Claudio Borghi – Dalle cinque alle sette
Le opere, quasi tutte in acciaio corten, rappresentano un esauriente panorama delle sculture degli ultimi anni di Claudio Borghi.
Comunicato stampa
Sabato 24 Novembre si inaugura la mostra dal titolo “dalle cinque alle sette” dello scultore Claudio Borghi. La mostra, si inserisce in un ciclo di mostre che ha portato l’artista per tutto il 2015 in varie località italiane.
Le opere, quasi tutte in acciaio corten, rappresentano un esauriente panorama delle sculture degli ultimi anni di Claudio Borghi. In uno dei tre saggi contenuti nel catalogo che accompagna la mostra, Maddalena Mazzocut-Mis scrive: il momento è magico: “ ...Due persone che mangiano una buona pizza sotto un grande albero, un mezzogiorno di primavera. No, tu preferiresti un buon gelato,...”, “…tra le cinque e le sette, dopo una giornata di lavoro: due chiacchiere e quel tempo che scorre calmo, perché tutto segue, almeno in quelle due ore, un suo ordine. Poiché ci si culla nel pensiero dell’altro, mentre sai che il tuo dire verrà accolto nello stesso modo…”. Anna Comino nel suo saggio scrive: …” qui non si è portati a soffermarsi minuziosamente sui dettagli di una singola struttura ma si è invitati a dondolarsi nella presenza leggera di un rapporto tra parti piene e vuote affatto simmetrico: le prime tendono a prevalere sulle seconde modellando il corpo plastico in parallelepipedi arcuati che spezzano la continuità visiva obbligando ad alzare lo sguardo alla ricerca dell'inconsistenza materica delle fronde. In altre combinazioni lo schema si inverte: due singoli arbusti allampanati, dal profilo tremante, trattenuti al suolo da un basamento che li ancora saldamente, tagliano verticalmente lo spazio. Altri ancora hanno lingue metalliche morbide e sinuose che sembrano ondeggiare lentamente, quasi fossero alghe mosse dalla corrente. …”, “…La genesi della forma si legge sulla pelle: un'epidermide corrotta, aspra, in parte negata da pennellate poco coprenti e rapide, in parte corretta (paradossalmente) da martellate ben assestate...”, “...in questa atmosfera rarefatta la magia del bosco ritorna suono. Ma questa volta è respiro.”
E Simona Bartolena prosegue “...La lentezza, tragicamente assente dal nostro quotidiano, ritrova la sua ragione d’essere e detta il passo, talvolta conduce in sentieri impervi, impone la curva laddove poteva esserci un rettilineo, complica la traiettoria, non facilita il gioco. Ma alla fine arriva. Trova l’equilibrio evitando l’inciampo, l’approssimazione...”, “...E questa lentezza non riguarda solo lo scultore: coinvolge anche chiunque si ponga di fronte a una scultura di Borghi. Non c’è spazio per sguardi distratti...”