Claudio Abate e gli artisti
Le 7 fotografie a colori e in bianco e nero, inedite, di grande e medio formato, che documentano la mostra di Rainaldi, sono esemplari del lavoro di Claudio Abate, per l’uso espressivo del colore, l’inquadratura frontale, l’ambientazione dell’opera nel contesto architettonico e storico in cui è situata, i forti contrasti tra luci e ombre, creati senza adoperare strumenti di illuminazione aggiuntivi.
Comunicato stampa
La Galleria Doozo è lieta di presentare come primo appuntamento espositivo del 2015 la mostra fotografica di Claudio Abate.
Abate fotografa nell'estate 2014 a Roma la mostra di Oliviero Rainaldi al Tempio del Bramante in S. Pietro in Montorio, gioiello dell'architettura rinascimentale. Commenta così il suo lavoro: "Per fotografare ho aspettato quel momento della sera, diverso a seconda delle stagioni, tra il tramonto e il crepuscolo, che dura solo pochi minuti e in cui il cielo terso diventa di un blu intenso. Questa mostra di Oliviero Rainaldi era stata pensata per essere vista di sera, ma in realtà solo poche persone sono riuscite a visitarla nell'ora ideale. Il Tempietto del Bramante al Gianicolo chiude al pubblico nel primo pomeriggio. Con queste fotografie ho cercato di restituirne la visione e l'idea".
Le 7 fotografie a colori e in bianco e nero, inedite, di grande e medio formato, che documentano la mostra di Rainaldi, sono esemplari del lavoro di Claudio Abate, per l'uso espressivo del colore, l'inquadratura frontale, l'ambientazione dell'opera nel contesto architettonico e storico in cui è situata, i forti contrasti tra luci e ombre, creati senza adoperare strumenti di illuminazione aggiuntivi.
La lettura fortemente interpretativa dell'opera d'arte, mai neutrale o pedissequa rispetto all'oggetto rappresentato, testimonia il dialogo costante di Claudio Abate con gli artisti, sostenuto da un'attenzione viva per la loro ricerca, e la sua capacità di ricostruire, in assenza di una visione diretta dell'opera e a futura memoria, le immagini in nuove immagini, in un linguaggio autonomo e originale.
Il colore nelle fotografie di Claudio Abate carica di intensità le immagini, accentuandone la magia: il blu della sera, quegli attimi di luce a Roma, unici e irripetibili che Abate riesce a catturare in molti dei suoi scatti en plein air, come in alcune fotografie delle mostre a Villa Medici degli anni 2000 e nella foto dell'installazione di Mario Merz al Foro di Cesare nel 2003.
Sono in mostra anche 2 grandi fotografie in bianco e nero, dedicate al lavoro di Rainaldi: Battesimi umani, del 1998; l'altra, Gisant, del 1994, scattata all'aperto, in campagna, in cui Abate ha letteramente "lanciato" la scultura in gesso in aria, proiettandola verso un cielo pieno di nuvole.
Nelle teche e sulle pareti della galleria sono esposte 23 fotografie in bianco e nero, di cui molte inedite. Per la maggior parte stampe vintage ai sali d'argento su carta baritata, datate tra la fine degli anni Sessanta e i primi anni Novanta, sono una serie di ritratti di artisti, in posa, o colti in momenti azione e di osservazione. Se ne elencano alcune: un Kounellis "privato", a cavallo di uno dei dodici esposti nella storica mostra del 1969 all'Attico, nel garage di via Beccaria. Luigi Ontani nei panni di Rugantino, a bordo del barcone in viaggio sul Tevere insieme ad altri artisti (L'Attico in viaggio. Navigazione sul Tevere, 1976); Emilio Prini alla Settima Biennale di Parigi del 1971 mentre aziona la sua opera; un ironico autoritratto di Abate del '70 nel suo studio di via del Babuino, con un'opera di Vettor Pisani, Stampo virile; Gino De Dominicis e Fabio Sargentini che assistono alla piéce di Joan Jonas sul Tevere nel 1972, durante il Festival di Musica e Danza in USA.
Altri scatti documentano importanti momenti della storia delle avanguardie a Roma, come le azioni di 24 ore no stop teatro alla libreria Feltrinelli di via del Babuino nel 1968, e la presenza a Roma negli anni Settanta di artisti internazionali, come Andy Warhol e Joseph Beuys, invitati dagli Incontri Internazionali d'Arte nel 1972 e, nello stesso anno, Gilbert and George nella famosa performance Living Sculptures alla galleria l'Attico, nella sede di via del Paradiso.
Claudio Abate (Roma, 1943) vive e lavora a Roma.
Figlio di un pittore, inizia a fotografare giovanissimo. Collabora con agenzie internazionali come la Magnum. Nel corso degli anni, approfondisce il suo legame con il mondo dell'arte, dedicandosi a fotografare le mostre e le opere degli artisti, già negli ultimi anni Cinquanta. Fondamentale è il ruolo svolto da Abate per la documentazione di performances, happenings, azioni, mostre, che hanno segnato la storia dell'arte delle avanguardie a Roma alla fine degli anni Sessanta e negli anni Settanta. Nel 1986 fotografa l'opera di Joseph Beuys. Si ricordano la mostra personale presso il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 1993 e la personale al MART di Rovereto e all'Accademia di Francia Villa Medici nel 2007.