Carlo Zauli – Le zolle
Carlo Zauli protagonista di una mostra al Museo Civico Medievale di Bologna.
Comunicato stampa
Continua senza sosta la riscoperta dello scultore faentino in numerosi e prestigiosi contesti artistici italiani.
Carlo Zauli, attualmente presente in tre grandi mostre collettive - “La Ceramica che Cambia” al MIC di Faenza, “Fuoco Nero: materia e struttura dopo e attorno Burri” a Palazzo della Pilotta di Parma e “Arte dal Vero” al Museo di S. Domenico di Imola – sarà protagonista di una personale in un importante luogo istituzionale bolognese.
ll 17 Gennaio inaugura al Museo Civico Medievale di Bologna, nell'ambito di Arte Fiera / ART CITY Bologna 2015, un suggestivo progetto espositivo dedicato all’artista e scultore Carlo Zauli, ulteriore e significativo riconoscimento dello stretto rapporto che lega, da più di quarant’anni, Zauli alla città di Bologna. Non è infatti un caso che già alla fine degli anni ’60 l'artista realizzi per l’Università di Bologna opere monumentali come “Stele” e “Grande Rilievo”, tutt'oggi esposte nella Facoltà di Lettere e Filosofia.
In questo inedito progetto, le collezioni del Museo Civico Medievale, capolavori archetipici della nostra tradizione artistica e culturale, entrano in dialogo con un “corpus” di opere di Zauli che costituiscono un nucleo sintetico, ma esaustivo, di una delle tematiche fondanti della ricerca artistica dello scultore romagnolo: la Terra.
In poco più di un decennio, fra il 1972 ed il 1984, l’artista indaga, attraverso un linguaggio espressivo e una cifra stilistica a lui propria, il rapporto tra l’individuo e la Terra, nella sua forma più naturale: l’elemento primigenio e costituente della "zolla d’argilla”.Nel 1972, parallelamente alle sperimentazioni inglesi della Land Art, Carlo Zauli idea lavori come “Inquinamento nero”, “Zolla”, “Arata”, attraverso cui dibatte il difficile rapporto tra Uomo e Natura facendo emergere la forza generatrice della terra e la necessità da parte dell’uomo di ritrovare con essa un rapporto fondato su valori primigeni ed archetipi. Per esprimere questa tensione, violenta e quasi erotica, l'artista utilizza la materia, "la terra" della propria quotidianità, con cui “combatte” e vive ogni giorno, l’argilla.
A questo proposito nel 1975 Claudio Spadoni scrive: <
Con il mutare della società, nel corso degli anni ’80, Carlo Zauli esprime l’incrudirsi del rapporto tra Uomo e Natura, denunciandone il distacco attraverso nuove opere come le “Genesi” e una nuova tipologia di “Zolla”, in cui l’evidente rapporto con il suolo è espresso attraverso forme geometriche primigenie, monolitiche, dalle linee nette e taglienti che nulla concedono alla sensualità generatrice e magmatica riscontrabile nei lavori degli anni ’70 e che paiono rappresentare vere e proprie porzioni di suolo.
La mostra CARLO ZAULI: LE ZOLLE resterà aperta e visitabile fino al 6 aprile 2015.
Attività e laboratori didattici per bambini dai 6 ai 12 anni
a cura di Marco Moschetti, RTI Senza titolo S.r.l. e ASTER S.r.l.
sabato 31 gennaio, h 16.00
sabato 7 febbraio, h 16.00
sabato 28 febbraio, h 16.00
sabato 7 marzo, h 16.00
prenotazione obbligatoria attività didattiche entro le h 12.00 del venerdì
(ingresso € 4)
[email protected]
Visite guidate, a cura del Museo Carlo Zauli
domenica 25 gennaio, h 16.30
domenica 15 febbraio, h 16.30
domenica 1 marzo, h 11.00
ingresso biglietto museo
Evento speciale, in collaborazione con Magonza Editore
mercoledì 18 marzo, h 18.00 presentazione del volume
“Carlo Zauli. 1974: Diario riservato di un viaggio in Giappone”, con Bruno Corà, Marco Vallora, Monica Zauli
ingresso gratuito
Carlo Zauli (Faenza, 1926-2002) è una delle grandi figure della scultura italiana del dopoguerra. Come per altri maestri delle generazioni precedenti, da Martini a Fontana a Leoncillo, la sua formazione tecnica si svolge nell’ambito dell’arte ceramica, dai cui codici formali Zauli si distacca dagli anni Sessanta evolvendo verso una ricerca plastica complessa e di grande ricchezza espressiva. Il passaggio da climi informali ad un ragionamento sulla forma geometrica come struttura retorica lo porta a entrare nel vivo del dibattito plastico del tempo. La personale alla Montenapoleone di Milano del 1957 si intreccia con alcune realizzazioni in perfetto clima di integrazione delle arti (fregio per la reggia di Baghdad, 1958; fregio per il Poligrafico di Stato di Kuwait City, 1961; partecipazione alle Triennali milanesi del 1954, 1957, 1964, 1968) e con l’intensa frequentazione di autori come Fontana, Valentini, Pomodoro, Spagnulo. Dalla fine degli anni Sessanta la sua scultura si dipana in serie problematiche in cui la vocazione formativa della materia, il rapporto tra sostanza e pelle del corpo plastico, la dialettica tra biomorfismo e geometria, i comportamenti struttivi della forma, si fanno protagonisti. Le grandi mostre personali (Musées Royaux d’Art d’Histoire di Brussels e Hetjens-Museum di Düsseldorf, 1972; personale itinerante a Osaka, Tokyo, Nagoya e Kyoto, 1974; personale itinerante a Fukuoka, Tokoname e Tokyo, 1981) e le opere di integrazione architettonica conferiscono ai suoi lavori un respiro internazionale, come confermano le recenti retrospettive. Carlo Zauli è scomparso nel 2002. Ora i suoi lavori sono presenti in più di quaranta musei nel mondo.
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Il Museo Carlo Zauli è un contenitore che dal 2002, attraverso le sue collezioni, e le diverse attività, esplora e diffonde l’arte contemporanea in tutti i suoi linguaggi, con un’attenzione particolare alla ceramica, materiale della tradizione locale. Si trova infatti a Faenza, in pieno centro, all’interno dei locali che furono dal 1949 di Carlo Zauli, uno dei più rappresentativi scultori del 900, di cui promuove il lavoro e la storia, attraverso la gestione dell’Archivio, mostre itineranti, pubblicazioni, conferenze.
Con l'apertura del museo si è riprogettato lo spazio in modo che raccontasse con strumenti attuali la vitalità e l’incontro tra artisti che ne avevano caratterizzato l’atmosfera sin dal 1949.
E’ dunque con tale spirito che è divenuto in questi anni un punto di riferimento nella produzione e nella divulgazione dell’arte contemporanea, grazie alle Residenze d’Artista, ai cicli di conferenze, a rassegne di musica contemporanea, oltre che a percorsi didattici per bambini, studenti e adulti.
Ospita la collezione Carlo Zauli con opere esposte in un percorso cronologico dai primi anni Cinquanta fino agli Ottanta che attraversa anche il giardino, i laboratori, lasciati al loro stato originario, tuttora luogo di lavoro, e le cantine adibite a magazzini, oltre a una sala dedicata alla progettazione industriale di piastrelle.
Attraverso il progetto curatoriale Residenza d'Artista, e le altre collaborazioni con gli artisti sta costruendo anche una sezione contemporanea di opere in ceramica, che ospita, fra gli altri, i lavori di Yuri Ancarani, Sergia Avveduti, Pierpaolo Campanini, Gianni Caravaggio, Alberto Garutti, Francesco Gennari, Eva Marisaldi, Mathieu Mercier, Maurizio Mercuri, Sislej Xhafa, Italo Zuffi.