Informazioni Evento

Luogo
AVANGUARDIA ANTIQUARIA
Via Luigi Canonica 20, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Da lunedì a venerdì 10-19.30 orario continuato
sabato dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 16.00 alle 19.30

Vernissage
20/10/2011

Dalle ore 17.00 alle 23.00

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Giovanni Cerri, Luz Marco Luzzi
Generi
arte contemporanea, doppia personale

La Galleria Avanguardia Antiquaria di via Canonica a Milano apre la propria stagione espositiva presentando la mostra bipersonale ”Città aperte” dedicata ai lavori dell’ormai noto Giovanni Cerri e del talentuoso esordiente Marco Luzzi noto come Luz.

Comunicato stampa

La Galleria Avanguardia Antiquaria di via Canonica a Milano apre la propria stagione espositiva presentando la mostra bipersonale ”Città aperte” dedicata ai lavori dell’ormai noto Giovanni Cerri e del talentuoso esordiente Marco Luzzi, in arte Luz.
La mostra, ideata e curata da Stefano Vitali, antiquario e titolare di Avanguardia Antiquaria, vuole racchiudere all’interno dello spazio polifunzionale della galleria le opere di due artisti agli antipodi senza proporre forzatamente un punto di incontro fra di essi, in realtà come spesso accade questo emerge in modo indipendente all’insegna del linguaggio urbano: le “Città aperte”, infatti, sconfinano nelle sospese periferie di Cerri e si affermano nella moltitudine di individui globalizzati realizzati con un linguaggio streeters da Luz.

Assolutamente diversi i linguaggi espressivi dei due artisti:

Giovanni Cerri, da sempre, racconta con maestria la storia degli spazi delle solitarie periferie urbane facendosi portatore di un linguaggio accostabile al realismo esistenziale avvicinandosi, anche, alla poetica metafisica.
Lo stesso Cerri definisce le sue periferie “terre di frontiera”, laddove la frontiera non è intesa solo come la zona che divide campagna e città, bensì, in senso più metafisico, come il luogo in cui dati attuali e ricordi si intrecciano nella citazione di un avvenimento passato.
Le periferie di Cerri, di conseguenza, si sono ormai cristallizzate in un paesaggio “non proprio”: in esse è esclusa la riconoscibilità di un luogo specifico e benchè questo sia dichiaratamente la periferia della Milano industriale, che affiora nei ricordi dell’artista, si muove verso l’astrazione.
Anche in questa serie di opere la presenza umana è suggerita, nella sua assenza, da elementi specifici che, in questo caso, diventano simbolo dell’evocazione del ricordo d’infanzia: il palloncino rosso, l’aquilone, una palla ferma in mezzo alla strada come abbandonata da chi vi stava giocando. Ulteriore elemento divenuto simbolo del vissuto passato dell’uomo in queste periferie fantasma sono le scritte sui muri, emblematica: “Non insegnate ai bambini le vostre mura”; forse un avvertimento per chi in un futuro lontano potrebbe tornare ad abitare questi non-luoghi.
Le scritte sono frutto delle osservazioni e delle annotazioni di Cerri: citazioni, slogan, parole che propongono un ritorno alla comunicazione secolare del medioevo.
Biografia: Giovanni Cerri, nasce nel 1969 a Milano, dove vive e lavora. Figlio d’arte del pittore Giancarlo Cerri, inizia la sua attività espositiva nel 1987. Tra le mostre personali ricordiamo quelle a Milano alla Galleria Cortina (1995, 2005, 2006, 2010), nel 2002 alla Galleria Monogramma a Roma, nel 2005 alla Casa G. Cini di Ferrara, nel 2007 alla Galleria Palmieri a Busto Arsizio, nel 2008 alla Galleria Avanguardia Antiquaria a Milano, nel 2009 al Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti (MN) e alla Orenda Art International di Parigi, nel 2010 alla Galleria Cappelletti di Milano, De Luca Fine Art di Toronto e Kuhn & Partner di Berlino, nel 2011 a Spazio Arte a Milano.
Tra le rassegne a cui ha partecipato citiamo: “Premio Suzzara” alla Galleria Civica di Suzzara nel 1996, “Figurazioni” al Museo della Permanente nel 1997, “Milano/Berlino” alla Galerie Verein di Berlino nel 1998, Premio E. Morlotti a Imbersago (1998, 2002), Giovane Arte Europea al Castello Visconteo di Pavia (2001, 2003), “Arte per tempi nuovi” alla Die Ecke di Augsburg nel 2002, “I Cerri, Giancarlo e Giovanni – La pittura di generazione in generazione” al Museo della Permanente nel 2008 a Milano, “Le Meduse” alla Fabbrica del Vapore a Milano e“Riprogettare l’Archeologia” alla Triennale di Milano nel 2010. Nel 2011 segnaliamo le rassegne “Mare Nero” alla Barriera Albertina di Novara e al Palazzo Guidobono di Tortona (AL) e la mostra “5 per Masolino” a Palazzo Branda Castiglioni di Castiglione Olona (VA).
E’ presente alla 54° Biennale di Venezia, Padiglione Italia nel 2011.

Luz, benchè non provenga dalla street art dipinge attraverso un linguaggio streeter la molteplicità dell’individuo. Le prime tele prodotte da questo giovane e bizzarro artista sono letteralmente invase da una miriade di individui stilizzati; benchè questi rappresentino dichiaratamente delle donne con il burqua o dei volti di uomo, l’artista “da il permesso” di riconoscervi qualsiasi cosa ci venga suggerita dalla nostra mente, senza mai cadere nell’astrazione.
Nella moltitudine di questi individui dirottati dalla società in cui vivono, divenuti simbolo della globalizzazione, c’è sempre un singolo che è diverso; questo non afferma con violenza la sua diversità ma, semplicemente, “alza la mano” per segnalare al mondo la sua presenza. Le opere di Luz sono pervase da una forte ricerca estetica in grado di far spaziare l’interpretazione dello spettatore: i volti stilizzati dipinti di un verde acceso diventano facilmente dei limoni! L’ironia è il punto di forza di quest’artista che prende in giro le persone prendendo, prima di tutto, in giro se stesso.
Le radici teatrali portano Luz ad avere delle intuizioni per le sue opere, emblematica è la tela “Uno, nessuno, centomila” in cui è riassunta magistralmente tutta la poetica dell’artista: la massa e il singolo, divisi da uno spazio vuoto che, forse, in un futuro potrebbe essere occupato da chi, tra le due parti, si affermerà.
Biografia: Marco Luzzi, nasce a Milano il 15 Ottobre 1972, dove vive e lavora.
Formatosi nel campo del teatro, come autore, attore e regista, ha sempre prodotto diverse opere.
L'espressione pittorica inizia a prevalere sull'universo teatrale dopo un viaggio in Africa, intrapreso nel 2001. Marco riproduce di getto in ventun quadri che due anni più tardi (in occasione della manifestazione culturale “Laltrofestival”) ha l'opportunità di esporre, ottenendo un buon riconoscimento.

Tra le esposizioni, di questo artista esordiente, ricordiamo: nel 2003 Laltrofestival, la partecipazione alla Biennale di Pero, La White Art presso il circolo arte CARO nel 2010 e la mostra bipersonale “il pieno e il vuoto” insieme allo streeter Gatto Nero presso amico Charly2003 nell’anno corrente.