Colazione a Barriera 2015
Per la nona edizione di Colazione a Barriera, in occasione di Artissima 2015, Barriera presenta una interessante selezione di opere di giovani artisti.
Comunicato stampa
Per la nona edizione di Colazione a Barriera, in occasione di Artissima 2015, Barriera presenta una interessante selezione di opere di giovani artisti, gli statunitensi Trisha Baga (1985) e Andrea Crespo (1993), l'inglese Eloise Hawser (1985) e l'austriaco Philipp Timischl (1989), il cui lavoro si propone di analizzare e raccontare l’universo di nuove influenze e stimoli che condizionano il nostro modo di essere, ed il mondo in cui tracciamo intricate connessioni tra le sfaccettature della vita in cui siamo incastrati. Tre degli artisti presentano delle video installazioni.
Trisha Baga presenta Baby (2014), un video in 3-D girato in location differenti in giro per il mondo, composto da un'infinita varietà di suoni e oggetti atti ad immergerci in una scena complessa, dove una gamma variegata di percezioni sonore e visive ci porteranno ad interrogarci sulla relazione tra realtà e ritratto della stessa. La realtà conduce a risultati diversi nella nuova serie di lavori scultorei di Philipp Timischl, che si compongono di un TV flat screen sormontato da una tela, raffiguranti le immagini riprese nel recente viaggio dell'artista a Los Angeles, che offrono veloci fotogrammi di vita. Il lavoro video di Eloise Hawser, Intervalometer (2013), ci mostra un’orda di fotografi costantemente all’inseguimento di un personaggio che non viene mai mostrato nel video, ed il continuo bagliore dei flash, trasmettendo la sensazione di costrizione che possono provare certi personaggi particolarmente in vista. Il contrasto tra vita vissuta e vita osservata, tra morfologia e struttura dello spazio sono sviluppati ulteriormente nei lavori pittorici di Baga e Timischl, anch'essi inclusi nell'allestimento. Andrea Crespo, altro artista che è solito lavorare con i video, espone in questa mostra una serie di lavori a parete composti da oggetti di fornitura industriale, come box di sicurezza per i server, nonché alcune stampe che sono state modellate dai disegni che soggetti neuro-divergenti realizzano all’interno di comunità online.
La presenza degli oggetti che compongono queste opere apre la possibilità a nuove forme di collettività ed a modelli ricodificati di materializzazione.
Si percepisce una tentazione molto forte di voler leggere unitariamente questi lavori come, ad esempio, il tentativo di descrivere il modo in cui la cultura nel suo complesso, incluse la comunità internet e quella popolare, ha influenzato il nostro modo di essere, il concetto di noi-stessi-nel-mondo. In ogni caso, ognuna delle opere in mostra presenta una propria visione storica, geografica, tecnologica e/o una storia personale che potrebbe essere meglio interpretata come il risultato di un nuovo modo di osservare, di una forma di percezione maggiormente orientata verso la scoperta dell’ignoto attraverso la navigazione, approdando a collegamenti sconosciuti tra informazione e immagine.
Testo critico, tradotto dall'inglese, a cura di
Aaron Bogart