado di Parma (1966).
Ed è proprio un nucleo di crocifissioni degli anni Ottanta a segnare l’ideale punto di arrivo. Opere di piccole dimensioni ma di grande impatto emotivo. Quasi ex voto di una grazia in fieri, affidata alle grandi aureole rosse – per Mattioli il colore della vita – che, dietro il capo di Cristo, sorgono come il sole del mattino di Pasqua.
La mostra è realizzata in collaborazione con la l’Associazione Carlo Mattioli, l’Archivio Carlo Mattioli, Federico Rui arte contemporanea e Luoghi dell’Infinito, il mensile di arte e cultura di Avvenire.
Accompagna la mostra un catalogo (Edizioni Crocevia), con testo introduttivo di Beatrice Buscaroli, e un saggio di Alessandro Beltrami e Giovanni Gazzaneo.
Milano, 20 ottobre 2011