Casabianca #7

Informazioni Evento

Luogo
CASABIANCA
Via Pepoli 12, Zola Predosa, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

su appuntamento

Vernissage
24/03/2013

ore 11

Artisti
Dragoni Russo, Patrizia Giambi, Angelo Sarleti, Ermanno Cristini
Curatori
Massimo Marchetti
Generi
arte contemporanea, collettiva

Settima mostra di Casabianca con gli interventi di Ermanno Cristini, Dragoni Russo, Patrizia Giambi e Angelo Sarleti.

Comunicato stampa

Domenica 24 marzo, dalle ore 11, si inaugura la settima mostra di Casabianca con gli interventi di Ermanno Cristini, Dragoni Russo, Patrizia Giambi e Angelo Sarleti.
Anche uno spazio espositivo country ha le sue formalità. L’inconsapevole ostinazione a operare in termini di “dentro” e “fuori” - ostinazione del tutto innocua per un’opposizione solo apparentemente soft – deve essere sfidata nel momento in cui si percepisce di avere la responsabilità di incrinare un linguaggio abitudinario. Le abitudini difatti rendono schiavi e vanno tenute a bada. L’interpretazione dell’annullamento di questa opposizione è dunque lo spunto all’origine di questa mostra.
Ermanno Cristini anziché cercare l’essenza delle cose nei corpi la rintraccia negli interstizi, terra di nessuno del tempo e dello spazio. La metastabilità, concetto a cui fa riferimento il suo intervento, indica una condizione di “temporanea instabilità” o “precaria stabilità”: la metastabilità è quindi attesa, intervallo, quella stessa terra di nessuno dove i confini si confondono e nella quale si realizza il superamento del luogo. Dragoni Russo ribadiscono la loro predilezione per gli elementi accessori, anche qualora si tratti di spazi. Dentro ma fuori Casabianca, è tracciato una proverbiale segno, una dichiarazione intima che affiora dal profondo e viene offerta allo sguardo di tutti con l’ambizione di conquistare una propria eternità. Rovesciando la superficie come un indumento, il sovvertimento del rapporto tra esterno e interno del supporto suggella il senso di quella promessa. Patrizia Giambi per suo temperamento vive con la valigia sempre pronta, anche perché a volte c'è bisogno di partire senza preavviso. A Casabianca approderà con una macchina, per la precisione una macchina celibe in termini formali, ossimoro retorico che si situa sul confine del dentro e del fuori e che contiene la sua propria fine, prospettandoci come obiettivo del viaggio quello di arrivare alla fine della natura. Angelo Sarleti applica il linguaggio pittorico all’analisi dei contesti economici e geografici. Anche in questa occasione la sua indagine attorno a un dato che interessa la quotidianità produce un segno che si rivela realista e oggettivo, e che rende il negativo dell’architettura di Casabianca un’indicazione concreta, precisa e misurabile sul qui e ora.