Christo – The Umbrellas
l’École des Italiens presenta a Domodossola, via Mellerio 2, Christo, The Umbrellas (Joint Project for Japan and USA), 1987, painted photograph, cm 35,5×28.
Comunicato stampa
Martedì 8 novembre 2016, dalle ore 11,00 alle 13,00
l’École des Italiens presenta a Domodossola, via Mellerio 2,
Christo, The Umbrellas (Joint Project for Japan and USA),
1987, painted photograph, cm 35,5x28
Catalogo Mme Webb Editore
All’alba del 9 ottobre 1991, a Ibaraki (Giappone) e in California, 1880 operai insieme a Christo e a Jeanne-Claude cominciarono l’apertura di 3100 ombrelloni.
Quest’opera d’arte temporanea fra Giappone e Stati Uniti, rispecchiava le somiglianze e le diversità dei modi di vivere e di impiegare la terra in due vallate dell’entroterra: una in Giappone, lunga 19 km, e l’altra negli Stati Uniti, lunga 29 chilometri.
In Giappone la vallata si trova nella Prefettura di Ibaraki a nord di Hitachiota e a sud di Satomi, a 120 chilometri da Tokio, lungo la strada 349 e il fiume Sato; suddivisa in appezzamenti privati di 459 diversi proprietari, ai bordi di strade del demanio pubblico.
Negli Stati Uniti la valle si trova a 96 chilometri a Nord di Los Angeles lungo l’interstatale 5 e il Passo Tejon, a sud tra Gorman e Grapevine, suddivisa in terreni appartenenti al Tejon Ranch, a 25 proprietari privati e ad agenzie governative.
Undici fabbriche fra Giappone, Stati Uniti, Germania e Canada furono impegnate nella preparazione dei vari elementi per The Umbrellas: tessuto, strutture in alluminio, basi d’ancoraggio in acciaio, fissaggi, supporti in legno per le piattaforme e coperture sagomate per le basi. Tutti i 3100 ombrelloni furono assemblati a Bakersfield in California, da dove 1340 ombrelloni blu furono spediti in Giappone.
Nel dicembre del 1990, 500 operai delle compagnie Muto Construction Co. Ltd. a Ibaraki, e A.L. Huber & Son in California cominciarono a installare i sistemi di fissaggio degli ancoraggi in acciaio sotto la supervisione dei responsabili locali: Akira Kato in Giappone e Vince Davenport negli Stati Uniti.
Le piattaforme sagomate, da usare come sedili, furono montate fra agosto e settembre del 1991. Dal 19 settembre al 7 ottobre 1991, maestranze aggiuntive iniziarono a trasportare gli ombrelloni alle basi assegnate. Dopo averli imbullonati ai manicotti d’inserimento al centro delle basi, li alzarono in verticale, chiusi nelle loro custodie protettive. Il 4 ottobre, studenti, contadini e amici (960 negli Stati Uniti e 920 in Giappone) unirono le loro forze per completare l’installazione. Ogni ombrellone misurava 6 metri di altezza e aveva un diametro di 8,66 metri.
L’opera d’arte temporanea da 26 milioni di dollari di Christo e Jeanne-Claude, fu interamente finanziata dagli artisti attraverso la vendita di opere preparatorie del progetto: disegni, collage, plastici e modelli, vecchi impacchettamenti e litografie. Gli artisti non accettarono alcuna forma di sponsorizzazione.
La rimozione cominciò il 27 ottobre e il territorio fu riportato al suo stato originale. Gli ombrelloni furono smontati e la maggior parte degli elementi venne riciclata.
The Umbrellas, singoli elementi indipendenti e dinamici, si adattavano in ciascuna vallata alla morfologia del territorio, creando uno spazio interno accogliente, come case senza muri o installazioni temporanee che evocavano il carattere effimero dell’arte.
Nello spazio prezioso e limitato del Giappone, The Umbrellas erano posizionati in modo intimo, vicini gli uni agli altri, seguendo a volte la geometria dei campi di riso; di colore blu, essi spiccavano in una vegetazione lussureggiante, arricchita dall’acqua per tutto l’anno.
In California, nella vastità di un terreno da pascolo non coltivato, la conformazione degli ombrelloni era capricciosa e si propagava in tutte le direzioni; il loro colore giallo risaltava in quel paesaggio arido, dove le colline brune erano ricoperte di erba fulva bruciata dal sole.
Dal 9 ottobre 1991, per 18 giorni, The Umbrellas furono visti e apprezzati dal pubblico che poté ammirarli da lontano, in automobile, come da vicino, fiancheggiandoli a bordo strada o passeggiando sotto le loro lucenti ombre.