Christo e Jeanne-Claude – Projects
La mostra espone tecniche miste, collages, fotografie e video delle loro opere più famose, insieme ad altri lavori di alcuni artisti che hanno influenzato la loro produzione artistica e il loro pensiero.
Comunicato stampa
A poco più di due anni dalla scomparsa di Christo Vladimirov Javacheff, il Castello di Miradolo dedica a Christo e Jeanne-Claude, la coppia che ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte e il suo processo di realizzazione, la mostra Christo e Jeanne-Claude. Projects, che espone tecniche miste, collages, fotografie e video delle loro opere più famose, insieme ad altri lavori di alcuni artisti che hanno influenzato la loro produzione artistica e il loro pensiero.
Curata da Francesco Poli, Paolo Repetto e Roberto Galimberti, con il coordinamento generale di Paola Eynard, la mostra, realizzata grazie alla collaborazione con la Fondazione Christo e Jeanne-Claude di New York, presenterà circa sessanta opere, tra tecniche miste e collages, accompagnate da un’ampia sezione fotografica e dalla proiezione dei video che documentano la realizzazione delle monumentali installazioni artistiche.
Da 5.600 Cubicmeteres Package di Documenta IV a Kassel (1968), una struttura gonfiabile in polietilene alta circa 85 metri, a The London Mastaba (2018), l’opera monumentale sul Serpentine Lake di Hyde Park formata da 7.506 barili dipinti ed impilati uno sull’altro a formare un tronco di piramide galleggiante. Da Valley Curtain (1972) il telo di 380 metri che ha colorato di arancione la vallata di Rifle in Colorado, a The Floating Piers (2016), la passerella di 3 chilometri che nel 2016 ha fatto camminare oltre un milione di persone sulle acque del lago d’Iseo. E poi ancora Surrounded Island (1983), che ha circondato undici isole della baia di Biscayne a Miami con una cintura di polipropilene fucsia, Over The River (1992-2017, non realizzata), The Umbrellas (1991), The Gates (2005), il percorso di 30 chilometri di “portici” che ha attraversato il Central Park di New York, Running Fence (1976), The Pont Neuf Wrapped (1985), l’imballaggio del più antico ponte di Parigi, e l’impacchettamento del Reichstag di Berlino (1995) con tessuto argentato.
A questo nucleo centrale, si affiancano due ampie sezioni, che intendono creare un ideale confronto tra le opere di artisti differenti e i lavori e il pensiero di Christo e Jeanne-Claude.
La prima è dedicata al Nouveau réalisme, importante movimento parigino del decennio 1960/70, con opere di Klein, Spoerri, Rotella, Arman e Raysse, che rappresenta l’incontro di Christo con il mondo e il contesto parigino ed europeo dopo gli studi a Sofia, Praga e Vienna.
La seconda sezione pone in relazione i progetti di Christo e Jeanne-Claude, che hanno sempre rifiutato le etichette e le definizioni del loro lavoro, descrivendo la loro arte piuttosto come environmental art, con il vasto movimento internazionale della Land Art, corrente nata negli Stati Uniti, alla quale si sono affiancate, in ambito europeo e internazionale, molte “esperienze d’arte” che vedono come fulcro della loro riflessione e azione il rapporto dell’uomo con la natura e con il paesaggio: significative e storiche opere di Richard Long, Hamish Fulton, Andy Goldsworthy, Ólafur Elíasson, Giuseppe Penone, Germano Olivotto, le fotografie originali di Gianfranco Gorgoni dei "lavori manifesto" della Land Art di Walter De Maria, Robert Smithson, Michael Heizer, Dennis Oppenheim e James Turrell.
L’esposizione sarà accompagnata da un’inedita installazione sonora a cura del progetto Avant- dernière pensée che si svilupperà lungo il percorso espositivo.
Nelle sale e nel Parco, parallelamente alla mostra, si articolerà, come di consueto, il progetto Da un metro in giù: un percorso didattico per i visitatori di tutte le età per imparare, con gli strumenti del gioco, a osservare le opere d'arte e la realtà che ci circonda.