Chiara Gambirasio – Vedere Dentro
mostra personale dedicata all’artista italiana classe 1996 Chiara Gambirasio, intitolata Vedere Dentro.
Comunicato stampa
Glenda Cinquegrana Art Consulting è lieta di presentare la mostra personale dedicata all’artista italiana classe 1996 Chiara Gambirasio, intitolata Vedere Dentro. Reduce dall’esposizione personale al Museo del Novecento di Firenze curata da Sergio Risaliti, l’artista bergamasca con Vedere Dentro si propone di ampliare alcuni dei contenuti delineati nella mostra fiorentina con alcuni lavori realizzati appositamente per gli spazi della galleria.
Alla base della ricerca della Gambirasio si trova il concetto di Kenoscromìa che, nato dall’unione di due parole greche kenos, vuoto e kromìa, colore, si spiega come termine che tenta di descrivere la vibrazione delle cose vive che arriva ai nostri occhi attraverso l’incessante cambiamento della materia. Questo movimento vitale è immagine di una potenza metafisica, oltre che fisica, che chiamiamo vuoto. Come dice Gabi Scardi, curatrice della mostra, il concetto di vuoto è interpretato dalla Gambirasio come spazio delle possibilità e il colore è vissuto come veicolo di intuizioni e corrispettivo di una visione soggettiva del mondo. Entrambe queste entità, il vuoto e il colore, sono intese dall’artista come chiave di accesso a dimensioni del quotidiano che eccedono l’immediatamente percepibile; dimensioni che si ritrovano nel micro e nel macro, nello spazio interiore come nel cosmo.
Vedere dentro è incentrata su i Cosmi in vasi, recipienti aperti, il cui fondo costituisce un varco luminoso, una soglia a partire dalla quale intraprendere un viaggio nel profondo, prosegue Gabi Scardi. La caratteristica misteriosa di queste opere è che ogni cosmo costudisce una riserva di spazio, di colore e di luce. Il loro interno si schiude, si anima e si dilata secondo modalità irripetibili.
Per questa mostra, l’invito che l’artista fa allo spettatore è ad entrare e a godersi la dimensione quieta e ignota che si nasconde sotto i nostri piedi. All’ingresso dello spazio espositivo, la prima opera visibile è un pendolo, che indica una direzione obliqua di tensione verso il basso; una serie di opere su carta rappresentano una ramificazione sotterranea che cambia il proprio significato a seconda del colore che riempie il vuoto. Infine, le tavolette in gesso sulle quali appaiono ibridi metamorfici e animali alati esprimono la capacità di vivere quella condizione di sospensione a lungo ricercata dall’artista. L’esposizione racconta una mutazione continua in cui nulla è uguale a sé stesso. Se come afferma la Gambirasio, la dimensione del vuoto è unica e necessaria affinché la vita si possa manifestare […]; risiedere nel vuoto significa sospendere il tempo e sorvolare le cose.