Confluenze. Antico e Contemporaneo – Performance
Fra i calchi della statuaria antica si svolgono le azioni di Elena Bellantoni, Mauro Folci, Chiara Mu e Pasquale Polidori.
Comunicato stampa
Confluenze. Antico e Contemporaneo
Aquilanti Botta Fiorese Frare Mondazzi Peill Pirri
a cura di Nicoletta Cardano e Francesca Gallo
Museo dell’Arte Classica
Sapienza Università di Roma
21 maggio – 18 giugno 2016
sabato 28 maggio, dalle 18:00 alle 20:00
Azioni di Elena Bellantoni, Mauro Folci, Chiara Mu, Pasquale Polidori.
Nell’ambito della mostra Confluenze. Antico e Contemporaneo, a cura di Nicoletta Cardano e Francesca Gallo, presso il Museo dell’Arte Classica della Sapienza – diretto dal prof. Marcello Barbanera – sabato 28 maggio dalle 18 alle 20, in occasione dell’iniziativa Sabati alla Sapienza, fra i calchi della statuaria antica si svolgono le azioni di Elena Bellantoni, Mauro Folci, Chiara Mu e Pasquale Polidori.L’iniziativa, pur giocata sul forte contrasto tra l’immobilità, il candore e il silenzio che connotano le statue della gipsoteca, da un lato, e il dinamismo, la vivacità cromatica e le sonorità della performance art, dall’altro, si basa sulla comune centralità del corpo.Tra mimetismo, retorica, ironia le azioni sono specificamente pensate per la mostra Confluenze. Antico e Contemporaneo al Museo dell’Arte Classica della Sapienza che si apre al confronto con i linguaggi del contemporaneo: il corpo del performer come statua e la statua come parlante, il nesso identità e ripetizione, vero e falso, sono alcuni dei temi affrontati dagli artisti.
Elena Bellantoni, Il solitario solidale, 2014
La relazione con il pubblico è costantemente al centro della ricerca di Elena Bellantoni, che nel suo lavoro crea spesso occasioni di partecipazione capaci di mettere in questione l’identità dell’artista e del visitatore, attivando meccanismi di rispecchiamento e di distorsione che suscitano gesti e pensieri inediti. In questo caso, scrive Elena Bellantoni, “solo chi si rivolta entrando nell’istallazione – costruita a mia misura – può leggere quanto scritto sui due specchi che si fronteggiano”, in una partita tra identità e differenza il visitatore rende possibile con la sua stessa presenza un atto performativo. La stessa presenza che lo spettatore, attraverso le cartoline, può scegliere di portare con sé e diffondere nello spazio aperto della vita.
Mauro Folci, Smercio di monete false, 2015
Prendendo spunto dalla notizia – riportata dalla fonti in maniera confusa e contraddittoria – circa la falsificazione di denaro compiuta da Diogene, Mauro Folci ribadisce il valore positivo del contravvenire alle regole convenute. Per l’artista falsificare la moneta è inteso come sovversione dei valori dominanti: “cardine della filosofia cinica insieme alla cura del sé, al discorso parresiastico e alla forma di vita altra che è anche figurazione di un mondo altro. Argomentazioni e forme di vita che giungono a noi per via di tutti quelli che in ogni dove e in tutti i tempi, oltre a scardinare malsani pensieri e accademiche usanze, sono stati esempi e maestri di vita vissuta altrimenti”.
L’azione, inoltre, avvia una serie di riflessioni inaspettate sulla copia inautentica e sulle inaffidabilità delle fonti su cui ricostruiamo l’antico.
Chiara Mu, Mìmesis, 2016, performance site-specific, 2 h
L’azione si configura come un esercizio di ostinazione, spiega l’artista che – per una volta abbandona la natura relazionale che contraddistingue la sua pratica performativa – per raccontare l’assenza, cifra peculiare della copia platonicamente intesa. La dimensione site-specific, questa volta porta nel lavoro dell’autrice un insolito silenzio, una staticità innaturale. Come se, nel dialogo muto con le statue, Chiara Mu fosse rimasta vittima del loro immobilismo e della loro imponenza, i suoi occhi sono vacui proprio come quelli sono privi di pupille.
Pasquale Polidori, Forma manifesta: il porto sepolto (Ungaretti), 2016
Ulteriore episodio del progetto Forma manifesta – avviato da Pasquale Polidori nel 2012 e dedicato al rapporto fra fatica fisica e impegno intellettuale, rispettivamente volti alla ricerca della perfezione e levigatezza della forma, nella poesia così come della figura acrobatica – l’azione si concentra ora su un classico moderno, Porto sepolto di Giuseppe Ungaretti di cui nel 2016 ricorre il centenario della prima pubblicazione, nel pieno della Prima Guerra mondiale.
Questa volta, però Polidori sarà in scena con l’acrobata (Chiara Lucisano) che, nello spazio ridotto di un piedistallo simile a quello delle statue, esegue alcune figure acrobatiche, mentre faticosamente legge il testo frammentario che l’artista le mostra. Nel tempo prolungato dell’esecuzione, il corpo si affatica, la voce si spezza, l’ideale perfezione si sgretola, rendendo estraneo un testo classico della nostra cultura.
Ingresso libero
La mostra
Confluenze. Antico e Contemporaneo propone una selezione di artisti romani che sono intervenuti nei luoghi archeologici o che hanno messo a tema nella loro ricerca la rovina e il reperto greco-romano in quanto incompiuto: Andrea Aquilanti, Gregorio Botta, Mauro Fiorese, Giancarla Frare, Marcello Mondazzi, Claudia Peill, Alfredo Pirri. Quindi non l’antico come "classico", cioè come valore immutabile a cui ancorarsi per contrastare la fluidità del presente, ma piuttosto re-interpretato alla luce dell’oggi, in una prospettiva decisamente tardo moderna.
Da questo punto di vista il Museo dell’Arte Classica della Sapienza – diretto dal prof. Marcello Barbanera – è una sede ideale, dove i calchi eseguiti a fini didattici di rilievi e sculture antiche disseminate per il mondo restituiscono nella molteplicità di fonti e modelli la complessità di tale rapporto con il passato.
A Roma nella recente contemporaneità il tentativo di dialogo con l’incombente presenza fisica dei monumenti antichi prende simbolicamente avvio dall’intervento di Christo realizzato nel 1973 su un tratto di Mura Aureliane, a Porta Pinciana, nell’ambito della mostra Contemporanea. Il percorso espositivo prosegue all’interno della gipsoteca con i lavori degli artisti talvolta mimetizzati tra i gessi, talaltra in un contrasto formalmente acceso e si chiude con una sezione documentaria sulle numerose esperienze svoltesi in questi anni nella Capitale.
Il progetto di allestimento e l’immagine coordinata della mostra sono a cura dei corsi di laurea di Design, Comunicazione Visiva e Multimediale, coordinati dal prof. Carlo Martino:
Visual e graphic design, prof. Valter De Bartolomeis;
Multimedia design, prof. Federica Dal Falco;
Sintesi finale in Design, prof. Vincenzo Cristallo.
Studenti: Francesca D’Antonio, Andrea Rastelli, Lucia Tomaselli, Talin Talin.
L’iniziativa è realizzata in collaborazione con la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali nell’ambito dei rapporti di cooperazione sul piano scientifico e di promozione del patrimonio culturale con il Dipartimento di Storia dell’arte e Spettacolo della Facoltà di Lettere e Filosofia, e in relazione al coinvolgimento diretto della Sovrintendenza in molteplici esperienze di interventi contemporanei in monumenti archeologici dagli anni Settanta.
La mostra rientra in un progetto complessivo di studi del Dipartimento di Storia dell’arte e Spettacolo, incentrato sulle tematiche di antico/contemporaneo. L’iniziativa intende approfondire da prospettive diverse il rapporto fra archeologia, rovina, reperto e cultura contemporanea (arti visive, letteratura e teatro) nell’arco degli ultimi quindici anni in particolare con la Giornata di studi Antico/contemporaneo: sguardi, prospettive, riflessioni interdisciplinari alla fine della modernità, a cura di Francesca Gallo e Monica Cristina Storini, svoltasi il 23 maggio in collaborazione con il CriLet e l’Istituto Reale Nederlandese di Roma.
Comitato scientifico: Marcello Barbanera, Nicoletta Cardano, Francesca Gallo, Maria Paola Minucci, Claudio Parise Presicce, Marina Righetti, Monica Cristina Storini, Claudio Zambianchi.
Segreteria scientifica: Paola Lagonigro
Social Network e Comunicazione a cura degli studenti dei corsi di laurea di Storia dell’Arte:
Vittoria Sut (coordinamento)
Francesca Balsamo, Flavia Brustolin, Francesca Campana, Laura Corrado, Roberta Del Moro, Francesca Giannunzio, Lorenzo Ghimenti, Valentina Lilla, Vittoria Marchetta, Riccardo Picciaredda, Giulia Pollicita, Alessandra Pratesi, Irene Quarantini, Martina Silvagni, Valeria Tempesta, Martina Vellerini.
In collaborazione con l’Istituto Luce Cinecittà, Teche Rai, Galleria Box Art (Verona), Galleria Tucci Russo (Torre Pelice, Torino).