Claudio Olivieri – Pittura oltre la pittura
Con un nucleo di opere, su tela e su carta, che attraversano la strada percorsa dall’artista dalla fine degli anni Sessanta ai primi decenni del Duemila, pur non potendo costituire un’antologica retrospettiva, la mostra presenterà saggi dei diversi aspetti della sua opera.
Comunicato stampa
Dalla elaborazione di compositi lavori di sovrapposizioni gestuali e cromatiche, con i quali l’artista si spinge oltre le sirene dell’informale, per passare alla appassionata riduzione dell’esercizio pittorico a un confronto intimo con un cromatismo assoluto, raccolto e pronto a esplodere, proprio delle ricerche degli anni Settanta, per svilupparsi nelle articolate composizioni di spazio, luce e vibranti ombre che caratterizzano la sua attività più avanzata, la mostra toccherà le diverse corde di un dialogo con la pittura che si è sempre avvalso di una lucida componente critica.
Il testo di Francesco Tedeschi, che accompagnerà il catalogo della mostra, prenderà in esame specificamente quella “volontà di pittura” che si è sempre tradotta in un esserci, in un partecipare alla sostanza della pittura come fattore attivo e interrogante. Un’affermazione che nei suoi dipinti si manifesta nella loro imprendibile sostanza. Come altri protagonisti di una stagione che vede la pittura affermarsi o riaffermarsi oltre la crisi dei linguaggi che ha caratterizzato l’epoca degli anni Sessanta e, in modo diverso, degli anni Ottanta, Olivieri è tra coloro che hanno compiuto un processo di analisi dei modi e delle forme del linguaggio pittorico, per aprire squarci che sembrano andare oltre la fisicità del colore, della luce e in senso lato della pittura. Questo riaffermarsi della pittura “oltre la pittura”, oltre i termini nei quali la si può intendere come materia capace di definire una forma o un’immagine, per essere solo pittura, è al centro di una riflessione critica che riguarda la sua qualificazione originaria e i suoi sviluppi, aperti e imprevedibili.
Come disse l’artista, in uno dei suoi testi autoriflessivi, del 1980:
“io non voglio parlare di un prima della pittura, o di un dopo: la pittura rimane là, in ciò che manca alla parola, nel suo indescrivibile puro essere, che non può rispondere perché, forse, in esso tutto è interrogazione”
(C. Olivieri, Sette dipinti. Seven paintings, Brescia, 1980, poi in G. M. Accame, F. Gualdoni, Claudio Olivieri. Il corpo dell’idea, Pierluigi Lubrina Editore, Bergamo, 1991, p. 152.)