Cerimonia proclamazione vincitori Bridge Art
Cerimonia di proclamazione dei vincitori del Bando internazionale lanciato il 28 agosto scorso da Bridge art // contemporary visions, per l’assegnazione delle prossime residenza artistica full(Y)_grounding 2019.
Comunicato stampa
Lunedì 10 dicembre alle ore 17:00 si svolgerà a Roma presso la Sala da Feltre via Benedetto Musolino, 7 (Orti in Trastevere), la cerimonia di proclamazione dei vincitori del Bando internazionale lanciato il 28 agosto scorso da Bridge art // contemporary visions, per l’assegnazione delle prossime residenza artistica full(Y)_grounding 2019.
Interverranno alla cerimonia: Lori Adragna, co-fondatrice e direttrice artistica di Bridge Art, Antonio Arévalo - Poeta, critico e curatore d'arte contemporanea, (Roma). Maria Rosa Jijón - Artista, Responsabile Culturale del IILA, Istituto Italo-Latinoamericano (Quito/Roma). Modera l’incontro Helia Hamedani - Storica dell'arte, critica e curatrice d'arte contemporanea (Teheran / Roma).
L’evento è realizzato grazie alla collaborazione con Roberta Melasecca - Interno 14 Next e alla partnership con Sala da Feltre, Roma
La residenza promossa da Bridge Art, progetto con il patrocinio del Comune di Noto, in partenariato con l’Istituto Gestalt H.C.C.- Italy e con il C.U.M.O Centro Universitario Mediterraneo Orientale, avrà luogo dal 14 gennaio al 10 febbraio 2019 a Noto, Patrimonio dell’Unesco, all'interno di Tenuta La Favola, un’azienda vitivinicola a impatto zero da anni all'avanguardia in tecniche di produzione biologica.
Rivolto agli artisti di ogni nazionalità, l'invito a candidarsi proponendo un progetto di arte contemporanea in dialogo col tema: "il vuoto fertile / the fertile void”
Tra tutti i progetti pervenuti e ritenuti idonei, sono stati selezionati 10 finalisti:
Finalisti Bando Bridge Art
VALENTINA SCIARRA BLOODLESS TRASFORMATION OF STONE
SIMONE CAMETTI 24 CARATI
AISHA GIANNA MULLER DOVE IL TEMPO SVANISCE
BENEDETTA SEGALA ECO DI VOCI
FEDERICA GONNELLI IL NOME DELL’ASSENTE
PIOTR HANZELEWICZ IL VUOTO FERTILE OVVERO L’EFFETTO CASIMIR SECONDO PIOTR […]
VANIA BROCCOLI INTRECCI
LUCIA MARCHESIN PROGETTO ORIZZONTE
SONIA ANDRESANO RIPIENO DEL VUOTO
PETER KIM THE HOSPITALITY OF THE VOID
I 10 progetti selezionati sono stati sottoposti per la valutazione finale ad una Giuria che come da regolamento viene rinnovata ogni anno. La Commissione, presieduta da: Salvatore Cavallo - Presidente del C.U.M.O. e dalla direzione di Bridge Art (Valeria Valenza, Direttrice e Lori Adragna Direttrice Artistica), è composta da alcuni membri del comitato scientifico ai quali si aggiungono di anno in anno nuovi esperti in vari settori.
Commissione di Giuria 2019
• Antonio Arévalo - Poeta, critico e curatore d'arte contemporanea, già addetto culturale della Ambasciata del Cile in Italia (Roma)
• Angela Basile - Psicologa, psicoterapeuta, didatta dell’Istituto di Gestalt – H.C.C.- Italy (Siracusa / Palermo )
• Filadelfio Brogna - Agronomo, Direttore Riserva Naturale di Vendicari (Siracusa)
• Martina Cavallarin - Critica e curatrice indipendente di arte contemporanea (Milano / Venezia)
• Pietro Fortuna - Artista (Roma)
• Helia Hamedani - Storica dell'arte, critica e curatrice d'arte contemporanea (Teheran / Roma)
• Maria Rosa Jijón - Artista, Responsabile Culturale del IILA, Istituto Italo-Latinoamericano (Quito/Roma)
• Maria Giovanna Musso - Docente di Sociologia del mutamento, della creatività e dell’arte, Sapienza, Università di Roma
• Santa Nastro - Critica e giornalista, staff di direzione di Artribune (Roma)
• Isabella Pers - Artista, cofondatrice e ideatrice di RAVE East Village Artist Residency (Udine)
La valutazione dei progetti che ne ha privilegiato la qualità e l’originalità ha tenuto conto dei principi cardine su cui si fonda BridgeArt:
• Valorizzazione della presenza multiculturale nel progetto.
• Qualità della proposta progettuale
• Coerenza del progetto con il tema e con principi della residenza
• Potenzialità di porsi in relazione con i contesti locali
Le residenze Bridge Art fanno parte di un più ampio progetto d’arte con l’obiettivo di creare una fucina laboratorio di sperimentazione delle più recenti ricerche del contemporaneo in un sito sensibile ai temi ambientali e legati all’eco-sostenibilità per creare, non solo metaforicamente, una piattaforma multiculturale che sia ponte tra realtà straniere e italiane.
info
Cerimonia di proclamazione dei vincitori
del bando di residenze Bridge Art 2019
10 dicembre ore 17:00 -19:00
Roma, Sala da Feltre via Benedetto Musolino, 7 (Orti in Trastevere)
[email protected]
www.bridgeart.it
official sponsor media partner partners
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cultural partners technical partner
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TEMA
Il vuoto fertile
Pieno e vuoto sono stati tradizionalmente associati dalla cultura occidentale ai concetti di essere e non essere. Solo più di recente con la fisica quantistica il vuoto è stato pensato come un equilibrio dinamico di particelle di materia e di antimateria in continua creazione e annichilazione. Una circolarità ben nota alla saggezza orientale per la quale esso altro non è che il luogo in cui e da cui tutto si genera. Luogo di fertile confusione. “C’è una sola via attraverso cui possiamo contattare gli strati più profondi della nostra esistenza, ringiovanire il nostro pensiero e raggiungere l’intuizione (l’armonia del pensiero e dell’essere): Il silenzio interno” (Perls)*.
Per “vuoto fertile” non si intende quindi il vuoto in sé, o il nulla assoluto, quanto piuttosto quel preludio necessario al nostro progredire e alla realizzazione d’ogni atto creativo e responsabile. È dunque un concetto che invita, dopo aver sperimentato il caos che sempre più ci assedia, a metterci in ascolto, facendo spazio ad una dimensione più essenziale e prolifica. Fuori dalla chiassosa babele di certi media e politici irresponsabili, amplificata poi dai social, dai toni rissosi di chi pensa di farsi ragione perché urla più forte degli altri. Una cultura superficiale e regressiva che fomenta e legittima odio e violenza, razzismo e xenofobia.
Il “vuoto fertile” coglie il senso del processo per cui tutto si trasforma: una composizione nella quale l’individuo può sperimentarsi come tessera di un mosaico biologico naturale in evoluzione. Lungi dal rappresentare il luogo della passività o dell’isolamento, lo immaginiamo come motore di un dialogo fattivo tra le parti entro cui il linguaggio del corpo e quello del discorso si trasformano in scelte di vita e azioni nuove.
*Fritz Perls, Ego, Hunger and Aggression: the Beginning of Gestalt Therapy (1947), trad. Mario Polito e Maria Clelia Fabris, L'Io, la fame, l'aggressività: l'opera di uno psicoanalista eretico che vide in anticipo i limiti fondamentali dell'opera di Freud, a cura dell'Istituto di Gestalt - H.C.C., Franco Angeli, Milano