Cecily Brown – We Didn’t Mean to Go to Sea

Informazioni Evento

Luogo
THOMAS DANE GALLERY
Via Francesco Crispi, 69, Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Martedì – Venerdì: 11:00-13:30/14:30-19:00
Sabato 12:00-19:00
O su appuntamento

Vernissage
16/03/2019

ore 19

Artisti
Cecily Brown
Generi
arte contemporanea, personale

Brown, rinomata artista i cui dipinti sono caratterizzati da pennellate ricche e sensuali dai toni vibranti, pare far eco con le sue opere all’intensità della storia di Napoli e all’impetuosità della città.

Comunicato stampa

In We Didn’t Mean to Go to Sea, il settimo romanzo della serie per ragazzi Swallow & Amazons scritta da Arthur Ransome, un improvviso banco di nebbia aleggia sul letto di un fiume, senza lasciare alla barca a vela Goblin nessun’altra speranza se non quella di essere trasportata dalla corrente verso il Mare del Nord. In senso figurativo e letterale la nebbia evoca improvvisazione accompagnata da un senso di confusione e spavento; tale tensione caratterizza la prima mostra di Cecily Brown a Napoli, dove dipinti, pastelli e acquerelli raffiguranti naufragi, presentano delle “visioni parziali” di un prisma socio-politico, teatrale e metaforico.

Brown, rinomata artista i cui dipinti sono caratterizzati da pennellate ricche e sensuali dai toni vibranti, pare far eco con le sue opere all’intensità della storia di Napoli e all’impetuosità della città. I suoi dipinti si ispirano alle esaltanti e tumultuose opere del Romanticismo francese, da Gericault La zattera della medusa (1818-19) a Delacroix Il massacro di Scio (1824), conciliando la forza di queste raffigurazioni con i soggetti da lei favoriti come i nudi e i bagnanti. Ne sono un esempio i disegni della serie The Sirens and Ulysses (after William Etty) (2018) i quali fanno diretto riferimento all’omonima opera di William Etty dove ognuno fa trasparire un aspetto diverso: mentre in uno il melodico ed estasiante canto delle sirene è elemento centrale, nell’altro predomina la sofferenza di Ulisse e dei suoi compagni.

L’opera di Brown è singolarmente paradossale, si muove attraverso elementi effimeri e corporei, unendo tracce tangibili della storia moderna, contemporanea e del Romanticismo. Il naufragio diventa cosi allo stesso tempo un evento temporale causa di rovina, come anche una metafora ultima di complessi precedenti storici.

La rivisitazione del naufragio da parte di Brown rievoca la filosofia di Gianni Vattimo, Pensiero Debole, fondata sulla comprensione e reinterpretazione dei fatti storici in un’ottica postmoderna che offre un modello di verità mobile e suscettibile di infinite interpretazioni. I motivi espressivi e sensuali delle opere di Brown, dai naufragi ai bagnanti alle spiagge, richiamano il susseguirsi dei cambiamenti tecnologici, sociali e politici attuali, facendone trasparire la storia: le prime migrazioni, le crisi geopolitiche e ambientali e le politiche sociali.
In We Didn’t Mean to Go to Sea Brown riafferra il passato, per indagare i limiti e le possibilità dell’arte di mantenere un occhio critico sul mondo politico.

Cecily Brown è nata a Londra nel 1969, vive e lavora a New York. Le collezioni pubbliche in cui sono presenti le sue opere includono Solomon R. Guggenheim Museum, New York; Whitney Museum of American Art, New York; Tate, London. Le sue personali: Cecily Brown, Louisiana Museum of Modern Art, Humblebaek, Denmark (2018); Triumph of the Vanities II, The Metropolitan Opera House, New York (2018); If Paradise Were Half as Nice, Instituto Tomie Ohtake, Sao Paulo; mostra ora esposta presso il Museo Oscar Niemeyer, Curitiba, Brazil; The Iberê Camargo Foundation, Porto Alegre, Brazil (2018); Cecily Brown: Rehearsal, MCA Santa Barbara, CA (2018); Cecily Brown: Shipwreck Drawings, the Whitworth Art Gallery, Manchester, UK (2017); Cecily Brown: Rehearsal, The Drawing Center, New York (2017); Madrepora, Thomas Dane Gallery, London, UK (2017).