Claudio Secchi – Trascendenza
Un mondo onirico a cavallo tra la mente conscia e quella inconscia, come asseriva lo stesso Jung, un mondo spirituale che riflette la religiosità nel senso più ampio e profondo del termine stesso. Questa è l’opera artistica presentata oggi da Claudio Secchi, eclettico pittore modenese che ci propone le sue geometrie colorate.
Comunicato stampa
Testo critico su Claudio Secchi
A cura di Massimiliano Bisazza
“Trascendenza”
Un mondo onirico a cavallo tra la mente conscia e quella inconscia, come asseriva lo stesso Jung, un mondo spirituale che riflette la religiosità nel senso più ampio e profondo del termine stesso. Una “metempsicosi” di pensiero che ribalta i concetti platonici per cui l’arte era pressoché inutile, creando invece un plusvalore nel messaggio artistico e nel ruolo dell’artista, prodigandosi in una coniugazione dell’anima che abbraccia la filosofia occidentale e quella orientale con lo stesso impeto. Questa è l’opera artistica presentata oggi da Claudio Secchi, eclettico pittore modenese che ci propone le sue geometrie colorate.
Le linee dritte giungono ad angoli, rettangoli, quadrati e rombi che grazie all’illusione ottica vengono lette dalla retina come una curvatura. Quella curvatura quasi proiettata in un futuro senza tempo, che allunga e distorce o addirittura accorcia la linea spazio-tempo e che ammanta il fruitore nel momento in cui si trova di fronte ad una tela di Secchi. Linee parlanti che ci donano sensazioni extra-corporali dove il proprio sé viene proiettato fuori grazie ad un’ esplosione di colori e di forme che sfiorano l’astrazione la cui matrice ci ricorda il “neoplasticismo”. E poi una sorta di mandala - che peraltro significa anche “perfettamente dotato”, calzando dunque a pennello con le opere del Secchi - che invece rammenta le religioni orientali come il buddhismo, l’induismo, l’islamismo, il sincretismo. Troviamo anche una traccia bizantineggiante ed una lettura “mistica” dell’opera di questo artista, talvolta cabalistica.
Durante il Rinascimento furono proprio i filosofi neoplatonici Ludovico Dolce e Giordano Bruno a scrivere di quella “natura naturans” che secondo l’accezione latina viene posta come divina ed in quanto tale in contatto con Dio e dunque valorizzata dall’artista durante la massima espressione pittorica.
Il Secchi coniuga in modo originale e dando un’ accezione universale al suo concetto di natura; ponendosi ad un livello cosmico, quindi più ampio e profondo, scevro da giudizi ma empatico ed osservante della fenomenologia nel divenire delle cose. Trascendere, sminuzzarsi, parcellizzarsi nel proprio essere così da entrare in contatto con un “Se” altro ma onnicomprensivo.
Massimiliano Bisazza