Cassie McQuater – Chun-Li 2017
Chun-Li (2017) di Cassie McQuater è il quarto intervento video nella programmazione di FILTRO, terza
edizione di DIGITAL VIDEO WALL, progetto a cadenza annuale strutturato a capitoli tematici, volto a
promuovere la diffusione e la sperimentazione dell’arte digitale.
Comunicato stampa
Chun-Li (2017) di Cassie McQuater è il quarto intervento video nella programmazione di FILTRO, terza
edizione di DIGITAL VIDEO WALL, progetto a cadenza annuale strutturato a capitoli tematici, volto a
promuovere la diffusione e la sperimentazione dell’arte digitale.
FILTRO, tema scelto per il capitolo 2022 di DIGITAL VIDEO WALL, è una ricognizione in campo artistico degli
esiti della ricerca di cinque artisti internazionali sugli strumenti offerti dal digitale, invitati a presentare la
propria declinazione del tema e a occupare per un mese ciascuno il video wall di Metronom.
Nell'ambito della programmazione di ciascun intervento verrà organizzato un evento nella forma di
conversazione, focus tematici e interviste che approfondiscono la ricerca degli autori, sul sito
generazionecritica.it
FILTRO è l’ambito di interesse individuato da Gemma Fantacci per il quarto capitolo del progetto: le opere
selezionate sono accomunate dalle parole chiave avatar, identità, corpo, digitale vs analogico, IRL vs mondi
virtuali ognuna delle quali declinata ed affrontata in modo diverso.
Il FILTRO è inteso nella sua doppia accezione di dispositivo che permette l'attuazione di modifiche, reali o
virtuali, ad un oggetto o corpo, anch'esso reale o digitale, e infine di lente, o schermo, attraverso cui facciamo
esperienza di una versione alterata della realtà e del panorama mediale che ci circonda. Il concetto di filtro si
riallaccia anche alla nozione faucoultiana di dispositivo, dunque ai meccanismi di potere e controllo esercitati
sul singolo nella società contemporanea. Ciò porta all'individuazione delle diverse storture a cui il corpo è
sottoposto e di conseguenza all'elaborazione di pratiche di riappropriazione che rompono la lunga catena di
oggettivizzazione a cui è via via sempre più sottoposto.
Il quarto screening è dedicato all’opera Chun-Li (2017) di Cassie McQuater. La pratica dell’artista è
caratterizzata da ore di navigazione in rete alla ricerca di artefatti digitali provenienti dai luoghi più reconditi
del web. Una volta collezionati, Cassie cerca di riutilizzare tali artefatti sottoponendoli ad un complesso
processo di riassemblaggio e montaggio allo scopo di ricodificare il nostro rapporto con la narrazione
interattiva, sfruttando le possibilità offerte dal supporto digitale. Nei suoi collage l’artista indaga i meccanismi
di potere in rete e le tematiche legate al cyberfemminismo al fine di analizzare e sovvertire i cliché sessisti
appartenenti alla cultura videoludica e ai media contemporanei. All’interno di questi tableaux vivant digitali,
Cassie ripropone una serie di personaggi femminili caratteristici dei picchiaduro arcade per esplorare le loro
modalità di rappresentazione. La protagonista del lavoro presentato per FILTRO è Chun-Li, uno dei
personaggi di Street Fighter II e prima lottatrice donna nella storia dei videogiochi.
Chun-Li è un livello dell’opera più estesa e videogioco browser-based Black Room: quest’ultimo è un gioco
narrativo incentrato su un insonne che addormentandosi sul proprio computer dà inizio ad un viaggio poetico
che si sposta all’interno di diverse ambientazioni. Proprio per queste condizioni, Black Room è pensato per
essere giocato di notte: la progressione nel gioco avviene ridimensionando il browser, il quale si trasforma a
sua volta in un vero e proprio controller. Solo variando le dimensioni del browser sarà possibile trovare segreti
nascosti, stanze e porte d’accesso che condurranno il giocatore attraverso vari livelli.
Inoltre, l’URL di accesso al gioco è impossibile da memorizzare in quanto composto da più di 28 caratteri e
per questo deve essere condiviso da persona a persona, copiato e incollato, proprio come si farebbe con un
segreto. All’interno delle diverse ambientazioni fanno la loro comparsa diverse protagoniste che, iscritte in
un immaginario fantasy e onirico, possono riscoprire un nuovo grado di indipendenza sbarazzandosi della
stereotipizzazione tipica della cultura videoludica.
Chun-Li non viene controllata ma diventa fautrice del suo destino in una continua performance in cui si
riappropria delle sue azioni e dei suoi movimenti, libera da qualsiasi tipo di intervento esterno. La pratica di
Cassie McQuater si iscrive nella net art e il suo lavoro si pone all’intersezione tra nuovi media e videogiochi
per riflettere sulle pratiche di oggettificazione del corpo femminile nel panorama mediale odierno,
sovvertendo le logiche di appropriazione del corpo femminile sottoposte al cosiddetto male gaze, uno
sguardo maschile, maschilista e spesso misogino. Inoltre, per accrescere ancora di più le possibilità di
comunicazione e di espressione l’artista condivide spesso gratuitamente il suo lavoro sul web, un gesto di
ringraziamento anche nei confronti delle comunità che lo rendono possibile.
Con DIGITAL VIDEO WALL Metronom offre un luogo dedicato all’esposizione e presentazione di linguaggi
dell’arte digitale, al fine di esplorare le possibilità espressive e relazionarsi con la complessità del contesto
delle nuove tecnologie.
La peculiare posizione del video wall, che consente la fruizione h24 da fronte strada, trasforma il DVW in un
luogo espositivo privilegiato nell'attuale circostanza di distanziamento interpersonale. La caratteristica di
breve durata dei lavori proposti e la loro proiezione senza vincoli di orari, consente di rispettare i limiti di
contenimento senza limitare con prenotazione o accesso limitato la fruizione delle opere come accade per i
luoghi chiusi. La proiezione rivolta all’esterno dei locali costituisce un intervento urbano a tutti gli effetti, una
vetrina, quindi luogo dedicato, che diventa anche un modo per ridisegnare e cambiare l’immagine della
strada, attraverso i contenuti proposti.
Cassie McQuater è un'artista americana che vive e lavora a Los Angeles, il cui campo di indagine si trova
all'intersezione tra nuovi media e videogiochi. Ha ricevuto il suo BFA in pittura presso la University of Michigan
School of Art & Design nel 2009, è un autodidatta nel campo della programmazione e ha iniziato a lavorare
con i media interattivi e i videogiochi a partire dal 2013. Recentemente, il suo lavoro è stato presentato in
occasione dello Smithsonian American Art Arcade, per New Museum's First Look: New Art Online, presso
numerose gallerie DIY arcade e festival di giochi indipendenti internazionali. Ha vinto diversi premi, tra cui
l'Independent Games Festival Nuovo Award 2019, il Rhizome micro-grant for net.art e il Lumen Prize for Art
and Technology 2019. Ha inoltre partecipato alle mostre Radical Gaming presso HeK (Basilea, 2021), il Milan
Machinima Festival (2020), SAAM ARCADE allo Smithsonian American Art Museum (Washington, 2019), 24/7:
A Wake-Up Call for Our Non-Stop World alla Somerset House (Londra, 2019), oltre ad altri eventi
internazionali.