Collage
Puntando il focus sul media utilizzato, la mostra COLLAGE chiama a raccolta dieci artisti del panorama internazionale per ripercorrere le possibilità espressive di una tecnica che, a partire da alcuni nomi “storici” che l’hanno praticata fin dagli anni sessanta –Nanni Balestrini e Nancy Spero– si colloca come fenomeno partecipe allo spirito delle giovani generazioni.
Comunicato stampa
Puntando il focus sul media utilizzato, la mostra COLLAGE chiama a raccolta dieci artisti del panorama internazionale per ripercorrere le possibilità espressive di una tecnica che, a partire da alcuni nomi “storici” che l’hanno praticata fin dagli anni sessanta –Nanni Balestrini e Nancy Spero– si colloca come fenomeno partecipe allo spirito delle giovani generazioni.
Il collage si è imposto come il linguaggio che meglio ha incarnato lo spirito degli anni zero. Mettere mano, testualmente, nella storia e generare archivi di dati per catalogare il contemporaneo è abitudine diffusa; la tecnica del collage, in arte, interpreta senza veli la prassi del recupero e della ricomposizione.
Il collage ha partecipato alla rappresentazione del nuovo millennio, prestandosi alla moda, alla musica, alla letteratura e al cinema, comparendo in veste grafica su riviste, locandine, copertine di dischi e libri, servendo la pubblicità e adoperando un metodo linguistico prima che visivo.
Il collage ha interpretato l’esigenza di attingere dal già ricco bagaglio prodotto dalla modernità, in maniera autentica, venerando il metodo del copia-incolla e del prelievo dichiarato eludendo la legge del copyright. Come degno proseguimento del post-modernismo, il collage è la costruzione di un nuovo linguaggio che frammenta l’enciclopedia fluida di informazioni a cui siamo sottoposti.
La poesia visiva del neoavanguardista Nanni Balestrini, appartenente al movimento letterario del Gruppo 63, e le reinterpretazioni in chiave onirica dell’attivista e femminista Nancy Spero, grande artista americana scomparsa di recente, sono il preludio alle esperienze recenti degli altri artisti in mostra.
L’esercizio è sempre di tipo enigmistico: che si tratti di story-telling fiabeschi – per la giovanissima Daria Malicka e il neo-nato Drei Kolektive – o di critiche ai sistemi sociali, di stampo situazionista - del collettivo Canecapovolto – e che si affrontino temi politici scottanti travestiti con ritagli di carte colorate – Lisi Raskin – il racconto è dato per accostamenti di senso, semantici o visivi.
I patchworks neo-indie e coloratissimi di Matteo Guarnaccia, guru della psichedelia in Italia, e i fotomontaggi pop e gotici dell’americana Marnie Weber, musicista d’avanguardia oltre che artista, sono la controparte del gusto minimale e asciutto delle immagini, con echi da Costruttivismo russo, di Eva Kototkova e il senso pittorico e naif delle tele composte dall’israeliana Hila Karabelnikov.
La semina di simboli si risolve in assemblaggi dove c’è spazio per tutte le forme della retorica poetica – metafore, ossimori, similitudini, etc - riproposte sotto forma di puzzle visivi fantareali.
Dieci artisti, di diverse generazioni e provenienza, adoperando la tecnica con soluzioni stilistiche differenti, rivelano ciascuno una personale adozione di tale linguaggio: compongono a loro volta un “collage” di esperienze per raccontare il soggetto e il tema di questa mostra.
ARTISTI
Nanni Balestrini 1935 Milano. Vive e lavora tra Parigi e Roma
Canecapovolto collettivo nato a Catania nel 1992
Matteo Guarnaccia 1954 Milano, dove vive e lavora
Daria Malicka 1985 Varsavia, dove vive e lavora
Lisi Raskin 1974 Miami (FL). Vive e lavora a Brooklyn (NY)
Marnie Weber 1959 Bridgeport (CT). Vive e lavora a Los Angeles (CA)
Hila Karabelnikov 1981 Tel Aviv, dove vive e lavora
Drei Kollektive collettivo nato a Kiel (D) nel 2010
Eva Kototkova 1982 Praga, dove vive e lavora
Nancy Spero 1926 Cleveland (OHIO) - 2009 New York