Ciro Palumbo – Nulla è perduto nonostante l’oblio

Informazioni Evento

Luogo
TAIT GALLERY
Via San Quintino, 1 bis, Torino, TO, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Lunedì-Venerdì ore 10:30-13:30 / 14:30-19:00
Sabato e domenica su appuntamento

Vernissage
23/01/2025

ore 18,30

Artisti
Ciro Palumbo
Generi
arte contemporanea, personale

In mostra un dialogo e un confronto con alcune opere di Mario Sironi e le periferie.

Comunicato stampa

Dopo il successo della mostra alla Promotrice delle Belle Arti a giugno, torna a Torino Ciro Palumbo con Nulla è perduto nonostante l’oblio, un dialogo e un confronto con alcune opere di Mario Sironi e le periferie. Dal 24 gennaio al 27 aprile 2025 sarà visitabile al pubblico alla Tait Gallery (via San Quintino 1 bis), il nuovo spazio espositivo aperto a maggio 2024 da Lorenzo Palumbo e Simone Lo Iudice.
Il tempo scorre veloce e inesorabile, fugge via come i ricordi senza un testimone. Se non si ha la determinazione e la consapevolezza di fermalo, l’oblio è inesorabile. L’arte ha quel sacro ruolo di cristallizzare il tempo e renderlo eterno, nulla quindi è perduto.
In questa nuova mostra Palumbo ci propone una serie di circa 20 opere dedicate alle città e alle periferie a confronto con due opere di Mario Sironi. Le città di Palumbo sono città silenti, rigide, spigolose, dove la luce è timida e artificiale. L’artista sente il bisogno di rifugiarsi nelle ombrose inquietudini, le sue vedute sono luoghi da dove è possibile spiccare il volo per un luogo dove fermarsi sospesi. I paesaggi urbani di Sironi, pur essendo definiti “metafisici” hanno già insite le caratteristiche del suo ritorno all’ordine “classicista”. Le linee rette, case, poligoni perfetti in spazi perfettamente equilibrati, richiamanti un classicismo enigmatico, ricco di presentimenti, ripropongono la monumentalità della desolazione delle periferie e il doloroso senso d’isolamento.
La poetica di Ciro Palumbo inizia con la scuola Metafisica di Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, per reinventarne tuttavia i fondamenti secondo un’interpretazione personale del tutto originale. Ed è in questo contesto che si inserisce “Nulla è perduto nonostante l’oblio”: le opere dell’artista torinese in connessione con un grande Maestro del Novecento, Mario Sironi, che al capoluogo piemontese ha dedicato parte del suo percorso creativo. Entrambi rappresentano la sospensione, la tensione emotiva del ritrovare un senso alle azioni e alla vita umana. Catturano tra i segni e i tratti dell’inafferrabilità del tempo, la solitudine individuale di un mondo affollato dai dubbi ed incertezze. Sironi e Palumbo si cibano di equilibri inquieti del loro presente e accolgono nell’immaginario così vicino per gli intenti, ma così lontano nella resa su tela. Il silenzio è ciò che ricerca Palumbo, il terribile e innaturale vuoto dell’afonia umana, date dalle urla del passato, ed è ciò che lo affascina in Sironi. Questo punto d’incontro racconta di come un percorso artistico prosegua nel tempo e si modifichi, prenda vie e linee differenti, si contamini con nuovi immaginari e ambienti, ma con la stessa necessità artistica: rappresentare un mondo che, se pur sempre affollato, porta l’essere umano a sentirsi solo e a ricreare spazi altri per poter trovare una propria realtà coerente a sé stessa.
La mostra è a cura di TAIT Gallery con i testi critici di Roberto Mastroianni.

CIRO PALUMBO - BIOGRAFIA
Nasce a Zurigo nel 1965. Il suo percorso artistico prende l’avvio dalla poetica della scuola Metafisica di Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, per reinventarne tuttavia i fondamenti secondo un’interpretazione personale del tutto originale. Nella sua ricerca procede attraverso momenti di contemplazione e silenzi metafisici, a cui si contrappongono espressività notturne e intimamente travagliate, dove si respira netto il distacco dall’immobilità silente che abita le tele del Pictor Optimus. Le sue opere si presentano dunque come palcoscenici in cui gli oggetti presenti sono portatori di simbologie oniriche. Ciro Palumbo non è solo un pittore, ma di fatto un poeta che riflette, agisce e compone per coniugare metafore sull’inafferrabilità del tempo e l’incommensurabilità dello spazio, mostrando quindi la sua capacità di approfondire l’osservazione non tanto della natura, quanto delle impressioni immaginifiche che provengono dalla memoria. Curioso ricercatore e studioso, lavora da qualche anno anche sul tema del Mito, interpretando la mitologia classica in chiave squisitamente moderna, e dandone una lettura profondamente colta e suggestiva. L’artista riesce dunque a sublimare e contestualizzare i miti antichi in spazi al di fuori del tempo, dimostrando la loro contemporaneità. La sua formazione di grafico pubblicitario lo porta ad esercitare per anni la professione di Art Director in Agenzie pubblicitarie di Torino. È durante questo percorso che scopre e amplia le sue capacità visive e compositive. Successivamente, l’esperienza in una moderna bottega d’arte e la conoscenza di alcuni maestri contemporanei, lo conducono ad approfondire la tecnica della pittura a olio con velatura. Negli ultimi anni l’artista si dedica con successo anche alla scultura donando tridimensionalità, attraverso la terracotta, ai topos della sua poetica. Palumbo inizia la sua attività espositiva nel 1994, e ha al proprio attivo un centinaio di mostre personali in tutta Italia. Nel 2011 ha partecipato alla 54a Biennale di Venezia, padiglione Piemonte. Nel 2022 ha partecipato con Identity Collective all’evento An unknown that does not terrify / L’ignoto che non fa paura, durante la 59a Biennale di Venezia, presso il Padiglione Nazionale Grenada. Tra le esposizioni internazionali sono da segnalare la presenza all’Artexpo di New York, al Context Art Miami, le mostre personali a Providence (USA) e in Svizzera, a Bellinzona. Alcune opere di Palumbo sono presenti all’interno della collezione della Fondazione Credito Bergamasco, alla Civica Galleria d’Arte Moderna G. Sciortino di Monreale (PA), al Museo MACIST di Biella, al Palazzo della Cultura e al MACS di Catania. Hanno scritto della sua produzione artistica Alberto Agazzani, Anna Caterina Bellati, Stefania Bison, Francesca Bogliolo, Luca Cantore D’Amore, Roberto Capitanio, Angelo Crespi, Alberto D’Atanasio, Alessandra Frosini, Flaminio Gualdoni, Paolo Levi, Angelo Mistrangelo, Lucia Morelli, Luca Nannipieri, Aldo Nove, Tommaso Paloscia, Marcello Panascìa, Ivan Quaroni, Alessandra Redaelli, Massimiliano Sabbion, Vittorio Sgarbi, Antonella Uliana, Giulio Volpe. Sue opere sono pubblicate su importanti annuari e riviste di settore, inoltre alcuni dipinti si trovano all’interno di collezioni istituzionali e private in Italia e all’estero. Attualmente vive e lavora a Torino.