Christian Hoehn – Megacities
Megacities è una raccolta di circa trenta vedute fotografiche di metropoli del mondo contemporaneo che Christian Hoehn (Bayreuth, 1968) ha racchiuso in monumentali lightbox. Le ragguardevoli dimensioni delle opere (m 2×1,5) non interferiscono con quella ricerca di assoluta perfezione formale che, negli anni, è diventata l’inconfondibile cifra stilistica del fotografo tedesco. L’eleganza della composizione, il nitore e la leggibilità dell’immagine, il gusto fiammingo per la precisione dei dettagli sono esaltati dalla particolare luminosità conferita dal processo Diasec di stampa retroilluminata.
Comunicato stampa
Alto indice di spettacolarità per Megacities la mostra che si inaugura giovedì 27 ottobre presso la Sangallo Art Station di Firenze.
Megacities è una raccolta di circa trenta vedute fotografiche di metropoli del mondo contemporaneo che Christian Hoehn (Bayreuth, 1968) ha racchiuso in monumentali lightbox. Le ragguardevoli dimensioni delle opere (m 2x1,5) non interferiscono con quella ricerca di assoluta perfezione formale che, negli anni, è diventata l’inconfondibile cifra stilistica del fotografo tedesco. L’eleganza della composizione, il nitore e la leggibilità dell’immagine, il gusto fiammingo per la precisione dei dettagli sono esaltati dalla particolare luminosità conferita dal processo Diasec di stampa retroilluminata.
Attraverso il linguaggio della fotografia – arte moderna per antonomasia – Hoehn racconta aspetti salienti della contemporaneità. Da una parte elaborando immagini che sono un chiaro omaggio alle arti del contemporaneo: architettura, urbanistica e design, dall’altra narrando lo scenario più imponente, diffuso e rappresentativo della vita umana nel XXI secolo: la megacity.
Sfruttando tutte le potenzialità offerte dalla tecnica fotografica - anche quelle più innovative, come la possibilità di digitalizzare e rielaborare le immagini – Hoehn trasforma gli scatti autentici di vere metropoli nell’invenzione della versione aggiornata al terzo millennio della rinascimentale città ideale. Sotto questo profilo appare davvero significativa la scelta di ospitare la mostra a Firenze, antica città apparentemente agli antipodi delle avveniristiche e smisurate Megacities in mostra, ma in realtà concettualmente in linea con la visione della condizione umana veicolata dall’estetica dell’artista.
Nella visione di Christian Hoehn, infatti, la polis, anche nella sua avveniristica versione di megapolis, continua ad essere la rappresentazione più emblematica della natura plurale e politica dell’umanità, al punto che il modo più efficace individuato dall’artista per raccontare l’uomo è quello di rappresentare non la figura umana – sempre rigorosamente assente dai suoi scatti - ma il luogo più evoluto della sua vita associata.
Il fotografo tedesco osserva e analizza i moderni sviluppi dell’ambiente urbano evidenziando con lucidità cristallina gli elementi di continuità e quelli di rottura rispetto all’idea tradizionale di città. Le sue cities della tarda modernità continuano ad essere lo spazio per antonomasia della civiltà e della cultura umana, quella che invece scompare è la storica distinzione tra ambiente urbano e rurale. I’imprescindibilità del modello polis si è infatti a tal punto imposta nel mondo contemporaneo da aver generato il fenomeno della città in continua espansione, un organismo urbano proteso a gonfiarsi ed espandersi a dismisura sino a “ sfilacciarsi – come scrive Roberto Mastroianni nel testo critico che introduce la mostra – in una sorta di schiuma metroplitana dai confini sempre più indeterminati”.
La dinamica dilatazione dello spazio urbano – palpabilmente evocata dall’utilizzo sapiente del grandangolo e della lunga esposizione – non genera mai nell’osservatore l’angosciante sensazione di trovarsi di fronte a un fenomeno fuori controllo e fuori misura. Le Megacities di Hoehn sono la nuova misura di un mondo che crede ancora nel progresso e si affida con fiducia alla tecnologia.
L’approccio illuminista alla rappresentazione della realtà tradisce il solido rapporto del ritrattista della contemporaneità urbana con la tradizione del vedutismo sette/ottocentesco. La ricerca di una luminosa perfezione ottenuta sperimentando con curiosità gli espedienti tecnici più aggiornati è la stessa che conduce Canaletto e i suoi epigoni a sperimentare la camera ottica. Così come rivelatrici di un solido retroterra culturale appaiono le sue composizioni modernissime eppure costruite nel segno di una sapiente ortodossia prospettica.
In spettacolare equilibrio fra grande tradizione ed evocazione di scenari futuribili arrivano a Firenze le Megacities di Christian Hoehn, città ideali del XXI secolo.