Cesare Pietroiusti – Agenti patogeni e morfogenesi del disegno
Una personale di Cesare Pietroiusti con un testo critico di Jens Hauser.
Comunicato stampa
Spazio Murat ospita e produce la mostra dell’artista di fama internazionale Cesare Pietroiusti. Nell’hub culturale del Comune di Bari in piazza del Ferrarese, gestito da Impact Hub Bari, giovedì 11 luglio alle ore 19.00 si inaugura “Agenti patogeni e morfogenesi del disegno. Tremila opere in fieri”. Agenti patogeni e morfogenesi del disegno è la mostra di Cesare Pietroiusti prodotta da Spazio Murat che indaga e illustra il modo in cui agenti non-umani agiscono nel tempo sulla carta, creando forme, disegni, colori. Il 5 settembre, durante la giornata di chiusura, questi tremila disegni saranno autografati e regalati dall'artista a chiunque ne faccia richiesta.
“Mi sono convinto - spiega Pietroiusti - che esistono due modi di disegnare. Uno, quello tradizionale, in cui il progetto mentale, ovvero l’intenzione di produrre una determinata forma – più o meno “realistica” ovvero somigliante a qualcosa di esistente nella realtà – precede la produzione del disegno, accordandosi con l’azione della mano che esegue tale produzione. Un altro modo, invece, lascia la responsabilità della produzione morfogenetica ad altre agentività e si limita, per così dire, a “riconoscere” la forma al momento in cui essa si genera. In questo secondo caso l’immagine mentale non precede ma segue l’azione”.
Nello Spazio Murat ci saranno tre grandi tavoli, su ciascuno dei quali saranno posizionati mille fogli bianchi che per tutta la durata della mostra saranno sottoposti all’azione di acqua satura di sale, di ossido di ferro (la comune ruggine) e aspergillus niger (un fungo che cresce sul pane e che è in grado di attaccare e macchiare la carta). Il pubblico presente all'apertura potrebbe dunque sentirsi invitato a un anti-vernissage, come lo ha definito lo stesso Jens Hauser nel suo testo critico sulla mostra: “sebbene l'artista sia presente, il “lavoro artistico” sarà eseguito in sua assenza, da forze creative altre rispetto all’umano – più una performance nel tempo e attraverso il tempo che una mostra di oggetti nello spazio”. Il progetto è una riproposizione ampliata di un lavoro realizzato dall’artista in occasione della mostra “Nowhere”, evento collaterale della Biennale di Venezia del 2005, curato dalla Fondazione Olivetti.
Il tempo, la delega di autorialità e la svalutazione dell'opera come oggetto di valore economico sono tre concetti fondamentali a cui si lega la ricerca di Cesare Pietroiusti e che trovano pieno compimento in questo lavoro per Spazio Murat. "Sui 3000 fogli in mostra - spiega ancora Jens Hauser - forme e motivi emergeranno e si trasformeranno in base a fattori sia abiotici che biotici di agenti applicati alla carta, senza considerare la presenza e il potenziale impatto fisiologico dei visitatori che seguono i percorsi attraverso l'installazione performativa. Il gesto di firmare tutti i pezzi individualmente e di regalarli alla fine della mostra svaluta auto-ironicamente il principio dell'autorialità individuale, quando la contemplazione e la collezione vengono sostituite da interazione, contaminazione e degradazione volontaria, sfuggendo al controllo dell'artista nonostante il set iniziale di regole. I tre 'cavalli da lavoro' scelti per questa occasione da Cesare Pietroiusti rappresentano le tre principali discipline delle scienze naturali moderne nella tradizione occidentale: fisica (cloruro di sodio e acqua), chimica (ossido di ferro) e biologia (muffa Aspergillus niger). Tutti questi agenti sono tradizionalmente una sfida per i conservatori d'arte e i restauratori della carta ma generalmente portano l'ambiguità di avere connotazioni sia negative che positive."
Una mostra da visitare e rivisitare per cogliere il processo e i cambiamenti che gli agenti patogeni apporteranno alla carta, disegnando forme, facendo emergere colori, trasformando la materia, cambiando così i concetti di performance, autorialità e tempo.
Sulla scia di questo concetto di coinvolgimento diretto del pubblico s’inserisce l’iniziativa della card “Amici di Spazio Murat” che rende i cittadini parte attiva della produzione culturale dello spazio culturale di piazza del Ferrarese, un laboratorio di sperimentazioni artistiche che anticipano i trend del futuro.
BIO
Cesare Pietroiusti
Nato a Roma nel 1955, vive a Roma. Laurea in Medicina, 1979, con tesi in Clinica Psichiatrica. Co-fondatore del Centro Studi Jartrakor, Roma, 1977 e della Rivista di Psicologia dell’Arte, Roma, 1979.
Uno dei coordinatori delle residenze “Oreste”, Paliano e Montescaglioso 1997-2000; del progetto “Oreste alla Biennale”, 50.ma Biennale di Venezia, giugno-novembre 1999 e del convegno “Come spiegare a mia madre che ciò che faccio serve a qualcosa?”, Link, Bologna, 1997. Co-fondatore di Nomads & Residents, New York, 2000.
Membro del Comitato Scientifico e co-curatore del Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti di Como, 2006-2011.
MFA Faculty presso Art Institute of Boston at Lesley University, 2009-2016.
Presidente Azienda Speciale Palaexpo, Roma, 2018-2022.
Docente di “Laboratorio Arti Visive”, IUAV, Venezia, 2004 – in corso.
Co-fondatore e Presidente della Fondazione Lac o Le Mon, San Cesario di Lecce, 2015 – in corso. Dal 1977 ha esposto in spazi privati e pubblici, deputati e non, in Italia e all’estero
Negli ultimi anni il suo lavoro si è concentrato soprattutto sul tema dello scambio e sui paradossi che possono crearsi nelle pieghe dei sistemi e degli ordinamenti economici. A partire dal 2004 ha irreversibilmente trasformato altrui banconote; distribuito gratuitamente decine di migliaia di disegni individualmente prodotti e firmati; venduto storie; ingerito banconote al termine di un’asta per poi restituirle al legittimo proprietario dopo l’evacuazione; aperto negozi in cui la merce in vendita sono banconote e la “valuta” con cui si possono acquistare è lo sguardo dell’acquirente; organizzato ristoranti in cui al termine del pasto, invece di pagare, si ricevono i soldi del prezzo del cibo scritto sul menu, allestito mostre in cui le opere sono in vendita non in cambio di denaro, ma delle idee o delle proposte dei visitatori. www.pensierinonfunzionali.net www.nonfunctionalthoughts.net
Jens Hauser
Jens Hauser è uno studioso dei media, scrittore e curatore d'arte con sede a Parigi, e il suo campo di interesse è in particolare quello delle interazioni tra arte e tecnologia. Dal 2022 è professore di Storia dell'Arte presso il Karlsruhe Institute of Technology (KIT). È anche ricercatore presso il Medical Museion dell'Università di Copenhagen, nonché illustre membro di facoltà del Dipartimento di Arte, Storia dell'Arte e Design della Michigan State University, dove co-dirige il programma di residenza artistica BRIDGE. All'intersezione tra storia dell'arte ed epistemologia, ha sviluppato una teoria della biomedialità come parte del suo dottorato presso la Ruhr-Universität Bochum. Possiede anche una laurea in giornalismo scientifico presso l'Université François Rabelais di Tours. Già giornalista e regista, è stato collaboratore e fondatore del canale culturale europeo ARTE dal 1992. Come curatore, ha organizzato circa 30 mostre e festival internazionali.
La programmazione 2024 di Spazio Murat, condivisa con il Comune di Bari, è in partnership con la Regione Puglia. Ed è sostenuta da DMB e Pepe Graphic.