Cinquantatre chilometri di filo
Il PARI/Polo delle Arti Relazionali e Irregolari dell’Opera Barolo presenta Cinquantatrechilometridifilo.
Comunicato stampa
un progetto sulla relazione e sull’identità che prende spunto dalla fototessera intesa come oggetto
dove il ritratto è ridotto a forma essenziale, immagine di un volto al fine del riconoscimento e
attestazione di una condizione sociale. Ma dall’oggettivazione, dal generale e indefinito si passa allo
specifico, a persone a cui Silvia Beccaria è legata, e alla loro esistenza, che come la trama che il filo
compone, diventa storia da ascoltare e da vivere. L’unicità di un filo è l’unicità di ognuno che,
nell’intrecciarsi e comporsi con altri fili, forma il tessuto del suo divenire, della sua storia, della
propria identità. La diversità diventa ricchezza, occasione di crescita e incontro, producendo scambi,
relazioni e conoscenze. Il “tessere relazioni” con alcuni colleghi artisti, ha prodotto un’installazione a
più mani, una “fusione” artistica in cui le varie espressioni, dalla fiber art, alla fotografia, al disegno
si integrano tra di loro. Un’idea ambiziosa che ha permesso la libera espressione nella relazione con
l’altro, nella capacità di accogliere il diverso da sé e nel tradurre l’unicità di ciascuno in un valore per
tutti. Trame invisibili e chilometri di filo ininterrotti ci legano gli uni con gli altri. Il filo unisce sia
matericamente che metaforicamente e costruisce dei contenitori che svelano, raccolgono momenti di
vita preziosi, avvolgono, riscaldano, custodiscono legami intimi e famigliari, identità e individualità
diverse. Maura Banfo, Giulia Caira, Jessica Carroll, Miriam Colognesi, Claudio Cravero, Paolo
Leonardo, Ornella Rovera e Roberta Toscano hanno dato un loro libera interpretazione al progetto,
come la paziente tessitura di un unico filo che ciascuno ha cercato dentro di sé.
Mostra ospite del PARI, Polo delle Arti Relazionali e Irregolari / Rassegna Singolare e Plurale, un progetto di Città di
Torino e Opera Barolo, a cura di Artenne e Forme in bilico in collaborazione con ASL Città di Torino, Cooperative
sociali P.G. Frassati e Chronos, Associazioni Arteco, Fermata d’autobus Onlus e Volo 2006
Il progetto resterà esposto nelle prestigiose cantine del Palazzo dal 20 settembre al 18 ottobre 2020
nei seguenti orari: mercoledì, giovedì, venerdì ore 15.00-17.30; sabato e domenica ore 15.00-18,30
Maura Banfo www.maurabanfo.com
Dopo anni d’irrequietezza “vagabonda” ad esplorare il mondo, trova nella sua città natale il proprio “nido” dove inizia
una ricerca attraverso la fotografia come linguaggio predominante. Maura Banfo ha sempre subìto la fascinazione della
materia: nel suo lavoro pluridecennale – costellato di mostre, residenze d’artista e molti riconoscimenti – ha attentamente
indagato osservando la realtà, a partire dagli oggetti che la circondavano e decidendo di restituirli con il mezzo
fotografico come nuove entità spogliate del loro significato, architetture da indagare, entità da osservare sotto punti di
vista inediti per aprirli a nuovi codici di senso. Il suo percorso è caratterizzato da una coerenza interna che raramente si
riscontra nell’opera degli artisti italiani della sua generazione. La forza del suo lavoro sta nel mantenere ben riconoscibile
la propria impronta creativa e la propria poetica, ma in una continua scoperta di nuove sfaccettature e punti di vista:
sebbene prevalga una preferenza per la fotografia, lavora con padronanza anche con il video, il disegno e l’installazione.
Silvia Beccaria www.silviabeccaria.it
vive e lavora a Torino. Dopo una laurea in Filosofia e un Master in Arte Terapia presso l’Università di Torino, ha iniziato
un percorso di studi sotto la guida dell’artista olandese Martha Nieuwenhuijs. Per molti anni ha elaborato progetti
didattici utilizzando l’arte come strumento di riabilitazione ed educazione e ha collaborato con il Dipartimento
Educazione del Museo di Arte Contemporanea Castello di Rivoli .
Silvia Beccaria utilizza l’intreccio come medium artistico. Intrecciare è l’arte del comporre trame così come si fa con la
penna su un foglio di carta... Le trame sono i suoi colori e i suoi pennelli, “dipinge” con materiali che trasforma in
filamenti intrecciabili, quali gomma, plastica, carta, e così via, quelli che meglio, di volta in volta, le permettono di
esprimere il concetto dell’opera. L’incanto della natura, il visibile e l’invisibile, i luoghi della memoria, la bellezza del
linguaggio e della poesia, le connessioni tra tessitura e scrittura, diventano parte integrante dei suoi racconti creati filo
dopo filo dando vita ad installazioni che germogliano dalla tela. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e
all’estero e alcune sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Giulia Caira https://www.instagram.com/giuliacaira.studio/
A partire dal suo esordio nel ‘94, l’opera fotografica di Giulia Caira si sviluppa attraverso una ricerca sul corpo e
sull’identità, che tiene conto degli effetti della comunicazione derivanti dal contesto contemporaneo, nel tentativo di
focalizzare i punti di convergenza tra realtà e immaginazione. Un linguaggio che si avvale di codici ora ironici, ora
sarcastici, nel quale s’intuiscono distorsioni e tic derivanti dall’esperienza quotidiana. A partire da una prima fase in cui
la casa veniva usata come set e campo di battaglia prediletto per le sue rappresentazioni, la ricerca dell’artista evolve via
via verso una serie di progetti site specific, video e fotografia, che le consentono di attivare un’indagine riguardante i
meccanismi psichici nelle relazioni con se stessi e con gli altri, con uno sguardo privilegiato verso la condizione
femminile, nel tentativo di elaborare una critica verso i modelli imposti dalla cultura patriarcale.
Jessica Carroll www.jessicacarroll.it
nata a Roma, vive e lavora ad Ivrea, figlia d’arte, impara diverse tecniche artistiche dal padre pittore Robert Carroll e
dalla madre scrittrice, Simona Mastrocinque, eredita l’amore per la letteratura. Durante i lunghi viaggi al seguito del
padre o sola coltiva l’amore per la fotografia. Rientrata in Italia, si iscrive alla facoltà̀ di Biologia a cui preferisce la
ricerca sul campo insieme ad ornitologi, speleologi e apicoltori. Come artista lavora dagli anni ’90 tra disegno, scultura e
installazione, utilizzando materiali diversi che vivono in una complessità̀ teatrale e sembrano invitare alla meraviglia,
risultando in una sintesi affascinante tra l’illusione dell’imitazione e la verità̀ dell’arte.
Miriam Colognesi www.miriamcolognesi.com
nata a Torino, vive e lavora tra Barcellona e la Valle d'Aosta.
Dopo il diploma in Pittura presso l'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, si trasferisce in Valle d'Aosta, dove si
dedica alla fotografia iniziando la sua ricerca sull'autoscatto.
Di questo primo periodo sono le mostre personali e collettive sul tema del paesaggio e dell'autoritratto in gallerie d'arte e
musei nazionali ed internazionali.
Grazie al progetto Autoritratti al Museo l'interesse si sposta sul ritratto e la percezione dell'osservatore nell'epoca dei
social-network.
Claudio Cravero www.claudiocravero.com
vive e lavora a Torino. Inizia a fotografare negli anni ’70 abbinando l’attività teatrale fino agli anni ’90. I suoi progetti
vanno da visioni “wendersiane" della città all’archeologia urbana del contemporaneo, dalla documentazione dell’attività
degli artisti a immagini fantasmatiche destinate all’oblio.
Affascinato dal cinema, le sue immagini lo esplorano con mini-racconti fotografici per poi approdare a esperimenti di
sintesi con più figure in un solo negativo. L’utilizzo della luce naturale è una costante nei suoi lavori che rimandano ai
classici della pittura e del cinema come nei tableaux vivants in cui esorcizza la paura della morte o condanna il potere che
manipola l’informazione. Con l’inserimento dell’elemento umano dà voce agli in-visibili e pittura icone dell’arte con
acidi fotografici, denuda sguardi ed espressioni e racconta di “muri domestici” in stile nouvelle vague. Ha esposto in
Italia, Francia, Portogallo, Repubblica Ceca, Argentina e Stati Uniti. Da alcuni anni è fotografo volontario per
associazioni umanitarie in Uganda, India, Bangladesh e Burkina Faso.
Paolo Leonardo www.paololeonardo.com
vive e lavora a Torino, ha frequentato il Liceo Artistico e l’Accademia Albertina di Belle Arti. E’ attivo dalla metà degli
anni Novanta. La sua opera pittorica rappresenta una sfida nei confronti del sistema mediale contemporaneo e una ricerca
improntata sull’interazione tra pittura e fotografia. Il suo lavoro è presente in diverse collezioni private e pubbliche, in
Italia e all’estero.
Ornella Rovera www.ornellarovera.it
vive e lavora a Torino, si diploma in Scultura all’Accademia Albertina di Torino nel 1987, nello stesso anno consegue la
qualifica di grafico pubblicitario presso la Scuola d’Arte Applicata e Design di Torino. Il dialogo fra i diversi linguaggi
artistici, in particolare tra la fotografia e la scultura, e la sperimentazione dei materiali come strumenti evocativi, sono fra
gli aspetti che caratterizzano la sua ricerca. Dal 1992 espone i suoi lavori in gallerie, sedi storiche pubbliche e spazi
autogestiti dedicati all’arte contemporanea, in Italia e all’estero. E’ docente di Tecniche della Scultura all’Accademia
Albertina di Belle Arti di Torino, dopo aver insegnato la medesima disciplina all’Accademia di belle Arti di Brera,
Milano. Nell’ambito artistico-didattico è curatrice di progetti con enti e istituzioni pubbliche e private.
Roberta Toscano https://www.instagram.com/roberta_toscano/
vive e lavora a Torino. Dopo la laurea in Storia del teatro ha intrapreso gli studi di Grafica e si è laureata presso
l’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino con Franco Fanelli integrando in questo modo la teoria degli studi
umanistici con l’applicazione pratica in laboratorio attraverso la sperimentazione artistica. Per Roberta Toscano l’urgenza
di raccontare un pezzetto di se stessa, o della realtà contemporanea, può tradursi in installazione, scultura, video art,
fotografia o grafica poiché per l’artista la cifra dell’attualità non prevede più una netta divisione tra un linguaggio
dell’arte e l’altro. Tuttavia, anche se le varie discipline si stanno sempre più contaminando, l’utilizzo della fotografia resta
per lei immediato e irrinunciabile nel primo processo di analisi dell’oggetto e nella restituzione dell’aspetto poetico
dell’esistenza.
per info scrivere a: [email protected]/www.artenne.it e [email protected]