Chain Reaction. Film e video dall’Ucraina
videogallery del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo ospita la rassegna Chain Reaction. Film e video dall’Ucraina, un progetto che racconta l’Ucraina e la sua ricca produzione artistica e culturale attraverso le voci e lo sguardo delle nuove generazioni di artisti.
Comunicato stampa
Chain Reaction. Film e video dall’Ucraina
una rassegna video per raccontare l’Ucraina
e la sua produzione artistica e culturale
attraverso lo sguardo delle nuove generazioni di artisti
a cura di Mykola Ridnyi, Alessandra Troncone
con il patrocinio dell'Ambasciata d'Ucraina nella Repubblica Italiana
Piotr Armianovski (Donetsk, 1985) | Uli Golub (Kharkiv, 1990) | Dana Kavelina (Melitopol, 1994) | Oksana Kazmina (Yakovlevo, 1984) | Zoia Laktionova (Mariupol, 1984) | Oleksiy Radynsky (Kyiv, 1984) | Mykola Ridnyi (Kharkiv, 1985) | Daniil Revkovskyi (Kharkiv, 1993) e Andriy Rachinsky (Kharkiv, 1990) | Ruins collective [Elias Parvulesco (Kyiv Region, 1985), Svitlana Pototska (Chernihiv, 1976), Teta Tsybulnyk (Kyiv, 1987)] | Anna Scherbyna (Zaporizhia, 1988)
dal 3 al 15 maggio 2022
videogallery | ingresso gratuito negli orari di apertura del Museo
info https://www.maxxi.art/events/chain-reaction/
Roma, 29 aprile 2022. A partire da martedì 3 maggio la videogallery del MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo ospita la rassegna Chain Reaction. Film e video dall’Ucraina, un progetto che racconta l’Ucraina e la sua ricca produzione artistica e culturale attraverso le voci e lo sguardo delle nuove generazioni di artisti.
La rassegna, a cura di Mykola Ridnyi e Alessandra Troncone, è realizzata con il patrocinio dell'Ambasciata d'Ucraina nella Repubblica Italiana.
Concepita come una narrazione fluida tra passato, presente e futuro, Chain reaction riunisce una selezione di film e video presentati in sequenza, una catena in cui temi diversi si intrecciano e si richiamano l’un altro e ogni lavoro è implicitamente connesso all’altro.
La sequenza si apre con uno sguardo a volo d’uccello sulla riserva di Zamglai, una delle più grandi aree paludose in Ucraina, e si chiude con l’immagine distopica – forse profetica – di un scenario apocalittico da cui è scomparsa la presenza umana.
Da questa “reazione a catena” emergono temi, eventi e aspetti legati al contesto socio-politico ucraino: la guerra nelle regioni di Donetsk e Luhansk scoppiata nel 2014, la massiccia emigrazione lavorativa verso paesi dell’Unione Europea, la lotta dei diritti umani, delle istanze femministe e del movimento LGBTQ, la trasformazione urbanistica e la questione ecologica.
Sin dallo scoppio della guerra, il MAXXI è in prima linea per sostenere gli artisti e le popolazioni ucraine con diverse iniziative.
A partire dalla decisione di devolvere al fondo per l’emergenza umanitaria in Ucraina costituito da UNHCR, UNICEF e Croce Rossa una parte degli incassi del Museo (oltre 34.600 euro); con la mostra appena conclusa Ukraine. Short Stories, ricognizione sulla scena artistica ucraina contemporanea attraverso le opere di 140 artisti, organizzata con la Fondazione Imago Mundi; con la recente partecipazione all’asta di beneficenza a sostegno dell’Ucraina organizzata a Venezia in occasione della 59. Biennale Arte in cui il Museo ha acquisito un collage dell’artista Louise Nevelson.