Carlo Zoli – Le donne i cavalieri l’arme gli amori
La personale Le donne, i cavalieri, l’arme, gli amori, a cura di Vittorio Amedeo Sacco, si compone di una selezione di sculture recenti eseguite dall’artista in terracotta.
Comunicato stampa
Carlo Zoli espone per la settimana volta a Mantova alla Galleria Arinna Sartori nella Sala di Via Cappello 17.
La personale Le donne, i cavalieri, l’arme, gli amori, a cura di Vittorio Amedeo Sacco, si compone di una selezione di sculture recenti eseguite dall’artista in terracotta.
La mostra si inaugurerà alla presenza dell’artista Sabato 1 febbraio alle ore 17.00 con presentazione di Vittorio Amedeo Sacco e resterà aperta al pubblico fino al prossimo 13 febbraio 2014.
Un mito nel Sogno
La mostra "Un Mito nel Sogno" è un tra creature arcaiche e mitiche, ombre latenti che popolano i luoghi delle cose e degli stessi uomini, simboli di quella misteriosa ritualità che nei tempi antichi collegava l'uomo al divino.
Figure femminili dalla silhouette delicata, figure alate e cavalli dal profilo elegante, si stagliano entro uno spazio bidimensionale, distruggendo l’illusione e rivelando la verità icastica della forma che vive di vita propria. Un senso di umana sacralità percorre le opere di Carlo Zoli, da sempre interessato ad indagare i territori profondi e misteriosi del primitivo e dell’arcaico. Attraverso l'eliminazione di elementi superflui o autoreferenziali, l’artista elude il passaggio prosaico della favola mitologica ed esclude l’esercizio, narcisistico e consolatorio, della divinizzazione dell’umano e della narrazione per immagini, maturando un nuovo linguaggio figurativo, in cui sintesi formale e segnica gli consentono di recuperare la dimensione primaria della figurazione. Le immagini, dense di ogni carattere descrittivo, aneddotico e narrativo diventano puri simboli, fantasie archetipiche che emergono dall’inconscio collettivo, cariche della potenza del mito e al contempo intrise di modernità. Si collocano in uno spazio arcaico e attuale allo stesso tempo, in una cornice temporale sospesa, suggerita dalle forme, da cui affiora la dimensione simbolica. Zoli ha percorso per intero la figurazione, dimostrando una eccezionale perizia disegnativa e pittorica. Si è affermato così, come artista profondamente e passionalmente sensibile. Questa ricerca lo ha portato a considerare la luce, la forma e il colore elementi imprescindibili nella scultura che diventava, sostanzialmente, necessità di una nitida misura mentale, sublimata attraverso l’assimilazione dell’arte antica.
I simboli
Carlo Zoli lavora sui simboli ad alto valore antropologico, su icone sacre, oggetti di culto ma anche su parole e parolacce di forte impatto socioculturale, a riprova di un'analisi minuziosa della devozione collettiva e del rito sociale della cultura popolare e dei suoi risvolti più veritieri. L’artista guarda al valore risanato e primordiale dei simboli, al ragionamento sulle radici fonetiche e culturali di una frase, al cuore di tante icone che spesso non percepiamo nella loro integrità originaria.
Per farlo usa un atteggiamento ironico e dissacrante, ribaltando le ovvietà popolari (e spesso populiste) con senso umanistico, rispetto dei modus e sintetica calibratura visiva. Gli stessi linguaggi un mescolamento mai dogmatico di manualismi e tecnologie semplificate, confermano la forza morale di un viaggio che attraverso il tempo storico senza alcuna paura del dubbio. Le sue sculture, ricche di una fantasmagorica gamma di segni, mantengono un solido substrato grafico, proveniente dalla sua consolidata preparazione nel campo del disegno e della figura. Le sue forme figurative, disegnate con la plastica materica, increspata, disegnano linee fluide composte in una sorta d'esplosione vitale. I primi piani della materia, che si forma, si disgrega e si ricompone nell'eterno gioco della vita sotto il soffio vitale dell'autocoscienza e dell'intelletto, si dilatano in uno scenario figurativo, rappresentano simboli, corpi femminili, guerrieri, cavalli. In queste forme materiche che imprimono alla staticità della massa quasi un vertiginoso dinamismo nel cosmo interiore, è proprio l’uomo a essereil perno di queste illuminanti visioni, rivelandosi in tutta la sua fragile realtà e disvelando utopiche “Isole” nascoste.
Vittorio Amedeo Sacco
(dal catalogo)
Carlo Zoli
Nato a Bari nel 1959, ha studiato e lavora a Faenza, di sangue pugliese ma di adozione romagnola, presenta tutte le caratteristiche di queste due terre che ne hanno plasmato un carattere figurativo non comune. È il quarto elemento di una discendenza diretta d’avoli ceramisti: Carlo, Paolo e il padre Franco, sotto la cui guida si è formato artisticamente. La tradizione della sua famiglia risale agli albori del secolo scorso, quando Carlo operava come ceramista presso il Borgo Durbecco a Faenza. Paolo, il figlio, fu pittore presso i celebri fratelli Minardi, e dal 1918 titolare della prestigiosa bottega “La Faience”, che collaborò anche con artisti quali Pietro Melandri, Roberto Sella e Francesco Nonni. Franco fu invece docente di Decorazione Artistica presso l’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica “G. Ballardini”, e affermato pittore e scultore. Nel 1995 Zoli presenta la sua grande scacchiera, una delle opere più significative ed apprezzate dalla critica e dal pubblico, ideale campo di battaglia delle sue “ariostiche” realizzazioni. Le sue figure, infatti, sembrano spesso dare forma e dimensione alle epiche imprese descritte dal grande Ludovico e questo è sicuramente un primo saldo legame del romagnolo con Ferrara, oltre naturalmente al fatto della collaborazione con il gallerista ferrarese Francesco Pasini. Poi come non ricordare la prima grande scultura di Zoli fusa in bronzo, il San Giorgio che tiene alto sulla sua testa il drago infizato dalla lancia, con il bene che vince sul male guardandolo dritto negli occhi, opera di rara suggestione e di forte richiamo Ferrarese, così come l’unicorno, altro tema caro all’Artista proprio per la sua simbologia: la purezza; l’animale, infatti, tocca le acque con il suo corno e le purifica e non a caso è anche una delle imprese più significative della casa estense. I cavalli, i cavalieri e le enigmatiche e raffinate figure femminili di Zoli iniziano così a essere presenti in tutte le maggiori rassegne artistiche eurepee, decretando il successo del suo percorso artistico. La fama dell’Artista giunge anche oltreoceano e, nel 2002, ottiene una prestigiosa commissione negli Stati Uniti, a Charleston. La Medical University of South Carolina, infatti, sceglie un’opera di Carlo Zoli come simbolo del “Charles Lindbergh Symposium”, convegno scientifico a livello mondiale, che celebra il centenario dalla nascita del celebre aviatore e inventore americano. La scultira in bronzo dal titolo “Elizabeth” è una perfetta fusione tra l’uomo e la macchina cardiaca che può tenerlo in vita, dove Zoli interpreta artisticamente il concetto di umanizzazione della tecnologia. Ancora un forte legame tra Zoli e il mondo scentifico è l’importante convegno promosso dall’Ordine dei Chimici della Campagna sulle “qualità della vita”, per cui è stata scelta come testimonial l’opera in bronzo “la sorgente”, unita a una significativa grafica di Zoli. A rafforzare ulteriormente il suo legame con il mondo culturale e artistico, Zoli ha realizzato la medaglia commemoraiva del centenario della “ferrariae Decus”, ispirata alla prima tessera sociale, che raffigurano i due monumenti principali di Ferrara - il castello estense e la cattedrale - tramanderà ai posteri la memoria dei primi cento anni di attivià della prestigiosa associazione ferrarese.
Ha tenuto mostre personali in tutta Italia: Bari, Bologna, Napoli, Padova, Roma, Venezia, solo per citare le città più importanti; è stato ospite di varie reti nazionali e nel Benelux. Da oltre dieci anni partecipa a fiere d’arte internazionali: ExpoBari, Art Fair Melbourne - Australia, Art Expo New York (USA), Arte Fiera a Bologna, Art Jonction Nizza, EuropArt Ginevra, LineArt Gand (B), a Mosca e a Parigi, poi Gmunden (A), Padova, Pordenone, Udine, Vicenza. È stato più volte invitato a importanti mostre insieme ai grandi maestri della scul-tura del XX secolo: Milano, Bologna, Ferrara, in Normandia, nel Beaujolais per la Biennale d’Arte, a Lione (Francia), Anversa e Knokke (B), Hong Kong, in Giappone e in Florida (USA), Zurigo, Ginevra, Losanna e Yverdon in Svizzera. Le sue opere sono in permanenza in spazi pubblici e privati, in Gallerie e musei di arte contemporanea.