Cinque Mostre 2019 – Δx Displacement

Informazioni Evento

Luogo
AMERICAN ACADEMY IN ROME
Via Angelo Masina 5, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

sabato e domenica, dalle ore 16 alle ore 19

Vernissage
20/02/2019

ore 18

Patrocini

La mostra è stata realizzata grazie al sostegno dell'Adele Chatfield-Taylor and John Guare Fund for the Arts.
Si ringrazia Cernit e ROSCO, sponsor tecnici del progetto "Macula" di Francesco Zorzi.

Curatori
Ilaria Gianni
Generi
arte contemporanea, collettiva

Mostra annuale di opere e progetti curatoriali dei Rome Prize e Italian Fellows dell’American Academy in Rome e di altri artisti invitati.

Comunicato stampa

Con opere e progetti di: Ila Bêka e Louise Lemoine, Erin Besler, Carola Bonfili, Joannie Bottkol + Allison Emmerson + Zaneta Hong + Karyn Olivier, Michael Ray Charles, Invernomuto, Sze Tsung Nicolás Leong + Judy Chung, Renato Leotta, Michelle Lou + Marcel Sanchez Prieto + Adriana Cuéllar, Jessie Marino + Michael Leighton Beaman, Helen O’Leary + Joannie Bottkol, Gabriele Silli, Basil Twist + Kenneth Ard + Kirstin Valdez Quade, Francesco Zorzi

Con il titolo collettivo di Δx Displacement, Cinque Mostre 2019 presenta le opere degli attuali Rome Prize Fellows e Italian Fellows, insieme a quelle di altri artisti invitati, installate in vari punti del McKim, Mead & White Building all’American Academy in Rome, includendo anche una serie di performance che si svolgeranno in occasione della serata inaugurale del 20 febbraio e in un evento collaterale il 7 marzo.
Riunendo i lavori di artisti visivi, architetti, designers, scrittori, archeologi, storici dell’arte e conservatori, in una gamma di linguaggi e dimensioni che si relazionano ai vari significati del termine displacement (dislocamento), Δx si concentra su quelle condizioni che mettono in discussione la poetica dell’ordinario, sovvertendo un senso di appartenenza e disgregando i rapporti convenzionali.
Il titolo della mostra, che riassume i temi esplorati, sotti diversi punti di vista, da tutti i partecipanti, prende spunto dal progetto dei borsisti Michelle Lou (compositrice) e Marcel Sanchez Prieto (architetto), che si chiedono: “Gli spazi/ambienti come rinforzano il nostro senso di appartenenza nel mondo, e l’atto del dislocamento come influenza la percezione di noi stessi?”

Un punto di riferimento è un elemento riconoscibile, fondamento per il nostro senso del luogo, sia in senso materiale che astratto. Per descrivere qualsiasi tipo di moto è necessario indicare una posizione iniziale, una che condividiamo con altri individui, o più intima. Una cornice di riferimento può essere, pertanto, geografica, architettonica, storica, esperienziale o persino emotiva, e uno spostamento da questa posizione iniziale, sia essa fisicamente oggettiva o soggettiva e personale, è definito dislocamento (displacement), non solo dalle teorie politiche, filosofiche o psicologiche, ma anche dalla matematica.
L’equazione Δx = xf − x0 (dove Δx indica il dislocamento, xf il valore della posizione finale e x0 il valore della posizione iniziale) è inequivocabile: il dislocamento è la differenza di posizione di due segni ed è indipendente dal percorso seguito quando ci si sposta dall’uno all’altro. In base a questa logica, l’American Academy in Rome è essa stessa una comunità “dislocata”, seppure integrata nel contesto cittadino circostante.

Δx esamina l’ideazione e la rappresentazione della stabilità, riflettendo su stati di permanente sconvolgimento sociale, politico, emotivo. Le opere in mostra, caratterizzate da molteplici dialoghi tra ambiti di ricerca, offrono uno scambio di opinioni dinamico. Ognuna intende rovesciare immagini convenzionali di un ambiente naturale o costruito di ricordi, rappresentazioni storiche, percezioni emotive o fisiche, rendendo indistinti i confini tra realtà e finzione, tra un “oggi” e un “allora”, tra un “qui” e un “là”.
Attraverso l’interazione di diversi media, mutando i modelli tradizionali della produzione di immagini e della costruzione narrativa, Δx riflette il rapporto tra l’uomo e la vita, la storia, la visione, lo spazio e la natura, creando un’esperienza in cui l’impatto di ogni singolo elemento riverbera in tutta la mostra. Nell’insieme, le opere stimolano una discussione vivace sulle idee di dislocamento e decentramento, attingendo dalla partecipazione del pubblico per arricchire ulteriormente la lettura dei due termini, sottolineando come l’atto di dislocamento, ricercato o imposto, abbia un impatto costante su tutti i movimenti fisici, sociali e spirituali che ci circondano.