Claudio Valerio – Via-Senza-Via
Mostra personale di Claudio Valerio. Via-Senza-Via è presentata dai testi critici di Andrea Bardi e Giulia Pontoriero, realizzata con il contributo di Francesco Serafini.
Comunicato stampa
RIFLESSIONI: VIA-SENZA-VIA È LA VIA?
Una direzione per la meditazione
Il concetto di "Via senza via" si presta a una profonda riflessione sulle pratiche meditative, in quanto entrambe articolano la tensione fra il perseguimento di un cammino e l'abbandono della finalità. Nella meditazione, l'individuo viene condotto verso una dimensione in cui l'intenzione di raggiungere un risultato o un obiettivo si dissolve, a favore di una presenza consapevole e paradossale, simile al "non agire". Questo stato riflette perfettamente l'ossimoro implicito nel titolo: un percorso che, nella sua stessa negazione, manifesta la presenza di un enigma irrisolto. Allo stesso modo, la meditazione richiede di sospendere la tendenza al controllo cognitivo, rinunciando al costante rinvio associativo che collega simbolo e significato.
Le opere di Claudio Valerio incarnano questo principio, richiamando un approccio contemplativo che sfida lo spettatore a sospendere l’interpretazione tradizionale e a dimorare nell’indetermi-natezza. Come nella pratica meditativa, in cui l’assenza di un fine ultimo conduce a una forma di consapevolezza più radicale, le creazioni di Valerio chiedono di mettere in crisi il paradigma semiotico che domina la nostra cultura visiva, promuovendo un’esperienza estetica fondata sulla negazione della traducibilità immediata. Tale processo diventa una provocazione intellettuale e filosofica, in quanto costringe il fruitore a confrontarsi con l'impossibilità di fissare un senso unico o definitivo.
In questo dialogo tra arte e meditazione, si evidenzia un ribaltamento del rapporto tra contenuto e forma, dove l'atto di non svelare diviene esso stesso un atto di rivelazione. La "Via senza via" diventa così una metafora dell'esperienza meditativa: un percorso che, pur non offrendo una destinazione, apre a una comprensione più profonda della realtà ontologica dell'opera d'arte, dell'ente e dell'esperienza umana.