con-vivere Carrara Festival 2023
Con-vivere, il festival sull’interculturalità.
Comunicato stampa
Con-vivere, il festival sull’interculturalità, nasce nel 2006 e si svolge ogni secondo weekend di settembre nel centro storico di Carrara.
Il festival è promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carrara ed organizzato dalla sua Società Strumentale Fondazione Progetti S.r.l.
Sotto il Patrocinio della regione Toscana e della Provincia di Massa Carrara si avvale della collaborazione attiva di un Comitato costituito da Comune di Carrara, Camera di Commercio, Accademia di Belle Arti e Fondazione Marmo. Nelle ultime edizioni ha visto, fra l’altro, il riconoscimento della Medaglia del Presidente della Repubblica.
Il Professor Remo Bodei ne ha curato la direzione scientifica per ben 14 anni (dal 2006 al 2019).
Ogni edizione affronta un tema, guardando alle più attuali e cruciali questioni legate alla convivenza fra identità culturali, religiose e politiche, la cui problematicità è simbolicamente indicata nel simbolo dal trattino che separa il “con” dal “vivere”. È il trattino che fa la differenza e pone con ciò l’accento sulla problematica del fare comunità e del vivere in concordia. Parlare di con-vivere significa confrontarsi inevitabile con le mille culture che abitano le nostre singole vite e le nostre comunità (piccole o grandi che siano), vuol dire riflettere sul nostro essere nel mondo, guardare al passato e al presente per riconciliarci con la realtà e progettare il futuro. In questa direzione: “[…] le città come Carrara possono diventare un laboratorio sperimentale di nuove forme di convivenza, in un mondo globalizzato, dove si incrociano mentalità, religioni, usanze e leggi diverse” (Remo Bodei, in occasione di con-vivere 2006, Città territorio culture).
IL TEMA DELLA XVIII EDIZIONE: Umanità
Cosa ci rende umani? Cosa rende umano il nostro agire? Per comprendere l’orizzonte generale dell’esperienza umana, fra natura e cultura, non si può prescindere dal legame con gli altri. L’umanità non è l’attributo della “natura” umana, né può più essere un ideale universale, sinonimo di cultura e civiltà. Oggi la si può pensare solo come lo spazio del vivere insieme in cui l’umanità viene praticata ogni volta che si mette qualcosa in comune con altri: parole, azioni, pensieri, l’impegno a rispondere alle patologie contemporanee.
Bisogna rischiare di abitare il mondo insieme ad altri e quindi rischiare di essere umani.
Definire i contorni dell’umano vuol dire fare i conti con disuguaglianze e iniquità, con forze che sono costantemente in bilico fra umanità e disumanità.
Oggi, poi, l’uomo si è dotato di mezzi straordinari per cui è talmente potente da mettere in discussione la sopravvivenza non solo della stessa specie ma anche dell’intero pianeta. A partire dall’interdipendenza che ormai tocca la vita quotidiana delle persone tra ambiente naturale e tecnosfera, l’umanità può essere praticata per rispondere a pesanti interrogativi: una crescita senza limiti che produce diseguaglianze e discriminazioni quale eredità lascerà alle generazioni future? Diritti e doveri, libertà e responsabilità entrano in gioco in uno spazio che coinvolge in maniera inedita tutti gli esseri viventi.
Laura Boella
Consulente scientifico XVIII edizione