Carole A. Feuerman – Crossing the Sea
Dodici grandi sculture che dialogano con gli spazi monumentali della sede della Fondazione Made in Cloister all’interno di un progetto espositivo curato da Demetrio Paparoni e realizzato in collaborazione con il Gruppo di gallerie d’arte Bel-Air Fine Art.
Comunicato stampa
La mostra Crossing the Sea di Carole A. Feuerman, apre al pubblico Sabato 13 maggio ed è la prima personale a Napoli dell’artista americana pop e superrealista. Dodici grandi sculture che dialogano con gli spazi monumentali della sede della Fondazione Made in Cloister all’interno di un progetto espositivo curato da Demetrio Paparoni e realizzato in collaborazione con il Gruppo di gallerie d’arte Bel-Air Fine Art.
Come già accaduto in passato con l’artista Nicola Samorì, con questo progetto continua la collaborazione tra la Fondazione e il MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli dove sarà esposta una delle opere di Carole A. Feuerman fino al 31 luglio 2023.
La mostra, costruita appositamente per gli spazi della Fondazione, vede una selezione di opere che l’artista ha realizzato nel corso della sua carriera e che sviluppano alcuni dei principali temi ed ispirazioni del suo lavoro. Uno di questi temi è quello dei grandi movimenti migratori che dagli anni ’70 in poi hanno interessato la popolazione cubana che fuggiva verso gli Stati Uniti.
Quello dei migranti è un tema particolarmente caro alla Fondazione Made in Cloister che lo ha trattato in precedenza anche con altri artisti, come il cinese Liu Jianhua nel 2019.
I cubani che – in fuga dal loro Paese - sbarcavano sulle coste della Florida percorrendo il tratto di mare di circa 100 miglia su zattere improvvisate e copertoni di autocarri, sono stati una fonte di ispirazione importante per la Feuerman che nelle sue opere trasforma i copertoni di auto in salvagenti per bagnanti e tuffatori.
Nel suo testo critico, Demetrio Paparoni, spiega che “l’arte della Feuerman è maturata nel periodo iperrealista americano ma ha subito preso le distanze dalla freddezza della precedente generazione dei pop, e da Warhol in particolare. Gli artisti pop e minimalisti erano accomunati dall’intento di escludere ogni forma di tenerezza o sentimento romantico dall’opera. Quel che la Feuerman ci mostra nelle sue sculture – e che la rende diversa dagli iperrealisti – non è una fotografia della realtà, ma il riflesso di una sensazione che si è formata nella sua mente osservando i bagnanti sulle spiagge di Long Island e di Key West.
L’esposizione da Made in Cloister, a Napoli, comprende anche Innertube, opera realizzata nel 1984, in cui su una camera d’aria nera, diversa da quelle coloratissime che generalmente sostengono le bagnanti di Feuerman, si appoggia una ragazza con una cuffia bianca. La camera d’aria nera, di quelle che si recuperavano dai copertoni delle automobili, rende l’immagine ambigua e porta a chiedersi se si tratti di una bagnante che si gode la sua giornata al mare o di una profuga stremata che sta lottando per la sua vita. Danno una risposta a questa domanda le fotografie di migranti cubani, che approdano a Key West, incluse in mostra.”
“Voglio che la mia arte ispiri lo spettatore a guardare da vicino ciò che ha davanti”- dichiara Carole A. Feuerman. “Non è l'attimo fuggente che voglio catturare, ma il sentimento universale che si coglie in quell'attimo fuggente. Voglio che lo spettatore completi la storia guardando la mia scultura, che rifletta e si emozioni”. Per tutta la vita, fare arte è stata la mia passione. Con l'esperienza della vita e dell'arte, le forme che il mio lavoro ha assunto si sono approfondite ed evolute.
Ho iniziato la mia carriera negli anni Settanta. Insieme a Duane Hanson e John de Andrea, sono stata una dei tre fondatori dell'Iperrealismo.
Dal 1958 mi sono concentrata su nuotatori e figure con elementi acquatici. Attraverso le mie sculture esploro la classicità e la bellezza, temi che sono stati tabù nell'arte contemporanea. C'è una convinzione condizionata, ma inesatta, che l’arte radicale "buona" debba rifiutare qualcosa che sia attraente e piacevole alla vista. Io non rifiuto il concetto di bellezza, ma lo abbraccio. La vedo, la creo e la ritraggo con le mie nuotatrici, che mostrano emozione, gioia, grazia, tranquillità e sensualità. Non sono solo nuotatori, ma raccontano le mie storie. Sono amanti della pace e talvolta del piacere. Sono soddisfatti della vita e soprattutto sono dei sopravvissuti.
“In questa mostra c’è il richiamo al tema dei migranti che rappresenta una delle priorità politiche per tutti i Paesi del mondo e che è molto presente nelle attività della Fondazione. Ed in contemporanea c’è, in modo chiaro, la capacità dell’artista di mostrare la bellezza celata in ogni cosa e la speranza che questo implica.” – dice Davide de Blasio, Direttore della Fondazione Made in Cloister.
Con questa mostra la Fondazione Made in Cloister prosegue la sua collaborazione con il MANN – Museo Archeologico Nazionale di Napoli che ospiterà, fino al 31 luglio, “Golden Mean” una scultura in resina epossidica e foglia d’oro 24 carati dell’altezza di 5,4 mt e del peso di circa 1000 kg.
Fondazione Made in Cloister
Made in Cloister è una Fondazione nata nel 2012 su iniziativa di Davide de Blasio e Rosalba Impronta con lo scopo di restaurare il chiostro cinquecentesco di Santa Caterina a Formiello, che versava in stato di totale abbandono, per destinarlo a un centro di arte espositivo e performativo in dialogo con il quartiere.
Un progetto di rigenerazione urbana e inclusione sociale attraverso l’arte.
La storia del luogo e la sua posizione hanno definito il progetto di riconversione: recuperare una parte del patrimonio culturale della Città di Napoli per destinarla al rilancio delle tradizioni artigianali rinnovandole con spirito contemporaneo attraverso la realizzazione di progetti con artisti e designers internazionali.
Il progetto Made in Cloister si articola su tre pilastri:
- Recupero e riconversione del patrimonio artistico per uno sviluppo coerente con la vocazione del territorio
- Rilancio del “fare artigianale” attraverso l’interazione tra maestri artigiani ed artisti e designers internazionali
- Rigenerazione urbana e l’impatto sociale di un progetto culturale.