Carlo Zauli – Terra che rivive
Terra che rivive vuole raccontare l’opera di Carlo Zauli, considerato indiscutibilmente uno dei ceramisti scultori più importanti del novecento, attraverso due mostre in luoghi prestigiosi della sua terra d’origine: la Romagna, che non è mai per l’artista soltanto puro elemento biografico, luogo di nascita, ma vero e proprio principio ispiratore di gran parte della propria ricerca ed elemento fondante della propria scultura.
Comunicato stampa
Terra che rivive vuole raccontare l’opera di Carlo Zauli, considerato indiscutibilmente uno dei ceramisti scultori più importanti del novecento, attraverso due mostre in luoghi prestigiosi della sua terra d’origine: la Romagna, che non è mai per l’artista soltanto puro elemento biografico, luogo di nascita, ma vero e proprio principio ispiratore di gran parte della propria ricerca ed elemento fondante della propria scultura.
Il progetto espositivo rappresenta il sesto appuntamento della rassegna itinerante dedicata all'opera di Zauli che, dal 2007 il museo omonimo sta portando avanti e che ha toccato precedentemente, tra gli altri luoghi, Kyoto, Tokyo e Torino. In questa occasione le esposizioni si fondano sul dialogo tra il lavoro di Zauli, esaminato per tematiche, e i suggestivi spazi che ne ospitano le opere, cercando di narrare in modo esauriente la ricerca scultorea dell’artista sia in termini cronologici che espressivi.
La mostra, divisa negli spazi dei Magazzini del Sale di Cervia e dell’ex convento di S. Francesco a Bagnacavallo, attraverso le quattro sezioni intorno ad un vaso, fremiti naturali, zolle e primari esplosi, sarà un viaggio che ci porterà al centro dell’opera scultorea di Carlo Zauli tra archetipi ceramici e scultura, tra ordine geometrico e dirompente, sensuale naturalità.
In occasione della mostra verrà pubblicata un'ampia monografia a cura di Flaminio Gualdoni edita da Danilo Montanari editore.
Dopo aver vinto negli anni cinquanta i principali riconoscimenti dedicati all’arte ceramica Carlo Zauli sviluppa nei primi anni sessanta un’interpretazione marcatamente scultorea del proprio mestiere. In questi anni matura il proprio linguaggio artistico, intriso di atmosfere informali intrecciate ad una armoniosa ma dirompente “naturalità”. Sono gli anni di un crescente successo internazionale. Dal 1958, anno nel quale sono realizzati i grandi altorilievi per la reggia di Baghdad e il Poligrafico di Stato del Kuwait, vede la propria fama crescere continuamente, fino a spingersi, tra gli anni settanta ed ottanta, a tutta l’Europa, il Giappone, in particoar modo, e l’America del Nord, realizzando esposizioni e collocando opere in permanenza.