Claus Philip Lehmann
Per la sua prima personale italiana, presso Galleria Mario Iannelli di Roma (opening venerdì 12 giugno 2015) Claus Philip Lehmann si ispira a Boezio e cita il De Consolatione philosophiae II, 7: “Si tacuisses, philosophus mansisses” ovvero “Se avessi taciuto, saresti rimasto un filosofo”.
Comunicato stampa
Per la sua prima personale italiana, presso Galleria Mario Iannelli di Roma (opening venerdì 12 giugno 2015) Claus Philip Lehmann si ispira a Boezio e cita il De Consolatione philosophiae II, 7: "Si tacuisses, philosophus mansisses" ovvero “Se avessi taciuto, saresti rimasto un filosofo”.
In mostra opere recenti, sia su tela che in grafite su carta, e gli oli monocromi su tela di grandi dimensioni dal titolo Was die Arbeiter machten, am Tag an dem sie frei hatten / Quello che i lavoratori fecero, nel giorno che ebbero libero, realizzati fra il 2007 e il 2010.
L'artista interviene inoltre nello spazio della galleria creando un allestimento con altri materiali quali vernice scura sulle pareti, carta da parati bianca (la tipica carta da parati bianca berlinese Rauhfaser) e carta specchiante.