Chiara Marylou e Cesare Lavel Francia – Mirage. Attraverso te
Chiara Marylou e Cesare Lavel Francia osservano il mondo filtrandolo attraverso le trasparenze di gemme preziose. Con gli strumenti della digital art e della fotografia, questi due artisti hanno generato un’estetica di metafisica liquida dove il tempo non si misura in ore ma in colori.
Comunicato stampa
Chiara Riccò aka Marylou e Cesare Lavel Francia non hanno scelto a caso il termine “Miscela Studio” per battezzare la loro collaborazione. Ciò che li accomuna – e che rende quantomai solida la partnership – è, di fatto, non avere posto dei confini precisi alla definizione della propria identità artistica e di essere mossi da una necessità di cambiamento costante, che ci auguriamo possa non assopirsi nel tempo. Storie diverse, vite diverse, luoghi diversi: è questa la “miscela” che ha portato alla concretizzazione di MIRAGE – ATTRAVERSO TE.
Ciò che osserviamo oggi, è la punta di un iceberg, la somma di un percorso propedeutico che li ha portati a far convergere in un unico, preciso istante le esperienze che li hanno plasmati nell’ultimo decennio. Se leggessimo le loro storie senza conoscerli, daremmo loro un’altra età, perché ci sembra difficile avere fatto così tanto in così poco tempo.
Marylou inizia il suo percorso dedicandosi al design dei gioielli per poi dedicarsi alla Digital Art, Cesare alterna gli studi umanistici e artistici con la fotografia. Questi tasselli del loro mosaico di vita sono fondamentali per comprendere e definire MIRAGE – ATTRAVERSO TE.
Marylou si immerge prima nell’artigianalità e nel “saper fare”, conosce e modella la materia preziosa, ne coglie la fascinazione atavica e la trasporta nel contemporaneo. Ed è proprio questa sua necessità di rendere tutto up-to-date che la porta ad abbandonare la forma concreta per dedicarsi alla forma astratta: gli strumenti sul tavolo di lavoro e la fiamma della forgia vengono sostituiti dal digitale, ma l’approccio non cambia, definito da quell’inarrestabile impulso a sfondare le barriere del consueto.
Cesare sceglie la fotografia come centro gravitazionale del suo universo. Il suo occhio e l’obiettivo diventano un’unica entità alla ricerca di emozioni da fissare nel tempo. Impara la tecnica lasciandosi guidare dall’istinto, esplora gli stili elaborando il proprio, analizza i contrasti e sceglie il proprio gradiente.
Poi, i due si incontrano e l’alchimia produce la Miscela.
Questa esposizione è il risultato della sovrapposizione dei layers che i due artisti sono riusciti a generare con le rispettive esperienze e sensibilità, strati sottilissimi di pensieri intercalati che, uno sull’altro, si completano vicendevolmente, generando un tessuto narrativo di indiscutibile solidità.
Chiara Marylou e Cesare Lavel Francia osservano il mondo filtrandolo attraverso le trasparenze di gemme preziose. Con gli strumenti della digital art e della fotografia, questi due artisti hanno generato un'estetica di metafisica liquida dove il tempo non si misura in ore ma in colori.
Ametista, smeraldo e topazio sono le tonalità delle pietre che Marylou ha trasportato dalla dimensione fisica a quella virtuale, come una fattucchiera che polverizza la materia riducendola in pixel. Una volta immerse nel suo calderone digitale, le gemme hanno subìto altri passaggi di stato e dopo avere sperimentato stati multiversali solidi e liquidi, si sono cristallizzate in nubi gassose dai riflessi cangianti.
Riportate sul piano tridimensionale le gemme sono state compresse nella bidimensionalità, pur conservando magicamente le loro proprietà di rifrazione e, in ultimo, sono state spalmate su specchi che ne ricostruiscono le geometrie spaziali.
Gli “Essenziali” e i “Minimal” di Marylou diventano porte di comunicazione tra due realtà: il nostro riflesso nello specchio viene attratto magneticamente dalla profondità di una galassia compressa in una frazione di millimetro. Una volta dentro non è dato di sapere cosa vedremo, ma accettiamo la sfida.
L’obiettivo di Cesare raccoglie le fluttuazioni di queste polveri alchemiche, che si fissano sull’immagine trasfigurandola al di fuori del tempo e dello spazio.
Come un laser chirurgico, l’impercettibile lama che separa la luce dall’oscurità taglia di netto le forme architettoniche inquadrate dal fotografo, disegnando pieni e vuoti che vengono riempiti alternatamente dal colore e dalla sua totale assenza.
Pari a sagome di una scenografia teatrale, i palazzi diventano giochi prospettici puri, solidi geometrici che convivono in una costante magrittiana di sospensione tra notte e giorno, verità e finzione, naturale e artificiale.
Su questo schema pittorico inquadrato nello scatto, i colori arancio, smeraldo e viola si distribuiscono come materia fluida per equilibrare la lettura emotiva dell’opera, stemperando la crudezza brutalista con la percezione subliminale che il nostro occhio imprime soggettivamente in ogni nuance.
Serenità e inquietudine si fondono in una realtà indefinita dove le poche figure umane presenti nel landscape sono poco più di ombre senza funzione, ospiti inattesi che richiamano, in lontananza, memorie di De Chirico.
La chiave di lettura della mostra, l’overview che la solidifica, sta nel confronto tra i due artisti, nella Miscela, appunto, che li lega e che li rende totalmente complementari, come le tinte che utilizzano.
La morbidezza aerea di Marylou aderisce perfettamente alla severità tagliente di Lavel Francia: si toccano, si studiano, si comprendono, si completano.
Nel rollercoaster emozionale sul quale ci trascinano, veniamo sottoposti a irresistibili stimolazioni che giocano con i nostri sensi. Vorremmo toccare la tridimensionalità dove esiste solo la bidimensionalità, vorremmo rimanere impassibili davanti alle esplosioni cromatiche di una galassia che riflette il nostro volto e il nostro subconscio, vorremmo entrare in uno spazio che ci attrae e respinge come un polo magnetico impazzito.
ll MIRAGE creato da Chiara Marylou e Cesare Lavel Francia è un enigma che può essere risolto soltanto ATTRAVERSO TE.
Testo critico a cura di Fabrizio Modina