Clarissa Falco – 4003
IPERCUBO è lieta di presentare la mostra 4003, prima personale in Italia di Clarissa Falco accompagnata da un testo critico di Christian Nirvana Damato.
Comunicato stampa
La mostra consta di due serie di lavori quali Dream of a Synthetic Body, 2021 e Motoria, 2019 attraverso i quali l’artista offre uno sguardo provocatorio e riflessivo sul rapporto tra il corporeo e il macchinico, tra il naturale e l’artificiale, interrogandosi sul futuro della nostra relazione con la tecnologia ed esplorandone territori sconosciuti e imprevedibili.
La serie Dream of a Synthetic Body ci conduce in un futuro immaginario in cui la riproduzione umana avviene attraverso l’ibridazione con le macchine. L’installazione, nata da una performance realizzata da Falco a Galatina, in Puglia nel 2021, rappresenta un tentativo di creare una zona d’eccezione autonoma del corpo, capace di gettare nuova luce sulla relazione nascosta che lega il corporeo all’artificiale. L’installazione realizzata con l’utilizzo di diversi materiali quali ferro, plastica, piccole ossa, pizzo, alluminio, acciaio, fiori, smalti, racconta di un prodotto nato proprio dall’incontro tra questi due mondi, così lontani eppure così vicini. Della stessa serie, sarà presente anche una fotografia Dream of a Synthetic Body #1 realizzata nel corso della sua performance in Puglia.
In Motoria, Falco converte dei motori in un’installazione attraverso un’operazione di verniciatura in diversi colori: bianco, nero, verde e rosa - di quest’ultimo ral 4003 a cui in parte si riferisce il titolo della mostra -. La volontà è ancora una volta quella di indagare il rapporto tra organico e inorganico, le sue possibili influenze e conseguenze. In questa serie il corpo femminile viene concepito come una macchina senza alcuna distinzione tra soggetto e oggetto. Un corpo che viene privato della sua apparenza per diventare motore.
Il connubio corporeo-macchinico da un lato e naturale-artificiale dall’altro, rende la mostra 4003, come dichiara Christian Nirvana Damato: «un soggetto che lotta contro un copione sovradeterminato dall’insensatezza del vivere. 4003 è la codificazione resistente che tenta di coprire il mostro. 4003 è un ipotetico appuntamento futuro con la pienezza ignota del vuoto. 4003 è la sovrascrittura dell’essere umano sulla tecnologia. 4003 è il guanto rivoltato del sistema. 4003 è il volto di un mondo dalla fisiognomica disumana, ricoperto di un'epidermide venuta dall’altrove. 4003 è il seguente interrogativo: possiamo ancora cambiare o siamo sempre cambiati, inevitabilmente in peggio? 4003 è il soggetto irrisolvibile, unica formula matematicamente accettabile per evitare un abisso di calcolo e controllo verso cui siamo già immersi».
Clarissa Falco (1995) è un’artista visivo e performer che vive e lavora a Milano. La sua pratica artistica fa del corpo lo strumento principale, esplorando il tema dell’identità in tutte le sue forme. In contrasto con la tradizionale rappresentazione del corpo come oggetto di piacere visivo, Falco cerca di stabilire una connessione più profonda tra il corpo e il mondo meccanico. Attraverso la sua pratica artistica, Falco cerca di spingere il pubblico a riflettere sulla complessità del corpo umano e sulle dinamiche che lo governano, sfidando le convenzioni tradizionali e aprendo nuove prospettive sulla relazione tra il corpo e la macchina.