Colin De Land

Informazioni Evento

Luogo
INNER ROOM
via G.di Mannaia, 15 53100 , Siena, Italia
Date
Dal al
Vernissage
18/05/2023

ore 18.30

Generi
arte contemporanea
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Mostra su Colin De Land, gallerista e protagonista culturale di New York, figura germinale dell’arte contemporanea.

Comunicato stampa

inner room© — inner room jewelbox©

Nell'ambito di Open Zona Toselli: arte nei luoghi di produzione

in collaborazione con: Galleria Meyer Kainer, Vienna

con questo evento inizia il ciclo

-look ahead-

dedicato ad una rilettura etimologicamente politica dell'arte degli anni '90

Il primo appuntamento è focalizzato su una figura topica per quel periodo e non solo:

Colin De Land, gallerista e protagonista culturale di New York, figura germinale dell'arte contemporanea.

Il contesto è incentrato su un importante testimonianza di storia dell'arte contemporanea, un documento audiovisivo inedito che inner room, grazie alla collaborazione con la Galleria Meyer Kainer di Vienna, propone in esclusiva per l'Italia e relativo al discorso/performance che Colin De Land ha tenuto durante il simposio “The Aesthetic Field” a Vienna, nel 1992. Il simposio è stato ideato da Christian Meyer e Ulf Wuggenig, mentre la sua organizzazione è stata curata da Renate Kainer. L'evento si tenne durante il semestre estivo del 1992 presso Universität für angewandte Kunst di Vienna, il cui rettore dell'epoca, Oswald Oberhuber, era interessato a promuovere l'istituzionalizzazione di nuove forme innovative di discorso.

Il simposio è servito come forum per le conferenze di undici artisti incaricati di presentare la propria posizione nel campo estetico. Le presentazioni hanno seguito una specifica struttura drammatica: Peter Weibel, Jeff Koons, Peter Fend e Colin de Land il primo giorno; Jessica Stockholder, Gerwald Rockenschaub, John Miller e Raymond Pettibon il secondo; Christian Philipp Müller, Renée Green e Andrea Fraser il terzo e ultimo giorno.

inner room propone in termini atemporali per primo l'intervento di Colin De Land per semplice questione di affetto ed amicizia e perchè la sua memoria, in occasione dei 20 anni della sua dipartita fisica, sia di benedizione.

Dal contenuto scaturisce però una centralità di messaggio importante per una lettura rinnovata del contemporaneo.

A proposito di quanto si potrà vedere ed ascoltare, l'artista Andrea Farser ha scritto:

Colin (de Land) ha creato una delle migliori performance che abbia mai visto. .............. Era molto nervoso per la lettura del testo che aveva scritto, che era una riflessione critica sul modo in cui la nostalgia e l'amnesia storica permettono alle tendenze regressive di essere legittimate e premiate dal mercato dell'arte (in qualche modo, attraverso "Art and Objecthood" di Fried). Don't Look Back è stato proiettato dietro il leggio, mentre Rambo III, Female Trouble e Dracula di Andy Warhol venivano riprodotti su tre monitor a lato. A un certo punto, "Diamonds and Rust" è passato sull'impianto di amplificazione e ha oscurato la sua lettura, così si è seduto e ha fatto una pausa sigaretta. C'era la sua sagoma, che fumava, tagliata fuori dalla proiezione di Bob Dylan inseguito dalle groupie, con Sylvester Stallone che impugnava una mitragliatrice, Divine in una culla e Joan Baez che cantava "Now you're telling me, you're not nostalgic, then give me another word for it...". Improvvisamente, dall'apparente caos, è emerso un confronto profondamente preciso e toccante tra cinismo e perdita, e un promemoria di ciò che si perde con il cinismo.

Andrea Fraser, Colin De Land, American Fine Arts, 2008

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As part of Open Zona Toselli: art in work contexts

In collaboration with: Meyer Kainer Gallery, Vienna

With this event begins the cycle

-look ahead-

dedicated to an etymologically political rereading of the art of the 1990s.

The first event focuses on a topical figure for that period and beyond

Colin De Land, New York gallery owner and cultural protagonist, a germinal figure in contemporary art .

The context focuses on an important testimony of contemporary art history, an unpublished audiovisual document that inner room, thanks to the collaboration with the Meyer Kainer Gallery in Vienna, offers exclusively for Italy and related to the speech/performance that Colin De Land gave during the symposium "The Aesthetic Field" in Vienna, in 1992. The symposium was conceived by Christian Meyer and Ulf Wuggenig, while its organization was supervised by Renate Kainer. The event was held during the summer semester of 1992 at Universität für angewandte Kunst in Vienna, whose rector at the time, Oswald Oberhuber, was interested in promoting the institutionalization of innovative new forms of discourse.

The symposium served as a forum for lectures by eleven artists charged with presenting their positions in the aesthetic field. The presentations followed a specific dramatic structure: Peter Weibel, Jeff Koons, Peter Fend, and Colin de Land on the first day; Jessica Stockholder, Ger- wald Rockenschaub, John Miller, and Raymond Pettibon on the second; and Christian Philipp Müller, Renée Green, and Andrea Fraser on the third and final day.

inner room proposes in timeless terms first the talk by Colin De Land as a simple matter of affection and friendship also because his memory, on the 20th anniversary of his physical departure, may it be a blessing.

From the content , however, flows a centrality of message important for a renewed reading of the contemporary.

About what you will be able to see and to listen, artist Andrea Farser wrote:

Colin (de Land) has created one of the best performances I have ever seen. .............. He was very nervous about reading the text he had written, which was a critical reflection on the way nostalgia and historical amnesia allow regressive tendencies to be legitimized and rewarded by the art market (somehow, through Fried's "Art and Objecthood"). Don't Look Back was projected behind the lectern, while Rambo III, Female Trouble and Andy Warhol's Dracula were played on three monitors to the side. At one point, "Diamonds and Rust" came over the PA system and obscured his reading, so he sat down and took a cigarette break. There was his silhouette, smoking, cut off from the project of Bob Dylan being chased by groupies, with Sylvester Stallone holding a machine gun, Divine in a cradle and Joan Baez singing "Now you're telling me, you're not nostalgic, then give me another word for it..." Suddenly out of the apparent chaos emerged a profoundly accurate and poignant confrontation between cynicism and loss, and a reminder of what is lost through cynicism.

Andrea Fraser, Colin De Land, American Fine Arts, 2008

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inner room© . Inner room nasce in continuazione e in discontinuità con la vicenda artistica italiana: l’aspetto continuativo si riferisce soprattutto al carattere performativo dell’iniziativa; tutti i dettagli sono caratterizzanti un atteggiamento artistico compartecipativo degli autori. L’aspetto discontinuativo è rappresentato dal fatto che gli autori non sono sotto la tutela di colui che li presenta e rappresenta: non più artisti che delegano. In questo senso si rivaluta la tradizione da quella performativa a quella riflessiva ed eremitica. Siamo ovviamente lontani da ogni intendimento di vuota celebrazione rituale: l’umano e il trascendente ritrovano un equilibrio antico.

Etichetta di produzione artistica nata in Siena nel 2010 originariamente come spazio underground di 7 metri quadrati letteralmente sotto il livello stradale all’interno dello storico negozio fusi&fusi, Inner room organizza ciclicamente in sede e in differenti luoghi mostre e incontri coinvolgendo i talenti dell’arte contemporanea nelle molteplici realtà di ricerca e produzione dell’azienda stessa, il tutto per la crescita spirituale, sociale ed economica delle persone che sono e che passano da Siena. Per la sua natura si adatta anche al dialogo con realtà operative e produttive di vario indirizzo, apparentemente lontane all’arte contemporanea, riuscendo secondo il suo scopo a individuare il potenziale dello spazio, favorire la nascita e sviluppare il dialogo opera/uomo coniugando il linguaggio dell’arte con la valorizzazione di senso della realtà che lo ospita. inner room presenta per ogni mostra un gioiello d’artista.