Cho Sung-Hee – Efflorescence
La Fondazione Mudima, in collaborazione con la Opera Gallery di Parigi, è lieta di presentare la prima mostra personale in Italia di Cho Sung-Hee (Corea,1949), artista visionaria che coniuga con successo la tradizione artigianale coreana, il cosiddetto hanji – carta fatta a mano ricavata dalle foglie macinate degli alberi di gelso – con una sensibilità artistica unica.
Comunicato stampa
La Fondazione Mudima, in collaborazione con la Opera Gallery di Parigi, è lieta di presentare la prima mostra personale in Italia di Cho Sung-Hee (Corea,1949), artista visionaria che coniuga con successo la tradizione artigianale coreana, il cosiddetto hanji - carta fatta a mano ricavata dalle foglie macinate degli alberi di gelso - con una sensibilità artistica unica, attraverso la creazione di immagini visive e narrative straordinarie ottenute da una complessa relazione tra colori e texture.
La rassegna propone un nucleo di circa trenta opere, realizzate fra il 2014 e 2019 appositamente per gli spazi della Fondazione. Sono lavori che appaiono come una superficie monocromatica, un unico colore uniforme - rosso vivo, grigio tenue, bianco puro - con cui Cho Sung-Hee fa esplicitamente riferimento a quello che probabilmente è stato il più importante movimento artistico della Corea del tardo XX secolo, conosciuto con il nome di “Monochrome Art Movement” che ebbe fra i principali promotori gli artisti Lee Ufan (1936), Seo-bo Park (1931) e Young Woo Kwon (1926), artisti noti per aver dato vita ad un'arte che esplora il colore, esamina la superficie, esprime la trama e le sfumature e contiene un'ampia varietà di emozioni, intenzioni e significati combinando le filosofie asiatiche con la formazione occidentale.
Cho Sung-Hee, nel costruire la superficie delle sue opere, usa un metodo di collage in cui ogni singolo elemento cartaceo, tagliato a mano o delicatamente strappato in piccoli cerchi e quindi stratificato con pigmenti a olio, viene collocato sulla tela per mezzo di minuscoli supporti, fatti anch'essi di carta arrotolata, e quindi giustapposto agli altri, conferendo all'opera l'effetto tridimensionale di una fioritura. Questi lavori, che contengono nel titolo la parola blossom ossia fioritura, appaiono come germinazioni, chiaro riferimento alla cultura tradizionale asiatica nel godere della bellezza della fioritura primaverile (Hanami), simbolo della fragilità, ma anche della rinascita e della bellezza dell'esistenza.
Un'estetica, quella dell'artista coreana, fondata sulla reciprocità del rapporto dell'uomo con la natura, dove carica e forza emotiva, pulsione ed esplosione emozionale trovano un connubio con la misura, la proporzione, l'unicità o la ripetizione ascetica e disciplinata della riflessione, della concentrazione ponderata del pensiero. Azione e meditazione, impulso e ragione si mescolano con quella suggestiva sensibilità orientale che non può non aver subito influenze dalle dottrine del buddismo e del taoismo.
Le opere di Cho Sung-Hee sono state esposte e raccolte in varie prestigiose istituzioni private e pubbliche tra cui Museum of Contemporary Art (Seoul), Sejong Art Center (Seoul), Telentine Art Center (Chicago), LA Korea Cultural Service (LA), New York Cultural Servizio (NY), società di mutuo soccorso e finanza (Seoul,) Domino Foods, Inc (NY).
La Fondazione Mudima persegue da diverso tempo un progetto culturale di grande respiro volto ad intensificare il rapporto tra l’Italia e i Paesi dell’Estremo Oriente, Corea, Giappone e Cina in particolare, come testimonia la mostra di Nam June Paik curata e organizzata a Palazzo Reale a Milano nel 1990.
La grande mostra “Italiana” promossa e curata dalla Fondazione in Giappone, a Yokohama (Tokyo) nel 1994, ha unito per la prima volta Arte Povera e Transavanguardia in un progetto assolutamente rivoluzionario per la scena artistica contemporanea; la Fondazione ha inoltre seguito l’organizzazione del padiglione coreano alla Biennale di Venezia del 1993 e la mostra “Civilization, City and Cars -From Leonardo Da Vinci to Pininfarina” tenutasi a Seoul nel maggio 1996. Nel 1995, inoltre, nello spazio del Casinò Municipale di Venezia la Fondazione ha realizzato il progetto “Asiana”, esposizione che vedeva coinvolti artisti cinesi, giapponesi e coreani.
Nello stesso anno, alla Biennale, è stata allestita una mostra di 20 artisti coreani contemporanei, con la partecipazione di Lee Ufan e Nam June Paik dal titolo The Tiger's Tail, 20 Corean Contemporary Artists for Venice '95.
Nel 2015 a Milano in occasione di Expo la Fondazione ha organizzato la grande mostra Mono-ha, gruppo d'avanguardia storica giapponese della seconda metà degli anni sessanta e, in questi ultimi due anni, le mostre dell'artista coreano Yoo Bong Sang, l'artista thailandese Sittiphon Lochaisong alias Bomb e dell'artista giapponese Katsuro Kimura.