Carlo Nangeroni – Il dominio della luce
La mostra, raccoglie opere degli anni Sessanta e Settanta che documentano la fase cruciale e più matura dell’evoluzione dell’artista, in cui si precisa il quel particolare lessico astratto, quell’idioma disciplinato e razionale che trova nella luce il proprio principio vivificante e nella prassi pittorica le proprie linee guida.
Comunicato stampa
La maturità dell’artista italo-americano attraverso le opere degli anni Sessanta e Settanta che hanno segnato la fase decisiva del suo percorso. La riscoperta di un artista unico, che ha saputo elaborare in autonomia un linguaggio coerente e originale, tra i più interessanti nell’ambito delle sperimentazioni astratte del secondo dopoguerra.
La galleria ABC-ARTE inaugura venerdì 26 Ottobre dalle ore 18.30 un’ampia mostra dedicata a Carlo Nangeroni, intitolata Il dominio della luce e che raccoglie un fondamentale nucleo di opere che testimoniano lo sviluppo di un singolare linguaggio astratto basato su modulazioni ritmiche e luminose di figure circolari.
Questi lavori, compresi in un arco temporale che va dagli inizi degli anni Sessanta fino al termine del decennio successivo e oltre, illustrano il percorso di un artista complesso, che ha partecipato al fervore delle indagini avanguardiste del dopoguerra tra New York e Milano, riuscendo tuttavia a elaborare una grammatica pittorica personale e indipendente rispetto alle coeve ricerche astratte.
Nato a New York nel 1922 da genitori italiani emigrati negli Stati Uniti, dove vive i primi anni della sua infanzia, Carlo Nangeroni si trasferisce a Milano nel 1926 per compiere gli studi. Tra il 1938 e il 1942 frequenta la Scuola Superiore di Arte Cristiana Beato Angelico di Milano e, contemporaneamente, i corsi serali di pittura dell’Accademia di Brera tenuti da Mauro Reggiani, che nel 1934 fu firmatario del primo manifesto dell’arte astratta italiana.
Nel 1946 ritorna a New York per rimanervi fino al 1958. Gli anni del soggiorno newyorchese sono forieri d’incontri con gli artisti come Fitz Glarner, Oscar Kokoshka, Conrad Marca-Relli, Philip Guston, Willelm De Kooning, Jackson Pollock, Franz Kline e soprattutto Alexander Archipenko, del cui studio è un assiduo frequentatore. Dal 1951 al 1958, inoltre, lavora per la N.B.C. curando le scenografie di spettacoli teatrali e opere liriche e nel frattempo continua a dipingere, influenzato dai modi dell’Action Painting.
Con il suo ritorno a Milano nel 1958 il suo linguaggio, a contatto con Fontana, Dova, Scanavino e altri concretisti italiani, s’indirizza verso una grammatica più icastica e costruttiva, composta di figure astratte elementari composte in modulazioni ritmiche, ondulatorie, seriali in cui si fondono luce, colore e musicalità. Le iterazioni ritmico-armoniche delle sue geometrie si trasformano ben presto in diagrammi popolati di figure circolari, strutture in cui le circonferenze, irretite in una razionale griglia cartesiana, diventano vocaboli basilari della sua pittura.
Questi dot, o punti-luce - come li chiama l’artista – variamente associati con linee curve e con velature e stesure cromatiche variegate, diventano la misura di un sistema espressivo fondato su differenze, anche minime, di luce, colore e ritmo. La seriazione dei dischi con le sue variazioni e le intersezioni di segmenti curvi e lineari diventa un metodo di lavoro, uno schema che, però, dischiude infinite possibilità espressive permettendo alla luce e al colore di organizzarsi in tabulati ritmici e armonici che introducono la dimensione del tempo nel dialogo tra figure e sfondo.
Carlo Nangeroni. Il dominio della luce è una mostra che raccoglie opere degli anni Sessanta e Settanta che documentano la fase cruciale e più matura dell’evoluzione dell’artista, quella in cui si precisa il quel particolare lessico astratto, quell’idioma disciplinato e razionale che trova nella luce il proprio principio vivificante e nella prassi pittorica le proprie linee guida. Perché, come spiegava lo stesso Nangeroni, “dipingere è dipingere, prima di tutto, quindi non è progettare la pittura”.
In occasione della inaugurazione, verrà presentato un nuovo libro, dedicato alla mostra, della collana bilingue, italiano ed inglese, ABC-ARTE edizioni, contenente il testo critico del curatore Ivan Quaroni, le immagini degli allestimenti e delle opere, ed un ricco apparato di documentazione storica.