Claudio Spoletini – Il collezionista
Dopo le personali “Fabbricato in Italia” e “Fabbricato in Italia 2”, tenute presso la Galleria Romberg nel 2005 e nel 2008, questa terza esposizione di Claudio Spoletini chiude una ricerca da egli dedicata, da parecchio tempo, ad un suo grande amore, quello per i giocattoli, presentando un ciclo che comprende una ventina di nuovi lavori olio su tela e due grandi carte.
Comunicato stampa
La passione per il collezionismo non ha età. Di qualunque entità essa sia può raggiungere differenti intensità. E’ un desiderio ardente, una brama irrefrenabile verso oggetti di varia natura, il cui possesso è in grado di gratificare profondamente la persona che li accumula, con evidenti e visibili effetti benefici.
In un momento particolarmente difficile come quello che stiamo vivendo, le possibilità di acquisto e le potenzialità di spesa del “soggetto collezionante”, per oggetti che generalmente non rappresentano beni primari di consumo, sono molto diminuite, ma è anche vero che in alcuni casi questa forte pulsione verso “oggetti del desiderio” può rappresentare quasi un’azione di coraggiosa temerarietà, tanto potente da far superare timori e titubanze.
Dopo le personali “Fabbricato in Italia” e “Fabbricato in Italia 2”, tenute presso la Galleria Romberg nel 2005 e nel 2008, questa terza esposizione di Claudio Spoletini chiude una ricerca da egli dedicata, da parecchio tempo, ad un suo grande amore, quello per i giocattoli, presentando un ciclo che comprende una ventina di nuovi lavori olio su tela e due grandi carte.
Claudio Spoletini utilizza due linguaggi espressivi, la fotografia e la pittura, ed il coinvolgimento nei suoi lavori di questi oggetti di vario tipo avviene sia fisicamente, nella fotografia riuscendo ad integrarli nel contesto fotografato e rendendoli parte della scena attraverso uno studio accurato del punto di ripresa e delle proporzioni, sia metaforicamente nella pittura, con una raffigurazione realistica di ciascun giocattolo in contesti paesaggistici ben connotati. Presenza costante dei dipinti di Claudio Spoletini è infatti la massiccia e robusta architettura della fabbrica italiana, che può essere letta sia come origine stessa di produzione dei piccoli oggetti ritratti sia, ad un livello più simbolico, come il teatro dello sviluppo sociale, il mondo del lavoro e della fatica, delle rivendicazioni dei diritti e delle lotte operaie, della produttività e della crescita di un popolo, un mondo ormai quasi scomparso e sostituito dalle virtualità delle tecnologie digitali.
Spoletini raffigura in modo quasi ossessivo quello che è il simbolo della fabbrica in attività, la ciminiera fumante che spande nel cielo i propri vapori di produzione.
Quasi sempre delle vedute dall’alto, sono panoramiche che permettono di coglierne con lo sguardo la struttura architettonica nella sua interezza, uno sfondo che era, nei dipinti precendenti a quelli in mostra, quasi sempre monocromatico ed irreale, accentuando in questo modo il realismo e la solida tridimensionalità dei giocattoli che ne percorrono le strade o ne solcano i cieli.
Nei lavori recenti l’oggetto si smaterializza diventando un semplice contorno bianco, solo la struttura esterna della forma del giocattolo, e il paesaggio industriale perde il proprio rigore formale geometrico sfaldandosi in una pittura dalle reminescenze postimpressioniste, con pennellate staccate che in alcuni casi simulano l’effetto “seghettato” dei pixel delle immagini digitali, i “mattoni” che costituiscono le informazioni della nuova immagine elettronica. Con colori innaturali e forti, Spoletini rafforza la caratteristica espressionista dei propri quadri, dipinti che non raffigurano mai esseri umani se non come riproduzioni standardizzate dei propri amati giocattoli, questi ultimi divenuti ormai esili silhouette fluttuanti nel vuoto.
CLAUDIO SPOLETINI / IL COLLEZIONISTA
curated by Italo Bergantini and Alessandro Trabucco
INAUGURATION
SATURDAY, NOVEMBER 10, 2012 FROM 5.30 p.m.
PERIOD NOVEMBER 10 / 8 DICEMBRE 2012
ROMBERG + ROOMBERG / Viale Le Corbusier 39 - Torre Baccari / 17th FLOOR + GROUND FLOOR / LATINA
gallery opening times: from Mondays to Saturday 4 p.m. to 8 p.m.
info: T. e F. +39 0773 604788 – M. + 39 334 7105049
e.mail: [email protected] / sito: www.romberg.it
Fascination for collecting has no age limit. No matter how slight it may be, it can reach different strength.
It’s a craving desire, an unstoppable longing to various kinds of objects, whose property fulfill entirely the collector with positive effects.
In this particularly tough time the collectors tend to cut costs for buying items that are not for primary use, however in certain cases the strong drive to the desired object might be a recklessly brave action, to be overcome concerns and hesitations.
After twice solo show at Romberg Gallery in 2005 and in 2008, “Fabbricato in Italia” and “Fabbricato in Italia 2”, this third Claudio Spoletini’s exhibit completes a long time study he dedicated to his true love, his passion for toys, presenting a series including about twenty new works, and two big papers.
Claudio Spoletini express himself trough two different media, photography and painting, entailing into his works these various objects both physically, in photography being able to integrate them into the photographed context and making them part of the scene through an accurate study of the shooting point and proportions, and metaphorically in painting, with a realistic depiction of each toy into characteristics landscape. In Claudio Spoletini’s paintings indeed is persistent the presence of the massive and hardy architecture of the Italian factory, which can be read as either origin of the production of the small objects portrayed, or in a more symbolic level as the theater of social development, the world of work and toil, of claims of the rights and workers' struggles, of productivity and growth of a nation, a world now almost disappeared and replaced by virtual technologies.
Nearly obsessively Spoletini draws the symbol of the factory in operation, a smoking chimney spreading its gas in the sky.
Mostly are sights from above, overviews that allow to seize the architectural structure as a whole, a background that was, in the early paintings, nearly always monochrome and unreal, emphasizing the realism and the solid three-dimensionality of toys that walk the streets or sail the skies.
In recent works the object dematerialize itself turning to a mere white outline, just the outer structure of the toy’s shape, and the industrial landscape loses its proper geometric rigidity by flaking in a paint of post-impressionist memories, with loose brushstrokes that mimic, in certain cases, the pixels’ "serrated" effect of digital images, the "bricks" that built the information of the new electronic image. With unnatural and solid colors, Spoletini strengthens the expressionist feature of his paintings that depict human beings only as unvarying copy of their beloved toys that have now become just thin silhouette floating into space.