Com’è viva la città
La mostra “Com’è viva la città. Art & the City 1913-2014”, raccoglie oltre cinquanta opere che, attraverso diversi media, supporti e linguaggi espressivi, indagano i modi del vivere quotidiano attraverso lo sguardo di artisti italiani ed internazionali.
Comunicato stampa
Giacinto Di Pietrantonio, critico d’arte di fama internazionale, Direttore della GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo e docente dell’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, è il curatore della tappa conclusiva del disegno triennale pensato dall’Amministrazione Comunale per il consolidato appuntamento con l’arte della Città di Como.
Se le mostre precedenti “La città nuova oltre Sant’Elia” (2013) e “Ritratti di Città” (2014), concepite dall’Assessore alla Cultura Luigi Cavadini come un excursus sul tema della città, hanno concentrato l’interesse su di un luogo fisico, architettonico e tangibile, la nuova mostra analizzerà il substrato della città.
Con i suoi fermenti, i suoi intrecci di relazioni umane, le sue contraddizioni e le diverse declinazioni di vissuto che la caratterizzano, la città è un luogo fondamentale del vivere sociale. La città si manifesta come un organismo complesso, multiforme e multicentrico. Un luogo che riflette inevitabilmente i cambiamenti della società che la vive: la società dello spettacolo (Debord), della comunicazione (Mc Luhan), liquida (Bauman), dei non luoghi (Augé), dell’industria culturale (Morin), del controllo (Foucault). Raccontare in modo didascalico tutte le sfumature delle vite che animano le città sarebbe impossibile, ma è possibile analizzare le strutture narrative e gli accadimenti cittadini.
“Com’è viva la città. Art & the City 1913-2014” è una mostra che permette di individuare i filoni principali del vivere quotidiano, per declinarli a macrocontenitori tematici, all’interno dei quali coesistono opere che in maniera tradizionale e figurativa mostrano luoghi ed azioni della città, insieme a opere, astratte e metaforiche, che allo stesso modo raccontano le dinamiche della città medesima. È così che la mostra si propone dunque come un racconto agito tra realismi, azioni e simbologie, volta ad entrare nelle strutture narrative quotidiane e storiche degli accadimenti metropolitani.
L’esposizione si basa sul presupposto antico per cui la città non è esclusivamente un manufatto architettonico, ma un organismo vitale e vissuto, le cui arterie sono ad esempio le vie di comunicazione rappresentate dalle automobili di Maselli, dai treni di Bartolini o dai passanti di Moriyama, in cui le folle producono le manifestazioni e i comizi di Turcato e Cingolani. Non mancano ovviamente gli emblemi e i simboli delle grandi città, siano essi architettonici o naturali, come nel caso del Vesuvio di Warhol che rimanda inevitabilmente a Napoli o individuati nei progetti delle azioni di land art di Christo a Parigi e Berlino. Ma la città è fatta anche di relazioni tra esterno e interno, esasperati dal passaggio dalla modernità alla postmodernità e oltre. Questo passaggio tra il vivere pubblico e un’intimità propria del privato è ben descritta negli interni di de Chirico, Savinio, Casorati, Pistoletto e Lichtenstein, in contrasto con i bar di Chia, le feste di Cattelan o i bagnanti ritratti nella fotografia di Newton, che riportano il prodotto dell’era moderna in cui nasce per la prima volta nella storia il concetto di tempo libero. Troviamo allora i corpi ginnici nelle opere di Radice e Campigli, i luoghi dello sport nel lavoro di Toderi ed i parchi pubblici in Jori e Vitali. Ecco allora che le città diventano anche inevitabilmente i luoghi preposti per l’economia ed il commercio e sono molti gli artisti che si sono dedicati a rappresentare le merci e i luoghi propri di questi scambi, come Longoni, ma anche Beecroft e Linke che attraverso le proprie opere affrontano in modo critico la tematica dello scambio umano. Non poteva mancare un riferimento alle comunicazioni, con i segni pubblicitari di New York, ritratti nelle fotografie di Moriyama e in un quadro di Vespignani. Le città diventano anche i luoghi dello scontro e del terrore, della conquista e del rischio, declinazioni di cui troviamo riferimenti delle opere di Frapiccini, Kiefer e Bajevic, che individua nell’abbattimento delle Torri Gemelle uno spartiacque storico e civile, con un riferimento esplicito all’inevitabile rinascita.
Corredata da un fitto calendario di attività ed eventi collaterali, la mostra “Com’è viva la città. Art & the City 1913-2014” che inaugurerà al pubblico il 18 luglio e sarà visitabile fino al 29 novembre 2015, cita nel titolo le parole di Giorgio Gaber e si configura come un’imperdibile rassegna sulla tematica della città, affrontata dai più importanti artisti che hanno operato nell’ultimo secolo. Inoltre è al contempo un’occasione imperdibile per godere delle numerose opere di richiamo internazionale, alcune provenienti da collezioni private, raramente esposte al pubblico prima d’ora, altre provenienti da importanti musei come il Castello di Rivoli, il Mart di Rovereto, il MAGA di Gallarate e il GAMeC di Bergamo.
Il contesto affascinante della storica Villa Olmo conferisce all’esibizione una caratteristica unica. La Villa, che secondo la tradizione prende il nome dalla presenza in antichità di due magnificenti esemplari di olmo nel parco circostante, fu realizzata in stile neoclassico tra il 1782 e il 1787 dall’architetto ticinese Simone Cantoni per conto di Innocenzo Odescalchi. Nel 1824, con la morte del marchese Odescalchi, la Villa passò alla famiglia Raimondi, che vi ospitò illustri personaggi della storia italiana ed europea, per poi essere venduta nel 1883 ai duchi Visconti di Modrone. Nel 1925 fu ceduta al Comune di Como che, in occasione del primo centenario della morte di Alessandro Volta, vi allestì l’Esposizione Internazionale Voltiana. Oggi la Villa è sede di prestigiose mostre, manifestazioni e convegni. Con il suo parco, affacciato direttamente sul lago, offre un panorama incantevole e una diretta connessione con la città di Como. Una passeggiata, ritmata dalle forme classicheggianti delle numerose ville nobiliari, consente di raggiungere in pochi minuti il centro storico impregnato dall’atmosfera medievale, di scoprire le numerose testimonianze dell’epoca rinascimentale e barocca e di rimanere colpiti davanti ai più recenti e famosi edifici Razionalisti. Una meta imprescindibile a meno di un’ora da Milano, che nello stesso periodo ospita Expo 2015.