Connection
Mostra che vede protagonisti gli artisti che hanno partecipato alla residenza Ritorno alla Normalità, che si è svolta nell’estate 2022 in collaborazione con l’artista Claudia Di Francesco.
Comunicato stampa
Giovedì 16 febbraio alle ore 17.30, la Galleria Cartavetra inaugura “CONNECTION” mostra che vede protagonisti gli artisti che hanno partecipato alla residenza Ritorno alla Normalità, che si è svolta nell’estate 2022 in collaborazione con l’artista Claudia Di Francesco.
Ritorno alla normalità è la prima edizione della residenza d’artista organizzata a Ca’ De Tofacchi nel paesino di Baragazza sull’Appenino Tosco Emiliano. Una residenza che lascia l’artista libero nella sua ricerca espressiva, uno spazio per ritrovare una dimensione personale per la sperimentazione indipendentemente dal medium scelto o dalla tematica affrontata.
Ca’ de Tofacchi è la casa della famiglia omonima, ricostruita dopo la guerra dal nonno Francesco. Immersa nella natura è il luogo ideale per riconnettersi, dove potersi ritirare e riflettere sul proprio lavoro. Partecipano a questa prima edizione gli artisti Pietro Desirò, Claudia Di Francesco, Marco Signorini, Barbel Reinhard, Victoria DeBlassie e Connor Maley. Gli artisti hanno lavorato lasciandosi ispirare da ciò che li circondava. Connection non è solo inteso come connessione interpersonale ma anche con luogo e con l’io interiore.
Claudia Di francesco prende ispirazione da elementi organici, trasfigurandoli in maniera quasi alchemica. Attraverso la sperimentazione materica crea sculture oniriche, evocazioni di un’anatomia che sta tra il reale e l’illusorio. Il cambio di pelle di un serpente, un oggetto vegetale, contrasti materici dalla morbidezza di una gelatina simil pelle alla durezza della pietra, compongono il suo lavoro. Spine tentacolari che sporgono da un tronco di plastica, dai colori sgargianti ,fuoriescono dal muro come una barca in un mare in tempesta nelle ostilità del percorso.
Pietro Desirò, riesumando ricordi d’infanzia, crea frammenti del terreno, del luogo dove è cresciuto, dove è caduto, dove ha giocato, costruendo piccoli cubi dai colori immaginari e reali in una composizione collettiva dal sapore astratto. L’elemento della chiocciola diviene metafora di mutazione e cambiamento, come piccole e fragili dimore suddivise in un dialogo familiare. Una sperimentazione materica che attraversa l’organico, il ricordo, per arrivare ad oggetto artificiale dal sapore ancor morbido come la memoria, e mostruoso come il distacco del passato.
Marco Signorini tramite una sperimentazione fotografica, mediante l’utilizzo di molteplici applicazioni, muta l’immagine trasportandoci in un bosco virtuale. Interessante parallelismo fra il bosco impiantato dalla famiglia, che col tempo si è trasformato diventando soggetto principale e padrone del luogo con i boschi fotografici distorti dalla lavorazione digitale.
Barbel Reinhard, attraverso l’atto del ritagliare, sagomare e riassemblare immagini, ci restituisce frammentazioni di corpi, di piante, pezzi di cortecce, sassi, creando un’installazione fotografica tridimensionale. Corpi e forme ritagliate da riviste vengono ri-arrangiati con elementi organici e contestualizzati in composizioni e assemblaggi naturali, creando nuove immagini e immaginari all'interno del perimetro della residenza. L’atto dell’assemblare, scomporre e ricostruire è parte interiorizzata a guida del suo lavoro. Dalla creazione di un set fotografico improvvisato assembla realtà inesistenti che vengono successivamente di nuovo stravolte in fase di installazione del lavoro.
Victoria DeBlassie e Connor Maley (duo Hypokeimenonic Verses) realizzano opere in dialogo e sovrapposizione in profonda connessione emotiva. Danno origine a progetti artistici seppur esteticamente differenti, con una sovrapposizione gemellare condotta dal senso di appartenenza.
Per Victoria DeBlassie l’elemento naturale diviene suggestione del sistema respiratorio umano; le forme create nella loro diramazione, incorporate da una pelle tessile, mutano nel loro dialogo umano in un epidermide, vene, ossa, evocando un’apertura alare di pipistrello. Nella loro totale installazione l’artista racconta di un trauma collettivo vissuto a causa della pandemia, una propagazione nell’apparato respiratorio, toccando psicologicamente il rapporto sociale. La superficialità dell’uomo nel comprendere l’importanza dell’elemento naturale e l’essenzialità di questa nel ciclo vitale, la morte della natura in una cucitura di riesumazione, frammenti congiunti in una metafora di collettività ed unione. Connor Maley entra in un processo di scrittura compulsiva come concretezza di dialoghi e sensazioni, percezioni avvenuti durante la sua permanenze in residenza. Un processo di assoluto ascolto in una trasposizione scritta di traumi avvertiti in conversazione quotidiane. In una casa avvolta dalla natura, riempie fogli cinto da un energia di simbiosi tra il silenzio del luogo e l’ascolto del prossimo. I testi si possono considerare come una tipologia di un’indagine nella rottura di comunicazione nelle nostre vite, una ferita aperta, con l’urgenza di comunicare, di parlare a vicenda, di connessione, di parole faticose ma essenziali che ruotano intorno alla vita e alla morte.
La mostra è visitabile dal 16 febbraio al 04 marzo 2023, nei giorni di apertura della galleria: dal mercoledì al sabato, dalle 15.30 alle 19.00, a Firenze in Via Maggio 64/R.
O su appuntamento chiamando il 34000792997
Pietro Desirò
Pietro Desirò nasce a Poggibonsi il 15 aprile del 1994, nel 2013 si diploma al liceo artistico Leon Battista Alberti. Prosegue i suoi studi artistici nel 2014 vincendo una borsa di studio presso la Fondazione Il Bisonte Centro Internazionale per lo studio della Grafica d’Arte, dove scopre una passione per le tecniche incisoree. Da questo momento inizia un percorso di sperimentazione delle tecniche grafiche tradizionali. A seguire si iscrive al corso di arti grafiche presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 2017 partecipa ad un programma Erasmus di un anno presso “Akademie der bildenden Kunste” a Vienna. Nel 2018 si laurea con lode al dipartimento di arti grafiche presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Come tesi di laurea scrive un libro, raccolta di interviste sull’incisone contemporanea. Intervistando artisti italiani e stranieri che affrontano e utilizzano l’incisione con un approccio innovativo, da qui nasce una collaborazione con Casafalconieiri che porterà alla realizzazione della mostra ONPaper IV - Tempi e luoghi presso la fondazione MACC - Museo d’arte contemporanea di Calasetta. Nel 2015 con altri artisti fonda Cartavetra, galleria d’arte contemporanea e spazio laboratoriale, dove tiene corsi di incisione, organizza e cura mostre, eventi e residenze d’artista. Dal 2014 partecipa a mostre colletive, personali e fiere in Italia e all’estero.
Da menzionare la personale “Momento Flettente” a cura di Luca Sposato presso la galleria Cartavetra, la collettiva OnPaper VI - Sardegna Indecifrabile/Guardare il tempo Colettiva presso la fondazione MACC - Museo d’arte contemporanea di Calasetta e al Castello di San Michele. Partecipa a molteplici mostre collettive di incisione internazionale fra le quali l’’undicesima Triennale mondiale di Stampa e di Incisione presso lla Chamaleon in Francia. Dal 2016 inizia un percorso di arte digitale lavorando come concept artist e 3d artist per il videogioco “Selves:Prototype” sviluppato da White Hawks Entertainment, dal 2018 fino al 2022 svolge il ruolo di Direttore Artistico del progetto.
Victoria DeBlassie
Victoria DeBlassie vive e lavora a Firenze ed è nata e cresciuta ad Albuquerque, New Mexico. Si è laureata presso The University of New Mexico nel 2009 e di nuovo nel 2011 presso il California College of the Arts. Ha ricevuto una borsa di studio Fulbright per l'Italia per l'anno accademico 2012-2013. Nella sua ricerca artistica, usa materiali di scarto per ricercare i loro significati storici e cosa ci dicono della nostra realtà e il nostro rapporto con l’ambiente. Lei fa parte del duo, Hypokeimenonic Verses, in cui collabora con suo marito, lo scrittore Connor Maley. Uniscono i loro interessi per esplorare come strati di tempo e storia influenzano la vita politica, sociale e culturale di oggi con una ricerca meticolosa e intensa basata su numerosi legami tra lingua e cultura. Ha partecipato a numerose residenze artistiche tra cui le più recenti: UNIDEE, Sustaining Embedded Art Practice (a cura di Andy Abbott, IT), e Residenza artistica nelle scuole con Murate Art District (a cura di Valentina Gensini). Ha esposto la sua opera a livello nazionale e internazionale. Tra le personali ricordiamo i più recenti: Viscosità Spagiriche (a cura di Claudia Ponzi), Finestreria, Milan, IT e MILK CAKE #01 (Il rinascimento sospeso cremisinamente) (a cura di Latte Project Space e Fatti d’arte), Latte Project Space, Faenza, IT. Tra le collettive ricordiamo le piu recenti: Aesthetica Art Prize 2022 Exhibition, York Art Gallery, York, ING, Tavolata in Giardino (a cura di Rossella Tesi), Villa Schneiderf, Firenze, IT, e 100x100 Esposizione Libri d’artista (a cura di Alessandra Scappini e Spela Zidar), Sincresis, Empoli, IT e Museo Marino Marini, Firenze, IT.
Claudia Di Francesco
Nel 2018 consegue la laurea di II livello in Arti Visive e Nuovi Linguaggi Espressivi, presso l’Accademia delle Belle Arti di Firenze. Nel 2018 diviene Coordinatrice Tecnica alla Didattica, cattedra Pittura, presso l’Acccademia Delle Belle Arti di Firenze. Partecipa a numerose mostre nazionali ed alcuni internazionali, 2019 “ All Roads" in Changsha , nel 2020 “Social Marking Exhibition" Cina, “Feast on Art" Galleria Rajatila, Finlandia. Nel 2021 diviene Co-fondatrice dell’Associazione Eterotopie, ente organizzativo d’Arte Contemporanea sul territorio fiorentino, coordinatrice ed artista della residenza d’artista presso Palazzo Acciauoli, Firenze. Vincitrice dl bando “Giovani Talenti Arte Design ed Impresa”, con mostra espositiva finale collettiva presso il Museo Luigi Pecci Arte Contemporanea, in collaborazione artistica con l’azienda PoliArt.
Partecipa a Workshop e residenza d’artista: nel 2019 Lac o Le Mon in Puglia con l’artista Emlio Fantin “estetica de non percepibile"; Faenza presso Museo Carlo Zauli con l’artista Chiara Camoni. “ Kabira". Nel 2021, partecipa alla residenza d’artista “ Entropia “ presso la Galleria Contemporanea Cartavetra, Firenze, con esposizione finale. Finalista Yicca 2022, concorso internazionale per l’arte contemporanea. Nel 2022 Direttrice Artistica della Residenza " ritorno alla normalità" con la Galleria Cartavetra e direttrice e coordinatrice del Workshop " After" in collaborazione con la Galleria Cartavetra per l’Accademia delle Belle Arti di Firenze. Artista selezionata per l’evento artistico Performa24, Milano, a cura da Zona blu in collaborazione con TempioDaylight, WildArtProject, Mare Culturale Urbano. Finalista del Premio Fregellae 2022," La piccola scultura", a cura di Ilaria Monti. Con Latte Project Space partecipa a The Others Art Fair 2022, Padiglione 3, Torino. Tra le collettive più recenti: Capriola, Museo Castromediano, Lecce a cura di Latte Project Space e Pia. Collaboratrice e Graphic Design di Latte Project Space, Faenza.
Vive e lavora a Firenze.
Connor Maley
Connor Maley è uno scrittore e traduttore nato negli Stati Uniti, a Baltimora, nel 1984, con una laurea in letteratura iberica, filosofia post-strutturalista, e teologia contemporanea, specializzatosi in cristologia analitica, conseguendo poi una magistrale in scrittura creativa e narratologia esperimentale. Ha pubblicato a livello internazionale e nazionale in italiano, inglese e catalano, tra cui Limiti Inchiusi, Castagno di Piteccio, Villa Romana di Firenze, New Art Examiner, In Review, Ouroboros, e ha realizzato residenze o performance in Portogallo, Grecia, Catalogna e Italia. Vive e lavora a Firenze, Italia. I suoi scritti, divisi tra racconti brevi, romanzi e frammenti prosaici, trattano di tematiche che ruotano intorno al trauma familiare, fisico e psicologico, identità familiare o politica o sessuale o spirituale, il recupero e la guarigione per quanto possibile da violenze e sofferenze precedentemente inflitte da diverse origini. Altri temi sono la rottura di significato nel mondo contemporaneo e la ricerca di trovarne o farne uno nuovo e il ruolo dello stato oppressivo nel privare e deprezzare il benessere e la crescita dei suoi popoli. Inoltre, lui fa parte del duo, Hypokeimenonic Verses, in cui collabora con sua moglie, Victoria DeBlassie. Uniscono i loro interessi per esplorare come strati di tempo e storia influenzano la vita politica, sociale e culturale di oggi con una ricerca meticolosa e intensa basata su i numerosi legami tra lingua e cultura.
Bärbel Reinhard
Bärbel Reinhard, nata a Stoccarda nel 1977, è un artista, curatrice e insegnante che lavora con la fotografia e vive e lavora in Toscana. Dopo la laurea (MA) in storia dell'arte, sociologia e letteratura moderna a Berlino studia fotografia professionale presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Il suo lavoro è stato esposto in mostre in Italia e all'estero, come al European Month of Photograophy Luxemburg, presso la galleria Metronom Modena o La New York University Firenze. Nel 2023 viene selezionata per futures photography da Der Greif. Le sue immagini sono state pubblicate, tra gli altri, su La Repubblica, Liberation, Phroom, Max-Planck-Institut. Accanto alla sua ricerca personale ha curato diverse mostre e pubblicazioni e lavora come fotografa free lance e insegnante di fotografia presso università americane e scuole italiane.
Marco Signorini
Marco Signorini, Bagno a Ripoli (FI). É docente di Fotografia all’Accademia di Belle arti di Firenze. Nel 1996 è invitato a Passaggi, a cura di Antonella Russo per la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. In seguito ha lavorato per il MU- FOCO di Cinisello Balsamo con Idea di Metropoli (2002), a cura di Roberta Valtorta, e Ricordami per sempre (2011) entrando a far parte della collezione permanente del museo. I progetti Mother Way (2001) e Luoghi della cura (2005) sono stati presentati nella collettiva Trans Emilia al Fotomuseum di Winterthur, a cura di Urs Stahel, e al SK Stiftung Kultur di Colonia. Nel 2009 è invitato da Elio Grazioli al Festival Europeo per la fotografia di Reggio Emilia e presenta ((RA)), a cura di Walter Guadagnini, nella sua prima mo- stra personale in Metronom. Nel 2011 è fra gli artisti del Padiglione Toscana al Centro per l’Arte Luigi Pecci di Prato. Nel 2012 la sua mostra personale EarthHeart a Metronom Fuorimappa è ripropo- sta al Centre d’Art Nei Liicht, Dudelange in Lussemburgo, con la cura di Angela Madesani e Danielle Igniti. Nel 2015 è fra gli artisti di Imago Mundi-Praestigium Italia nella collezione di Luciano Be- netton e presenta Anagram, sua ricerca personale tutt’ora in corso sui processi di elaborazione dell’immagine, sempre in Metronom con la cura di Marcella Manni. Con Damiani editore ha pubblicato i libri Echo (2007) e EarthHeart (2011).