Come accatastati da un’onda artificiale
Bricoleur o ingegneri. Così, sintetizzando all’estremo, era divisa l’umanità secondo Claude Lévi-Strauss. Da un lato chi crea la propria esistenza con quello che trova in un atto continuo e circolare di assimilazione e assemblaggio. Dall’altro chi prima progetta e solo in seguito va alla ricerca di ciò che gli è utile.
Comunicato stampa
Bricoleur o ingegneri. Così, sintetizzando all'estremo, era divisa l'umanità secondo Claude Lévi-Strauss.
Da un lato chi crea la propria esistenza con quello che trova in un atto continuo e circolare di assimilazione e assemblaggio. Dall'altro chi prima progetta e solo in seguito va alla ricerca di ciò che gli è utile.
Come dire: vivere per creare o creare per vivere?
Bella domanda, o meglio, nodo inestricabile.
Di questo groviglio, l'artista è il centro. Un po' bricoleur, un po' ingegnere, è una creatura ibrida che può permettersi di giocare bipolareggiando tra queste due figure. Ibrido da hybris ovvero chi, già per i greci, si fa beffe della norma della misura, dei limiti che l'uomo incontra nei suoi rapporti con gli altri uomini, con le divinità, con l'ordine e le leggi delle cose.
Dunque l'artista come ingegnerbricoleur. Come sono Michela Depetris, Francesca Longhini, Cristiano Tassinari e Vittorio Mortarotti che lavorano con le materie prime di ogni esistenza umana: gli oggetti, le forme, i corpi, la rappresentazione, la memoria.
Scarti di marmo completati dall'innesto di nuove geometrie (Longhini), griglie d'acciaio tagliato al plasma e fogli di isolante termici dipinti con ritratti antichi e anonimi (Tassinari), la vita casalinga di una transessuale in polaroid (Depetris), il viaggio fotografico tra le macerie dello tsunami giapponese, tra vite che ricominciano e il ricordo di un fratello morto (Mortarotti).
Lavori come frammenti accatastati da un'onda artificiale.
Opere come verbi all'infinito.
Trovare, progettare, costruire, modificare, distruggere, ricordare.
Da declinare come volete, se volete.
Stefano Riba
Michela Depetris (1984) ha recentemente partecipato a Art Nomade, International Meeting of Performance Art of Saguenay, un programma di residenza per il quale ha realizzato performance ed esposto al Centre Bang di Chicoutimi, al Langage Plus di Alma e alla Galeria Saw di Ottawa. Nel 2012 suoi lavori sono stati ospitati nelle collettive Six Coup De Des la Fondazione Barriera di Torino e Dateci Un Castello Castello Di Rivara presso Rivara (TO). Nel 2011 ha partecipato a Jeune Création Européenne. Biennale Di Giovani Artisti,mostra itinerante ospitata In Francia, Lituania, Slovacchia, Ungheria, Austria, Spagna e Italia. Nello stesso hanno ha realizzato perfomance per i festival Aaccion! il Matadero e In Transit il C Arte C, entrambi a Madrid. film e le fotografie di The Oval Portrait sono state prodotte in occasione del programma Resò Meet Up con il sostegno della Fondazione CRT per l'Arte Moderna e Contemporanea.
Vittorio Mortarotti (1982) nel 2008 ha la sua prima mostra personale al festival Photomonth di Cracovia. Lo stesso anno espone al Fries Museum di Leeuwarden in Olanda nella mostra Behind Wallscurata da Wim Melis. Nel 2010 Laura Serani lo inserisce nel progetto Italian Emerging Photographyche viene presentato al Mois de la Photo di Parigi e partecipa alla Biennale di Salonicco. Nel 2012 espone nell’ambito della nona edizione di Manifesta realizzando un lavoro site-specific durante una residenza che ha luogo a Genk, in Belgio. Nel 2013 partecipa alla V Biennale di Monza presso Villa Reale. Le immagini di The first day of good weather state esposte nella prima personale dell'artista in Italia presso la galleria Van Der di Torino lo scorso novembre.
Cristiano Tassinari (1980) è tra gli artisti italiani da seguire nel 2013 a seconda del giornalista del Corriere della Sera Paolo Manazza ed è uno dei 6 artisti che da aprile a luglio 2014 parteciperanno alla prestigiosa Nanji Residency Program Seoul Museum of Art in Corea.Tra le mostre personali ricordiamo Plastitypepresso VAN DER (2013), Be Clearpresso l'Opificio delle idee di Rovereto (2012), Lichtraum la First Gallery di Roma (2011), Mnemosyne Spazio 8 di Milano (2006). Tra le esposizioni collettive: Disappearingal Centro Candiani di Mestre, Padiglione Emilia-Romagna Biennale di Venezia a Reggio Emilia, mostra dei finalisti del Premio Cairo presso il Palazzo della Permanente di Milano (2011).
Francesca Longhini (1985) tra il 2005 ed il 2010 frequenta l’Accademia di Belle Arti Santagiulia di Brescia. Dal Marzo 2010 fa parte del collettivo QASBA. Nel giugno 2013 tiene la sua prima personale presso la Margini Arte Contemporanea di Massa, tra le collettive a cui partecipa segnaliamo Oltre il pensiero, quattordici ricerche attraverso la Materia presso Palazzo Guaineri delle Cossere di Brescia, mostra a cura di A+B Contemporary Art, Re-Birth al PARCO Foundation di Casier, Treviso, Tomorrow is Now!, a cura di Giorgio Viganò e David Glanton, presso la Galleria Cart di Monza, XXII allo Spazio Morris di Milano.