Collezione dei dipinti della Fondazione Carisbo
In mostra I dipinti vetero-testamentari di Palazzo Pepoli Vecchio, Vincenzo Martinelli e Nicola Bertuzzi: le tempere della Sampiera, Gaetano Gandolfi, tra pittura di verità e pittura di storia, Pittura bolognese tra Sei e Settecento: da Lorenzo Pasinelli e Giuseppe Maria Crespi.
Comunicato stampa
COLLEZIONE DEI DIPINTI
DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO IN BOLOGNA
Piano primo – Sala Giasone
I dipinti vetero-testamentari di Palazzo Pepoli Vecchio
Le quattro tele, attualmente in corso di restauro, provengono da Palazzo Pepoli Vecchio ove decorano le pareti di una sala al piano nobile. Raffigurano soggetti tratti dal Vecchio Testamento nei quali caratterizzante è la presenza femminile.
Nella scena del ritorno di Davide vincitore, a cavallo, seguito dall’esercito e accompagnato dal soldato che regge la testa di Golia, la luce mette in risalto la giovane che con le altre ragazze apre la strada al corteo con la danza e la musica.
Nell’altra tela di altrettanto vaste dimensioni la toeletta di Betsabea servita dalle ancelle occupa interamente il campo in primo piano, mentre il re Davide, che aveva messo gli occhi su di lei, in lontananza osserva la scena dal balcone del palazzo. Il biglietto del re che la vecchia consegna a Betsabea suscita il suo turbamento.
Protagonista del terzo dipinto, la nuda Susanna allontana pudicamente il gesto esplicito di uno dei due uomini e distoglie lo sguardo dall’altro che ricorre agli strumenti retorici della persuasione.
Nell’ultimo, di minori dimensioni, le due sorelle, protagoniste dell’episodio, seducono il loro padre ormai ebbro; tracciando nel contempo, con l’impostazione scorciata, l’impianto diagonale della composizione.
Tuttora in corso di studio, le quattro tele si rivelano opera di un artista bolognese informato della cultura artistica della città. Sono verosimilmente databili alla fine del Seicento o agli inizi del Settecento e sembrano rappresentare un caso parallelo a quello del conte Pietro Ercole Fava, pittore “per suo diporto e passatempo” come scriveva Antonio Masini, che verso il 1690 consegnò al marchese Giovanni Paolo Pepoli “un quadro con una Judita prostrata avanti Oloferne con altre figure intiere minori del naturale”.
COLLEZIONE DEI DIPINTI
DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO IN BOLOGNA
Piano primo – Sala Ludovico Carracci e Sala Bartolomeo Cesi
Vincenzo Martinelli e Nicola Bertuzzi: le tempere della Sampiera
Il gusto per le tempere decorative con paesaggi e prospettive architettoniche, coltivato a Bologna nel Settecento, ha consegnato l’immagine arcadica di un mondo pacificato nell’ordinata disposizione degli elementi naturali che accolgono scene pastorali e soste di contadini e viandanti, così come ritrovi di aristocratici nelle delizie di villa, e rievocano a volte, come in una rappresentazione teatrale, episodi tratti dai poemi epici e cavallereschi.
Alle collezioni della Fondazione Carisbo appartiene l’esempio più significativo e interessante di questo genere decorativo, che si avvantaggia peraltro di una ricca documentazione, e cioè la serie di dieci tele che un tempo ornavano due stanze della villa Sampiera sul colle di Barbiano, arredata tra il 1762 e il 1768 dal marchese Valerio Boschi in vista della nomina tra gli Anziani di Bologna che giunse nel 1766.
All’esecuzione dei luminosi paesaggi ha provveduto il più affermato paesista della seconda metà del Settecento, Vincenzo Martinelli, nipote ed allievo di Carlo Lodi; al completamento di cinque tempere collaborò Nicola Bertuzzi che vi aggiunse le eleganti, minuscole figure che animano l’ambiente naturale con la grazia e il virtuosismo di un pennello brillante e disinvolto; mentre nelle cinque sovrapporte le macchiette dalle forme arrotondate hanno rievocato il nome di Antonio Beccadelli.
Del ciclo, impreziosito dalle finissime cornici intagliate da Pietro Roppa, fa parte inoltre una Natività della Vergine eseguita nel 1764 dal solo Bertuzzi per la camera da letto del ricco mercante; mentre la piccola pala d’altare con san Petronio accompagnato dagli angeli (dipinto da Antonio Crespi) che implora la protezione sulla villa del marchese Boschi (raffigurata in prospettiva sul colle che domina la città di Bologna dal pennello di Vincenzo Martinelli) ornava la cappella della villa.
COLLEZIONE DEI DIPINTI
DELLA FONDAZIONE CASSA DI RISPARMIO IN BOLOGNA
Piano primo – Sala Allievi dei Carracci
Pittura bolognese tra Sei e Settecento: da Lorenzo Pasinelli a Giuseppe Maria Crespi
L’esposizione include altri dipinti della Fondazione Carisbo, alcuni dei quali affrontano soggetti letterari e temi d’arcadia; così è nella tela di Lorenzo Pasinelli con il tema ariostesco dell’innamoramento di Angelica che incide sui tronchi il nome dell’amato Medoro, provocando la furia di Orlando; come pure in quella del suo allievo Giovan Gioseffo dal Sole che, attingendo alla Gerusalemme liberata del Tasso, presenta Rinaldo in atteggiamento affettuoso con Armida nel giardino incantato; oppure in quella di Giuseppe Maria Crespi, dove Tancredi, altro eroe del Tasso, riconosciuta Clorinda nella furia della battaglia, la ripara dal fendente di un cavaliere di Goffredo.
Ma del tutto speciale si rivela l’importanza delle due telette di Donato Creti con le Osservazioni astronomiche, repliche autografe di quelle nella celebre serie della Pinacoteca Vaticana, che associano la visione arcadica della natura alle istanze scientifiche espresse dall’Istituto voluto da Luigi Ferdinando Marsili che si adoperava per la fondazione a Bologna di un osservatorio astronomico.