Caterina Lai – Peacekeeping

Informazioni Evento

Luogo
(IN)VISIBILE
Via Barcellona 75, Cagliari, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da giovedì a sabato, dalle ore 18.30 alle 20.30

Vernissage
08/04/2017

ore 18,30

Artisti
Caterina Lai
Curatori
Roberta Vanali, Efisio Carbone
Generi
arte contemporanea, personale

In mostra il progetto site specific dell’artista Caterina Lai dal titolo Peacekeeping, a cura di Roberta Vanali e Efisio Carbone, costituito da elaborati in ceramica bucchero e stoffe a strutturare una complessa installazione rigorosamente in bianco e nero.

Comunicato stampa

Sabato 8 aprile alle ore 18.30 è prevista l’inaugurazione del progetto site specific dell’artista Caterina Lai dal titolo Peacekeeping, a cura di Roberta Vanali e Efisio Carbone, costituito da elaborati in ceramica bucchero e stoffe a strutturare una complessa installazione rigorosamente in bianco e nero. Caterina Lai nasce a Dorgali nel 1945. Nell'ottobre del 1966 si trasferisce a Cagliari dove frequenta il Liceo Artistico e consegue la maturità nel 1970. Ancora studentessa apprende le tecniche scultoree presso lo studio di Italo Antico a Cagliari. Nel 1970 partecipa al concorso per l'insegnamento di Discipline Plastiche, presso il Liceo Artistico, vincendo il concorso per meriti artistici. Nel '72 frequenta il corso di scultura con Ralph Brown, all'Accademia di Salisburgo. Nel 1979 segue i corsi di restauro di dipinti su tela all'Istituto per l'Arte e il Restauro di Firenze e nell'89 il corso "Tecniche di vetrate artistiche" tenuto dalla maestra d'arte Teresa Vasi di Venezia e si dedica alla realizzazione di manufatti legati con la tecnica a piombo e tiffany. Nel 1997 partecipa al corso avanzato di incisione tenuto dall'artista incisore Giovanni Job e nel '98 a quello del prof. Enk De Kramer presso l'Exmà di Cagliari, dove dal 1999, per tre anni consecutivi, tiene i corsi di ceramica. Nell'autunno 2005 segue il corso di Raku dolce, tenuto dall'artista ceramista Giovanni Cimati di Faenza. Tra il 1999 e il 2003 ha lavorato con le Mutanti, gruppo artistico fondato nel 1999 da sette artiste sarde attento alla promozione e alla ricerca artistica. Tra le più importanti mostre One Man Show. Caterina Lai. Relitti di racconti graffiati sulla creta, al MAN di Nuoro nel 2003, Cagliari per l’arte in Sardegna all’Exmà nel 2005, DNA dal 900 ad oggi al MAN di Nuoro nel 2008, Mater in fuoco a Padova nel 2012, Scenario di terra al MART di Rovereto nel 2014.

Dal testo di Roberta Vanali: E’ Potente e altamente evocativa la materia plasmata dalle mani sapienti di Caterina Lai. Ha l’odore della sua terra, quella terra madre sacra ma al contempo matrigna, capace di generare tanta bellezza quanto dolore. Quella terra che tanto le ha dato e tanto più le ha negato. C’è tutta la sua infanzia e l’impeto di una natura primordiale, nei bassorilievi in bucchero, archetipi di terra e di fuoco, che affondano le radici nell’antica tradizione ceramica dorgalese, iniziata da Ciriaco Piras e proseguita dal padre dell’artista Simeone insieme al celebre zio Salvatore Fancello. Sembrano scolpiti nell’ossidiana, per l’effetto lucido dai riflessi metallici che si alternano a superfici opache, graffiate con vigore, e raccontano di antiche fiabe, di filastrocche e di proverbi rigorosamente in limba. Quando non affiorano parvenze di paesaggi in perpetuo movimento, come campi di grano agitati dal vento, cieli solcati da nubi di passaggio e mari in tempesta.

Dal testo di Efisio Carbone: Come fango nelle mani di un Demiurgo Caterina Lai modella le sue piastre d'argilla ribollente e vulcanica per poi raffreddarla con sguardo severo in schegge vetrose, epitaffi del Tempo che guardano alla storia dell'uomo e alla sua violenza con ORRORE. Questo il titolo della grande installazione che si arrampica come edera pietrificata lungo le candide pareti dello Spazio (In)visibile. L'artista, con mano sicura, mossa da una sapienza antica, muove le dita con certezza: in lei pulsa la tradizione gloriosa della ceramica Sarda, la capacità di raccontare tradizioni e saperi del padre, il lampo geniale dello zio Salvatore Fancello il cui fulgido splendore venne spento, anzi tempo, dagli orrori della guerra. Sarà forse questo uno dei motivi per cui Caterina Lai ha sentito il bisogno di comunicare attraverso la ceramica, un impulso forte e bruciante che è riuscita a domare per tanti anni, frenata dal peso, il confronto, forse il troppo amore, per un'arte che ha vissuto fin dalla più tenera età, destinata esclusivamente alla linea maschile della famiglia.