Carlo Milani
La mostra di Carlo Milani, curata da Roberto Mutti, dall’ambiente rurale catturato nello stendersi delle stagioni, si sposta allo scenario urbano della città di Cambridge, fucina di incontri e contrasti armoniosi tra antico e moderno.
Comunicato stampa
PHOTO FESTIVAL 2014
Carlo Milani in “Vedutismo 2.0”
Un vecchio mulino ad acqua nascosto nella campagna inglese. E’ lo scenario di “Flatford Mill”, opera di John Constable che di quel mulino era anche proprietario e in quella valle aveva vissuto la propria infanzia prima di diventare uno dei più grandi paesaggisti dell’Ottocento. Da questa immagine e da questo abbraccio ideale parte la mostra di Carlo Milani curata da Roberto Mutti, che dall’ambiente rurale catturato nello stendersi delle stagioni, si sposta allo scenario urbano della città di Cambridge, fucina di incontri e contrasti armoniosi tra antico e moderno.
Quando: 9-15 Giugno.
Dove: Galleria d'Arte Bolzani, in via G. Morone 2 (MM Duomo, San Babila).
Opening: Lunedì 9 Giugno dalle 17.30.
Orari della mostra durante la settimana, festivi compresi:
Mattino. 10:30 - 13:00
Pomeriggio. 16:00 - 19.30.
Carlo Milani. Il fascino della realtà
Prima dell’avvento della fotografia come noi la intendiamo, molti pittori avevano deciso di affrontare il tema del paesaggio con un approccio più direttamente realistico. Siamo nel Settecento e la ragione, di evidente influenza illuministica, stava tutta nell’esigenza di rapportarsi con la natura in modo diretto dimenticando il forte simbolismo che aveva caratterizzato i predecessori portandoli sulla strada di una trasfigurazione dei luoghi.
Il Vedutismo, come venne chiamata quella corrente pittorica che si sviluppò ampliamente soprattutto in Italia, si faceva anche aiutare da strumenti ottici come la camera ottica che, permettendo di proiettare su un piano orizzontale l’immagine della realtà catturata da una lente, consentiva al pittore di ottenere tracce da cui ricavare schizzi dotati di ineguagliabili prospettive. Questa la ragione per cui autori di gran vaglia come, per fare alcuni esempi, Antonio Canal, Francesco Guardi, Caspar von Wittel (più noto con il nome italianizzato di Vanvitelli) erano in grado di dipingere con grande perizia realistica restituendoci scorci di Venezia e di Roma del tutto simili a quelli che sarebbero stati ottenuti dal procedimento fotografico se solo fosse stato già inventato.
E’ curioso che secoli dopo un giovane autore come Carlo Milani ripercorra al contrario la stessa strada, questa volta dotato di strumenti tecnologici estremamente raffinati, per andare alla ricerca di nuove visioni. Le quali, però, non intendono in alcun modo oltrepassare espressivamente la pittura ma evocarla in raffinate citazioni.
Non è un caso se la scelta del titolo è caduta su Vedutismo 2.0 proprio per sottolineare un’ideale continuità di intenti e la comune volontà di sorprendere chi osserva, sia pure in modo delicato. Il soggetto non sono più città italiane di magica bellezza o di sfrontato splendore ma una cittadina inglese – Flatford nella Valle del Dedham, non molto lontano da Cambridge – dove è vissuto e ha lavorato John Constable, il più grande paesaggista inglese.
Carlo Milani si muove all’interno di un gioco di reciproche suggestioni: per un verso realizza inquadrature così equilibrate da somigliare a dipinti, inducendo i suoi osservatori a crederlo, ma per l’altro inserisce nel paesaggio elementi come le figure umane che li riportano a una più corretta e realistica visione. Il suo obiettivo si muove alla ricerca dei momenti di una serena quotidianità, esalta la bellezza dei parchi in cromatismi suggestivi inevitabilmente dominati da tutte le possibili sfumature del verde, sembra perfino far proprio il ritmo lento e gradevole dello scorrere del fiume.
Pur avendo sottolineato gli aspetti più naturalistici di questo luogo, il fotografo sposta la sua e la nostra attenzione guidandoci fra le vie, soffermandosi con attenzione sui mattoni che rivestono le facciate delle case, sfociando infine in piazze dove gli abitanti passeggiano tranquillamente, ignari di quel testimone del tempo la cui fotocamera ne ha colto i gesti per consegnarli a un rettangolo di carta fotografica su cui sono destinati a rimanere.
Perché, proprio come nei dipinti del passato, la fotografia contemporanea sa essere testimone del suo tempo: lo coglie con fotocamere e obiettivi di qualità, lo elabora con tecniche sofisticate, ce lo propone infine con immagini di grande raffinatezza.
Carlo Milani queste operazioni le compie con naturalezza e semplicità ed è perciò che le sue immagini acquistano ai nostri occhi un particolare valore. Quello del fascino della realtà.
Il curatore,
Roberto Mutti
L’autore
Nato vicino alle rive del Ticino nel 1977, umanista, quando non ha la macchina fotografica al collo, si occupa di tutto ciò che suona “www” nella sua frizzante agenzia di comunicazione milanese con la quale ha vinto quattro premi tecnici nazionali.
La sua mission è cercare di dare valenza artistica a qualsiasi modalità di comunicazione, in una poikilìa di generi e linguaggi che unisce suggestioni antiche a strumentalità contemporanee. Vagando tra classicismo e digital, scrittura e fotografia, pensa a se stesso come a un “art wanderer”.