Claudio Malacarne – Summer time
La tela delimita l’acquario personale dell’artista in cui le figure levitano in un insieme coreutico, una danza orchestrata dalle armonie del nuoto, dove i flussi dell’acqua avvolgono i
corpi e marcano le note attraverso il tocco pittorico, nel tratto-colore che parte dalla ricerca di fin de siecle poi dipanandosi, musicalmente con Debussy.
Comunicato stampa
Nella poetica degli elementi l’acqua ha da sempre rappresentato sacralità e purificazione, la virtù assoluta da cui ogni cosa trae fondamento e origine, il caos primigenio da cui scaturisce il cosmo. Secondo Talete tutto nasce dall’acqua. L’acqua come origine di ogni cosa, del tutto che ancora non esiste ma è in divenire, l’immersione nell’acqua come regressione alla non vita e l’emersione come un nascere di nuovo.
Da qui, l’applicazione della simbologia del rito dell’immergersi all’individuo singolo e la trasposizione anche al battesimo, inteso come morte e rigenerazione per il tramite della fede del nuovo uomo. I tempi moderni sono gestiti dalla psicanalisi secondo la quale l’acqua nel sogno rappresenta, secondo Freud, la fisicità materna, mentre per Jung sonda l’inconscio misterioso.
Quindi il nuoto, attraverso il quale più laicamente, assiri, indiani, romani rigeneravano lo spirito e tempravano il fisico, come evidente in straordinari bassorilievi, affreschi e mosaici. In epoca molto più recente il fascinoso Byron sollecitava le eccezionali capacità natatorie per il giovamento romantico e soprattutto delle dame sue ammiratrice nei circoli – letterari e non – di mezza Europa. I Costruttivisti identificano nuoto e idoneità fisica nel segno del benessere e del progresso sociale.
Probabilmente conscio ed inconscio di Malacarne sono intrisi, in tutto o almeno in parte, di tali dati quando si riferisce a figure che non sembrano nuotare bensì fluttuare. L’iconografia di adolescenti che nuotano sembra palesarsi come il pretesto per la rappresentazione di una gravità particolare, soggettiva: più che in acqua i bagnanti sono immersi in un fluido, è liquido ma potrebbe essere aria e cielo. Elementi che avvolgono la fisicità-materia e che permettono loro di vivere di gravitazione propria, elevandosi. La tela delimita l’acquario personale dell’artista in cui le figure levitano in un insieme coreutico, una danza orchestrata dalle armonie del nuoto, dove i flussi dell’acqua avvolgono i
corpi e marcano le note attraverso il tocco pittorico, nel tratto-colore che parte dalla ricerca di fin de siecle poi dipanandosi, musicalmente con Debussy. Malacarne esercita raffigurazione e impianto
come tastiera, la timbrica a volte è dolce, a volte appare decisa e violenta, nella naturale confusione tra visione, sonorità, percezione.
Ma è lo studio su levità e leggerezza quello in cui sembra concentrarsi l’artista, i corpi seguono piani e linee di galleggiamento aeree, le atmosfere sono morbide, l’elemento motorio si confonde nell’energia generale, avvolgente, metafisica. Malacarne sente le trasparenze dell’acqua e sembra ricercare, nel gesto di chi la trascorre, calma e sospensione, pur nelle sollecitazioni idrodinamiche.
E poi l’evidente indagine sulla luce, il rapporto tra la stessa e la fotografia, la rifrazione ed il confronto con l’immagine, sempre e comunque bidimensionale.
Immagine emergente, della mente e di quel mondo. L’immagine fluttuante.
Marco Ancora
Biografia
Claudio Malacarne nasce nel 1956. Vive e lavora a Soave Mantovano. Pittore, ma soprattutto si dedica al disegno, per il quale fin dagli inizi appare nutrire una dedizione particolare, come se fosse il suo modo di possedere la realtà, una sua “urgenza esistenziale”. Dagli anni ’80 si nota nei suoi dipinti la lezione post-impressionista con un uso del colore da “plein lumière”. Apprezzatissimi dalla critica e dagli estimatori i suoi cicli pittorici “concerto jazz”, gli” animali”, i “ bagnanti” quest’ultimi nati dopo aver scoperto il realismo spagnolo di Jaoquin Sorolla,il suo occhio indagatore,il detective del colore dei Fauves, diventa nell'ultimo decennio,il puntuto ,amaro artista dei “bagnanti” e dei “ nuotatori”. Dapprima inesorabile osservatore della realtà , e di una vita moderna perlustrata con una torcia al vetriolo, poi trasformandosi -lui ironico e scettico taglieggiatore di ritratti e di animali equiparati gli uni e gli altri da una comune ,insopportabile matericità- poi in una specie di perduto visionario suo malgrado.
Da anni è presente in molte importanti Fiere d’Arte in Italia ed Europa. Molteplici esposizioni in note Gallerie d’Arte in Italia e all'estero con la Galleria Ransom Londra , Galeria Augustin Vienna, Galerie Kunstkontor Norinberga, Galerie Spaeth Coburgo. Invitato con una grande mostra all' Acquario e Civica Stazione Idrobiologica Milano, Galleria Civica di Palazzo Todeschini Desenzano Bs, Miller Gallery di Cincinnati negli USA, Union Bank Suisse a Lugano, Villa Panphili a Roma. Inviato al Premio Morlotti alla Permanente di Milano ,alla Biennale dell’incisione di Campobasso, al Premio Vasto.Nel 2012 espone a Roma con una mostra personale presso il Chiostro del Bramante , in concomitanza della prestigiosa mostra di Joan Mirò “ Mirò!Poesia e Luce”,.
Nel 2014 espone a Spoleto presso il Museo Palazzo Collicola Arti visive con la personale :
“I Sensi Liquidi “ a cura di Gianluca Marziani.
Nel 2015 viene invitato con una personale alla Galleria Civica di Potenza a Taormina nella ex Chiesa del Carmine a cura del comune.
Floriano De Santi