Carlo Viano – Forme volumi trame
In mostra per la prima volta una selezione di lavori realizzati nel corso dell’ultimo ventennio.
Comunicato stampa
Il Museo Nazionale della Montagna è lieto di annunciare la mostra Carlo Viano forme volumi trame, con la quale viene presentata per la prima volta una selezione di lavori realizzati nel corso dell’ultimo ventennio.
Architetto di formazione e mestiere, Carlo Viano (San Colombano Belmonte, 1949) è stato, a partire dal 1977 e fino all'inizio del nuovo millennio, una delle figure professionali protagoniste del sistema culturale torinese. Oltre a dirigere il restauro e la rifunzionalizzazione di edifici storici per la cultura e la realizzazione di importanti mostre, ne ha curato il progetto allestitivo, secondo un approccio concettuale volto a esaltare le valenze comunicative ed estetiche delle strutture, dei materiali, delle opere esposte.
Nel corso della carriera, parallelamente alla professione, Viano ha esplorato a fondo la propria dimensione creativa anche nel campo della pittura, abbinandola alla passione per l’alpinismo.
Muovendo dal fascino per le cartografie alpine e le rilevazioni scientifiche realizzate nella seconda metà dell’Ottocento da Eugene Viollet-Le-Duc, ha elaborato una ricerca del tutto personale, in cui i riferimenti al metodo architettonico si fondono con la ritrattistica di paesaggio.
La specificità del suo lavoro risiede tuttavia nel metodo: Viano “fotografa” la montagna, e la materia minerale di cui è fatta, rappresentandola mediante una tecnica di carattere iper realistico.
Il dato fotografico è punto di partenza e guida affidabile per una ricerca sulla forma, mediante la quale Viano dà vita a un processo di conoscenza minuzioso del paesaggio.
I dipinti prendono vita su carta da acquerello, supporto sul quale Viano riproduce la grammatica della carta millimetrata, che diventa elemento tecnico al contempo strumentale e strutturale per le rappresentazioni di montagne, ghiacciai e materia minerale.
Carlo Viano propone così una raffigurazione della montagna di ascendenza classica, ma assolutamente contemporanea.
Una montagna “sorvegliata speciale”, oggi più che mai oggetto di misurazioni scrupolose e osservazioni costanti.
La mostra è accompagnata da un testo di Enrica Pagella, storica dell’arte e direttore dei Musei Reali a Torino.