Claudia Castellucci – Setta. Quadri di comportamento
Setta. Quadri di comportamento, una personale tematica di Claudia Castellucci a cura di Silvia Fanti, seconda tappa di un progetto in collaborazione con il Museo Marino Marini di Firenze.
Comunicato stampa
Il Museo MAN, in occasione del Preludio del Festival Letterario di Gavoi - “L'Isola delle storie”, in programma dal 13 al 14 giugno 2015, presenta Setta. Quadri di comportamento, una personale tematica di Claudia Castellucci a cura di Silvia Fanti, seconda tappa di un progetto in collaborazione con il Museo Marino Marini di Firenze. Dopo la tappa fiorentina (18 marzo - 4 aprile 2015)il Museo Comunale di Gavoi (Casa Lai) accoglierà fino al 5 luglio, ultimo giorno del Festival, una serie di opere create dal 1985, lungo un percorso che ruota attorno alla Rappresentazione, attraversando scultura, azione scenica, linguaggio. L’artista sarà presente all’inaugurazione con una performance, concepita come un’azione oratoria, dal titolo Celebrazione dei gesti istoriali.
Artista, coreuta e didatta, Claudia Castellucci ha composto testi drammatici e teorici, oltre che essere stata interprete in molti spettacoli della Socìetas Raffaello Sanzio, attraversando e forzando diversi sistemi di rappresentazione, e ha creato diverse scuole drammatiche e ritmiche unendo alla ginnastica una pratica filosofica. Il suo personale percorso di ricerca, dopo un'esperienza trentennale, è sfociato nella composizione di Setta. Scuola di tecnica drammatica, libro/manuale che presenta 59 giornate di esercizi, e indici utili a riformulare le giornate. La Socìetas Raffaello Sanzio è una delle compagnie teatrali più note e apprezzate della scena mondiale. Romeo Castellucci, che l'ha fondata nel 1981 insieme a Claudia Castellucci, Chiara Guidi e Paolo Guidi, ha ricevuto nel 2013 il Leone d’Oro della Biennale di Venezia.
Il libro Setta. Scuola di tecnica drammatica è caratterizzato da una finalità trasparente e dichiarata (la scuola) e da una struttura intimamente connessa a questa finalità (gli esercizi e le giornate). Le scuole (quelle da lei dirette dal 1989 al 2011, e quelle potenziali future) sono in realtà una dimensione della conoscenza, non uno snodo nella trasmissione della stessa. Anzi, con un “anatema” l'autrice diffida chiunque pratichi questi esercizi a inquadrarli in un metodo canonico. Come scrive Claudia Castellucci "le indicazioni contenute in questo libro non chiedono di essere meditate, bensì praticate. Tale pratica è finalizzata alla fondazione di un modo di stare insieme: la scuola. Il libro fonda una scuola se almeno tre persone decidono di metterlo in pratica. La tecnica drammatica è l’ambito utilizzato da questa scuola per conoscere agonisticamente la realtà, perciò è soltanto un mezzo e non lo scopo di questa scuola. Ambizione del libro è quella di essere utilizzato come un attrezzo utile a sviluppare una scuola. Il carattere rivoluzionario del rapporto scolastico, fiorito nell’antichità mediterranea, assegna al modo di conoscere insieme un’importanza che prevale rispetto alla stessa conoscenza delle discipline. Questo modo si compie facendo esercizi. Si sceglie una relazione che serve a favorire la propria conoscenza; non si segue semplicemente una persona. Il tentativo di questo libro è facilitare questa relazione. Si scoprirà allora che perfino il luogo non è essenziale."
La mostra Setta. Quadri di comportamento, è la messa in atto del libro. Le opere suggeriscono cosa fare, sono un prontuario per il comportamento. Come esplicita la stessa Castellucci nei suoi Appunti per l’arte didascalica: "Ho deciso di spiegare i contenuti del mio libro attraverso una serie di quadri didascalici. Scelgo la spiegazione, e non la teoria, come nel libro. Invito i critici alla teoria. Ci sono pensieri pratici: esercizi che servono a fondare una scuola reale, così come reali sono le decisioni che si prendono in merito al contatto con questa. Le opere che faccio sono tutte, in un modo, o in un altro, didascaliche. Anche la tecnica e la materia sono utili ad apprendere. Non voglio esprimere una teoria, ma invitare alla prassi. La prassi è comunque un dominio di ordine metafisico che allontana l’utilitarismo e l’utilitario: solo l’utile accetta. Questa arte, l’arte che accetta questo ordine, è un’arte che serve."
Claudia Castellucci nasce a Cesena nel 1958. Compie i suoi studi al Liceo Artistico a all'Accademia di Belle Arti di Bologna. Nel 1981 partecipa alla fondazione della Socìetas Raffaello Sanzio, per la quale compone testi drammatici e teorici, e con cui passa nei teatri delle principali capitali del mondo. Parallelamente crea scuole ritmiche, di cui alcune dedicate alla danza e altre allo studio della rappresentazione. Dal 2009 divarica la propria arte in due rami: uno approfondisce il ballo, come disciplina del tempo praticata da danzatori esperti, l’altro prosegue l’idea di scuola come opera fatta di relazioni. Continua a recitare sporadicamente testi autografi tra cui i recenti Il Dialogo degli Schiavi e Il Regno Profondo. Ha pubblicato Uovo di bocca. Scritti lirici e drammatici, Bollati Boringhieri, 2000 e Setta. Scuola di tecnica drammatica, Quodlibet, 2015.