Claudio Destito – Slittamenti di superficie
Ciò che realizza l’artista nella sua ricerca e che è rappresentato in occasione della mostra genovese è un vero e proprio dialogo con il passato.
Comunicato stampa
Il giorno 17 dicembre alle ore 18.00 la galleria SharEvolution contemporary art di Genova con sede in piazza San Matteo 17/5, inaugura la mostra Slittamenti di superficie con opere dell’artista Claudio Destito.
In occasione dell’esposizione verranno proposti i testi di Martina Aurora Peola e Carolina Riva.
Ciò che realizza l’artista nella sua ricerca e che è rappresentato in occasione della mostra genovese è un vero e proprio dialogo con il passato, non senza una certa vena ironica, più precisamente con alcune opere della storia dell’arte divenute icone del nostro tempo, ovvero lavori sia antichi che recenti i quali hanno maggiormente segnato il nostro background culturale e l’immaginario collettivo, dai musei alle gallerie, fino ai media e alla pubblicità, per poi plasmare anche la nostra concezione di estetica e il nostro stile di vita.
Un esempio è il lavoro Colonna, raffigurante una colonna classica, che però perde la sua funzione strutturale, tanto più che non viene realizzata in un materiale solido ma in cartone, ricordando piuttosto un lavoro di De Chirico, che dipingeva elementi antichi fuori dal loro contesto e quindi privi del loro autentico significato, oppure in Il ragno di Mondrian, ispirato all’iconico Composizione in blu, giallo e rosso dell’artista olandese Piet Mondrian, dove però le forme geometriche riguardano l’unico rimando all’originale, che resta una specie di ricordo che però ha perso i suoi colori.
Dal punto di vista del linguaggio visivo, l’artista è solito condurre la sua ricerca attraverso un metodo essenziale e geometrico: Destito si colloca in una particolare trama artistica, figlia delle ricerche post-moderne quali minimalismo, poverismo e concettualismo. I significati, i valori e la realtà dell’artista vengono raccontati con un connubio lineare tra titoli evocativi e immagini semplici, che seguono la geometria. L’autore vuole, così, sfondare i confini del concettuale, riflettendo sull’utilizzo di determinati materiali, dandoci la possibilità di sondare l’atto percettivo che abbiamo degli stessi.