Cesare Biratoni – Nessuno è più stupido di un pittore
Questa mostra prescinde dall’acqua, ma espone il cammino: un insieme dilatato di passi; un elenco esteso di frammenti visivi. Un archivio che ha le caratteristiche della lista ma manca dell’autorità dell’Arconte, del potere ermeneutico che deriva in fondo dalla “nobiltà” del fine.
Comunicato stampa
“Bête comme un peintre”, scriveva Marcel Duchamp, e questa mostra è dedicata alla pittura e alla stupidità che la regge.
Stupidità nella sua accezione originaria, la quale ha a che fare con lo stupore. E’ lo stupore che tesse le trame di una voracità visiva di cui si nutre il fare del pittore. Ma prima ancora che le immagini costituiscano le basi di nuove immagini, qui sono rincorse principalmente per il loro potere seduttivo, come valore in sé. Niente di “eroico” il più delle volte, o di particolarmente enfatico. Spesso si tratta di un’applicazione anche pedissequa, meticolosa, quasi amatoriale, fatta di suggestioni che conducono ad altre suggestioni, entro un bisogno di raccolta.
E raccogliere immagini come fine, è perdere tempo. Alla base vi è l’insensatezza ossessiva del collezionista o il senso acuito del rabdomante; in ogni caso è un’applicazione tanto reiteratamente scrupolosa quanto disutile, anche perché ammesso che si trovi l’acqua, l’acqua non serve ora e qui.
Questa mostra prescinde dall’acqua, ma espone il cammino: un insieme dilatato di passi; un elenco esteso di frammenti visivi. Un archivio che ha le caratteristiche della lista ma manca dell’autorità dell’Arconte, del potere ermeneutico che deriva in fondo dalla “nobiltà” del fine.
Le immagini raccolte non sono un prima che si legittima in un dopo ma esse sono già il dopo. Rispetto al dopo che siamo abituati a riconoscere come tale assumono il valore di un equivalente sincronico.
Esse mettono a dimora un’intimità e implicitamente ne segnano un passaggio istituzionale dal privato al pubblico: per questo hanno il valore di un “quadro”; né più né meno.
“Non c’è niente che mi infastidisca più delle immagini”, mi diceva Cesare Biratoni.
Ermanno Cristini
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RISS(E)
studio di Ermanno Cristini, Via S. Pedrino 4, Varese
I sentieri si costruiscono viaggiando.
(Franz Kafka)
Non c’è etica senza riattribuzione del senso e non c’è senso senza ripensamento del valore del fare.
Riss(e) nasce così. Oggi la realtà è talmente cruda da non consentire perbenismi. Dunque un terreno di confronto fuori dai limiti.
E poi “Riss” in tedesco è “fessura”, “crepa”, “squarcio”; e dalla crepa entra la luce.
È valicando i limiti che si può riattribuire un senso al fare e più nello specifico al fare artistico.
Non è cosa nuova, ma forse ora assume il valore di un’emergenza imprescindibile.
Valicare i limiti è varcare i confini: è l’attitudine del viandante. Senza mappa, senza meta, senza ritorno; perché l’unica meta è il ricominciare ad andare via.
Riss(e) ha questo spirito. È uno spazio fisico solo accidentalmente perché non può essere “qui”. Riss(e) vuole essere piuttosto un “dovunque”, un “altrove”; una sorta di piattaforma che si sposta trovando nell’erranza la propria dimensione etica.
Riss(e) non è un project-space perché non ha una linea curatoriale organica. Propone “mostre”, anche ma non soprattutto, e vuole misurarsi con un continuo “fuori registro” ; quella condizione che deriva dalla consapevolezza che, abbandonata la mappa, non resta che stupirsi degli incontri.
Riss(e) raccoglie una disposizione al dialogo che ha fatto nascere altri progetti, come ROAMING, L’OSPITE E L’INTRUSO, DIALOGOS; diversi tra loro ma accomunati da un bisogno di confronto, in una dimensione relazionale che attraversa la domanda sul “che fare? “ un po’ con lo spirito dell’interrogativo di Leonardo da Vinci: “la luna, come sta la luna?”.
Ermanno Cristini
(Riss(e) è nata con il contributo ideale e di discussione di diversi “passanti”: Cesare Biratoni, Sergio Breviario, Alessandro Castiglioni, Giancarlo Norese, Vera Portatadino, Luca Scarabelli.
Oggi ha incrociato sta incrociando altri “passanti”, tra cui: Marion Baruch, Antonio Catelani , Mario Casanova Salvioni, Viviana Checchia, Clement Project, Francesca Marianna Consonni, Valerio Del Baglivo, Alessandro Di Pietro, Diana Dorizzi, Simone Frangi, Daniele Geminiani, Cecilia Guida, Patrick Gosatti, The Island, Erika La Rosa, Luc Mattenberger, Andrea Magaraggia, Francesco Mattuzzi, Metamusa, Concetta Modica, Giovanni Morbin, Adreanne Oberson, Chiara Pergola, Cesare Pietroiusti, Jean Marie Reynier, Lidia Sanvito, Noah Stolz, Marco Tagliafierro, Temporary Black Space, Virginia Zanetti.
In attesa dei prossimi.)
http://risse-art.blogspot.it