Claude Cahun – I owe you
Ho visto per la prima volta un’opera di Claude Cahun nel 2018 nella mostra Dancing with myself presso la Fondazione Pinault alla Punta della Dogana. Ho capito immediatamente di essere di fronte ad una grande artista. Alberta Pane.
Comunicato stampa
“Uno schizzo su carta del 1909, una scarpa a tacco alto sostiene un occhio, sormontato da due labbra sulle quali
è appoggiata una mano. Nella parte alta del foglio, come in una composizione araldica, si leggono le lettere LSM. Sono le iniziali intrecciate di Lucy Schwob e Suzanne Malherbe. La pronuncia di queste consonanti suona come elles s’aiment, una reciproca dichiarazione d’amore. Le labbra e la mano appartengono a Claude, la parte che parla e scrive, mentre di Suzanne sono l’occhio e la scarpa, che della coppia è lo sguardo e la solida base d’appoggio. La necessità di ciascuna di queste parti e l’assenza di gerarchie richiede una perfetta fusione che può essere data solo da una relazione d’amore. Mani e labbra, occhi e scarpe diventano i simboli esclusivi e ricorrenti per descrivere e rivelare un’alleanza perdurante, una compenetrazione di anime e di stati d’animo.”
Silvia Mazzucchelli
Fotografie e libri di Claude Cahun (Francia, 1894 - 1954), artista e scrittrice surrealista, sono in mostra per la prima volta alla Galleria Alberta Pane di Venezia. Si tratta di un progetto importante che mira a mettere in luce l’eccezionale ricerca di Claude Cahun (nata Lucy Schwob) che, insieme alla sorellastra e compagna di vita Marcel Moore (alla nascita Suzanne Malherbe), ha anticipato riflessioni su temi di grande attualità nella società contemporanea, quali il genere e l’identità.
I Owe You - Claude Cahun / Marcel Moore è accompagnata da una pubblicazione con testi delle curatrici e ricercatrici Silvia Mazzucchelli, Miriam Rejas Del Pino, Paola Ugolini e della gallerista Alberta Pane. Ogni volume contiene una stampa Fine Art in edizione limitata, ispirata al lavoro di Claude Cahun/Marcel Moore, realizzata dall’artista Marcos Lutyens. Quest’ultimo, con cui la galleria collabora da diversi anni, è stato inoltre invitato a condurre due performance/induzioni partecipative nelle giornate inaugurali della mostra: delle esplorazioni nei meandri dell’inconscio, trasformate in esperienza artistica capace di risvegliare ricordi di immagini, sensazioni e pensieri che si credevano perduti.
Estratto da un testo di Alberta Pane
per il catalogo dell’esposizione
Organizzare la mostra I Owe You - Claude Cahun/Marcel Moore negli spazi della galleria di Venezia
è un importante traguardo ed una grande soddisfazione.
Ho visto per la prima volta un’opera di Claude Cahun nel 2018 nella mostra Dancing with myself presso la Fondazione Pinault alla Punta della Dogana. Ho capito immediatamente di essere di fronte ad una grande artista e, poco dopo quel primo incontro, grazie ad una conversazione con Miriam Rejas Del Pino, allora studentessa che stava svolgendo uno stage presso la galleria e contemporaneamente una tesi di laurea su Claude Cahun, ho iniziato ad interessarmi in modo attivo al suo lavoro e da quel momento in poi il mio entusiasmo non ha fatto che aumentare.
Claude Cahun è un’artista complessa ed enigmatica, la cui opera coincide completamente con la sua vita ed è intrisa d’innumerevoli sfaccettature e punti oscuri ancora da svelare, di fascino e di mistero ma anche di grande contemporaneità non solo per le tematiche che affronta, ma anche per l’originalità con la quale utilizza più medium: la fotografia, la scrittura, il collage, la scultura nonché il travestimento, la trasformazione, la performance, il teatro. Il corpus di opere che ne scaturisce è il frutto dell’unione/sodalizio con Suzanne Malherbe/Marcel Moore, la sua compagna di vita e sorellastra, e ruota principalmente attorno alla disperata ricerca di un Io/Sé tramite la realizzazione di autoritratti. La forza delle opere risiede proprio in questa indagine incessante, ossessiva e continua della propria identità che però non verrà mai trovata in quanto multipla, pluriforme ed indefinibile.
Per questa prima importante esposizione ho voluto affiancare al lavoro di Claude Cahun quello dell’artista Marcos Lutyens che la galleria rappresenta ormai da svariati anni e che, grazie all’uso dell’ipnosi, va a ricercare nei meandri del nostro inconscio e della nostra mente, ricordi di immagini, di sensazioni e pensieri che credevamo essere perduti o dimenticati e ce ne fa immaginare di nuovi per poi trasformarli in un’esperienza artistica che si traduce in un’esplosione di colori e di forme. Marcos Lutyens è l’autore dell’opera, ispirata al lavoro di Claude Cahun, che accompagna il catalogo in edizione limitata realizzato in occasione della mostra. L’artista è stato inoltre chiamato a concepire un’inedita induzione ipnotica da realizzare, durante i due giorni d’inaugurazione, con il pubblico, come ha già fatto diverse volte nelle più importanti istituzioni culturali e museali del mondo.
Questa mostra segna l’inizio di un lavoro che la galleria Alberta Pane perseguirà nel corso degli anni, cioè quello di diffondere e promuovere l’opera di Claude Cahun mettendone in luce la contemporaneità e l’influenza che ancor oggi deriva dai suoi lavori e la risonanza che produce negli artisti contemporanei.
Questa mostra è dedicata a tutte le persone coraggiose, ma soprattutto a
Claude Cahun e a Marcel Moore: we owe you.