Claudio Adami – Nero su bianco
La mostra raccoglie sotto il titolo “Nero su bianco” una serie di nuove opere di china su carta assieme ad altri lavori che l’ artista ha sviluppato nell’ ultimo decennio.
Comunicato stampa
Sabato 28 ottobre 2017 la Galleria E3 Arte Contemporanea è lieta di annunciare la riapertura della stagione espositiva con la personale di Claudioadami presso i propri spazi. La mostra raccoglie sotto il titolo “Nero su bianco” una serie di nuove opere di china su carta assieme ad altri lavori che l’ artista ha sviluppato nell’ ultimo decennio. Non è possibile fare riferimento all’ intera opera di Claudioadami senza pensare a quella di un calligrafo cinese o di un miniaturista islamico, fuori dallo spazio e lontano nel tempo. Tale è il carattere della sua pratica da risultare una disciplina rigorosa e ossessiva che Adami coltiva da quasi quaranta anni senza deviazioni e cedimenti. Eppure il suo duraturo e attuale rapporto con la parola scritta è l’ erede diretto della tradizione modernista inaugurata da Mallarmè e giunta a maturità negli anni ’70, tra declinazioni minimaliste, concettuali e di visual poetry. “Nero su bianco” allude al gesto primo e fondante della scrittura, al tracciato della china sulla carta, all’ origine materiale del testo. Ma allude pure al tentativo esasperato di racchiudere ogni possibile discorso nel fragile spessore del segno calligrafico, nella sottile linea nera tracciata dall’ inchiostro sulla superficie del foglio. Come riassorbire tutte le frasi in una sola parola, tutti i libri in una pagina, tutto il mondo in un libro? Per questo ininterrotto esercizio di riempire pagine e pagine di segni ricorda piuttosto la ripetizione senza fine di un mantra, uno stato di trance, una massima concentrazione senza alcuna concessione agli stimoli esterni. Ma proprio questo tipo di scrittura tradisce una originaria scissione tra segno e significato, tra veduto e letto, tra immagine e testo. Da qui prende forma quella proliferazione di una scrittura indecifrabile senza alfabeto né parole, tipica di Claudioadami, destinata a saturare la pagina con densi segni neri in modo freddo, automatico, ripetitivo senza che ne possa emergere alcun significato. Altrettanto paradossale ne risultano le infinite variazioni dei formati attraverso cui Adami cerca di declinare le sue cosiddette varianti scritturali: dai notebooks agli archivi, dalle partiture alle enumerazioni, dai tabulari ai rotoli da svolgere.
Che questa scrittura asemantica non traduca o attesti altro che la presenza dell’ autore lo dichiara la serie delle “Registrazioni” in cui il tempo diventa il centro di questo esercizio senza inizio ne fine, in cui il passaggio risulta equivalente alla sua sospensione. Di tutto ciò Claudioadami non fa altro che registrare, con esattezza beckettiana, il suo percorso vano.
Marco Scotini