Chiara Castria – Lungo i fiumi di Babilonia
Ispirata ad un rilievo assiro del Museo del VII sec.a.C. l’opera, di ferro dipinto e legno, sarà esposta sulla balconata esterna del Museo, prospiciente via dei Baullari.
Comunicato stampa
L’opera “Lungo i fiumi di Babilonia” dell’artista Chiara Castria, trae ispirazione da un rilievo assiro del VII secolo a.C. proveniente dal Palazzo di Assurbanipal a Ninive. Lo spirito dei luoghi e dei tempi che evoca reminiscenze da favola, è qui riproposto nelle sue note dolenti rappresentate dalla deportazione di un gruppo di prigioniere babilonesi in un paesaggio scandito da alberi di palma.
Cuore della scultura è l’immagine commovente di una donna che si china verso un bambino, mentre la compagna, che reca con sé le sue poche e povere cose, si volge indietro in un gesto di straziante rimpianto per la terra perduta.
Collocata sulla balconata esterna del Museo, affacciata su via dei Baullari, l’opera, di grande suggestione e di notevole impatto visivo, presenta una serie di sagome in lamiera metallica dipinta di rosso, saldamente ancorate a terra, alte circa 3 metri, che riproducono le figure rappresentate nel rilievo.
L’evento è promosso dall’Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico – Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale e curato da Maddalena Cima. Servizi museali di Zètema Progetto Cultura.
A dare il titolo all'installazione è il primo verso del salmo 137 che richiama il grido di dolore degli Ebrei deportati a Babilonia dal re Nabucodonosor, ma che può riportare alla mente infinite storie di popoli strappati dalle loro terre: tuttora lungo le stesse rotte geografiche si compie l'eterno dramma dei migranti, realtà di dolore e di speranza che segna la percezione della nostra storia quotidiana.
Intento dell’artista è quello di catturare quelle immagini che la quotidianità e la ripetizione rischiano di banalizzare, e conferire ad esse la capacità di coinvolgere lo spettatore, anche il più distratto, e provocarne la reazione: l'unico sentimento non ammesso è l'indifferenza.
Le casse di legno grezzo su cui poggiano le sagome alludono alla conservazione degli oggetti archeologici nei magazzini dei musei e rinsaldano il legame tra l’opera contemporanea e il suo richiamo all’ antico.
Lungo i fiumi di Babilonia rappresenta un’ottima occasione per richiamare l’attenzione del pubblico sulle opere di scultura antica raccolte da Giovanni Barracco e per approfondire diversi temi e spunti suggeriti dal percorso museale attraverso diverse migliaia di anni di storia del Mediterraneo, anche approfittando delle aperture serali dell’estate romana.