Cluj Calling_Vento da Est
Il progetto espositivo presenta una attenta selezione di giovani artisti rumeni che lavorano in esclusiva per la Galleria IAGA.
Comunicato stampa
Sabato 7 febbraio, dalle ore 18.00 negli spazi di IAGA International Art Gallery Angels, a Cluj-Napoca, Romania, apre al pubblico internazionale la mostra collettiva e itinerante
Cluj Calling_Vento da Est.
Il progetto espositivo presenta una attenta selezione di giovani artisti rumeni che lavorano in esclusiva per la Galleria IAGA:
Bianca Brişan, Vlad Căpuşan. Andrei Ciurdărescu, Sabina Dragomir, Elena Ilaş, Florin Marin, Alexandra Mureşan.
A cura di Ilaria Bignotti e Walter Bonomi, la mostra costituisce un importante appuntamento per la critica e il collezionismo internazionali, confermando la volontà della Galleria IAGA di sviluppare e promuovere il dialogo tra le ricerche artistiche italiane contemporanee ed est europee, guardando ad un futuro possibile dove lo scambio e il dialogo internazionali siano davvero le fondamenta sulle quali costruire progetti artistici di lunga durata e tracciare nuove e vincenti geografie artistiche e culturali.
Dopo essere stata allestita presso gli spazi di IAGA Gallery, la mostra si sposterà infatti in Italia, dal prossimo 21 marzo 2015, negli spazi della Galleria ARTEATRO della Fondazione San Domenico a Crema.
Come suggerisce il titolo della mostra, le opere esposte, molte delle quali appositamente realizzate dagli artisti, intendono riflettere sulle origini e le trasformazioni di un luogo e di una cultura, quale quella est-europea, e sul dialogo con la scena internazionale contemporanea, attraverso linguaggi pittorici e scultorei che interrogano la tradizione dalla prospettiva attuale.
Alla base di molte ricerche, il principio conduttore è quello della metamorfosi e del processo creativo, analizzati attraverso il farsi dell’opera, in bilico tra soluzione finale e potenziale trasformazione di linguaggio. I temi portanti sono quelli eterni dell’uomo e della storia: l’analisi dell’identità in relazione allo sguardo dell’altro, lo scontro tra dimensione intima e pubblica dello spazio vissuto, il confronto tra le tecnologie e la tradizione, in una tensione mai risolta tra memoria e dimenticanza.
Dalla raffinata poesia pittorica di Sabina Dragomir, che affronta la metamorfosi del proprio corpo dapprima fotografandosi nell’acqua, poi riproducendolo con la scelta del bianco e nero in tele di grande eleganza, al grembo-bozzolo di Bianca Brişan, che si fotografa all’interno di tessuti avvolgenti per poi rivedersi attraverso la pittura, in opere dove la tensione è nel trauma dell’apparire.
Elena Ilaş affronta il problema dell’identità attraverso una scultura colante, mutevole, sperimentale, dove il ritorno al tema del volto si unisce alla sua immediata negazione, destinata a far emergere altri aspetti, nascosti, dell’io dell’artista in relazione alla storia individuale e collettiva.
Florin Marin lavora sulla relazione tra tradizione e innovazione, indagando le vicende epiche della propria terra attraverso una scultura narrativa di grande possenza.
Vlad Căpuşan si esprime con una pittura violenta, emotivamente carica, ricca di suggestioni, ad alta temperatura: le opere di Capusan sono collage urbani e visioni lontane, dove l’uomo si trova in una perenne condizione di passaggio e di sfida con le proprie ansie e i propri desideri.
Raccoglie le tracce dell’uomo nel mondo Andrei Ciurdărescu, attento indagatore di luoghi e spazi dove il passaggio umano si traduce in segno, impronta, gesto, scenario di una storia da ricordare: le sue opere, dai neri intensi, dai colori caldi e pregnanti, compongono un album urbano di grande intensità.
Infine, Alexandra Mureşan: il suo lavoro si esprime attraverso una tecnica antica e preziosa, quella della lavorazione del vetro che la giovane artista cola e plasma con il supporto di maglie metalliche, creando opere germinanti, dove la natura diventa artificio e viceversa, in un panta rei ogni volta di sorprendente bellezza.
Una mostra che saprà travolgere il pubblico come un vento avvolgente, carico di promesse.
Un vento ricco di potenzialità e di interesse anche per il mercato dell’arte contemporanea internazionale.
Un vento che apre il sipario all’arte dell’Est Europa, in un percorso coinvolgente e capace di toccare i grandi temi della vita, delle relazioni, della presenza dell’uomo nello spazio del mondo, del tempo e delle sue declinazioni, dei giorni e degli anni, della inquietudine del vivere nella consapevolezza del sentire.
La mostra è accompagnata da un catalogo dedicato al progetto espositivo e contenente immagini ambientate di tutte le opere esposte.